Can
<Possiamo iniziare?> domando ormai irritato. Sono minuti che ci siamo chiusi qui dentro, senza però aver dato inizio a quella che doveva essere una riunione.
<Altri cinque minuti> mormora mio padre Aziz mentre con la coda dell'occhio lo vedo digitare velocemente qualcosa sul telefono. Mio padre è molto all'antica ma ultimamente ho nottato che difficilmente si separa da quel telefono che si è regalato da solo.
<Siamo tutti presenti Aziz, cosa stiamo aspettando ancora?> domanda Rifat, membro del consiglio, nonché mio futuro suocero dato che tra qualche mese sposerò sua figlia Polen. Nella sala riunioni oltre a noi tre c'è pure mio fratello Osman e se papà ha deciso di riunirci oggi è per parlare dei problemi che abbiamo già da tempo con l'azienda ma che ultimamente stanno peggiorando. Non so come sia possibile ma la nostra azienda sta andando in bancarotta e dobbiamo trovare una soluzione per rimetterla in sesto. Inizialmente per cercare di ricavare i soldi necessari ho sacrificato il mio studio fotografico, quello che avevo aperto con il suo aiuto, ma non è stato abbastanza. Sicuramente se lei fosse stata qui avrebbe trovato una soluzione a tutto, rimettendo in senso non solo l'azienda ma avrebbe salvato anche il mio studio. Ma lei non è qui, lei non c'è più e per questo la odio.
<Stiamo aspettando il nuovo investitore> comunica mio padre e nel sentire le sue parole persino i miei pensieri si fermano.
<Un nuovo socio? Perché io non ero a conoscenza?> chiede sorpreso Rifat, togliendomi le parole di bocca.
<A quanto pare non sei l'unico all'oscuro di tutto ciò> mormora mio fratello.
<E chi sarebbe questo investitore?> domando curioso mentre punto lo sguardo su mio padre che si trova alla mia sinistra, a capotavola. Sapevo che papà avrebbe voluto mettere in vendita una parte delle azioni, cercando per l'appunto un investitore ma non sapevo che questa sua idea è già stata messa in atto. Perché nessuno era a conoscenza di questa sua scelta? È questa la domanda che vorrei porre a mio padre ma vengo distratto quando la porta si apre e la nostra nuova segretaria ci informa che l'elicottero è appena atterrato sulla pista che abbiamo a disposizione sopra il tetto dell'azienda.
<La signora è arrivata> sento Aylin mormorare in seguito e quando dal corridoio inizio a sentire il rumore di quelli che sembrano tacchi improvvisamente il mio cuore inizia a scoppiare nel mio petto.
<L'investitore è una lei?> sento la voce fioca di Osman mentre pone questa domanda, o perlomeno il suo timbro di voce arriva alle mie orecchie in modo ovattato. Istintivamente alzo lo sguardo sul muro di vetro che circonda la sala delle riunioni e quando davanti ai miei occhi si presenta una figura femminile il mio respiro si mozza, soprattutto quando lei oltrepassa la porta, entrando dentro.
<Signori buongiorno> il timbro della sua voce esce in modo forte mentre si toglie gli occhi neri che gli coprivano in parte il viso e quando finalmente realizzo chi è strabuzzo gli occhi incredulo. Davanti a me c'è una donna, e non più una ragazzina, vestita in modo impeccabile con un tailleur, composto da una giacca elegante e una gonna, entrambi bianchi, mentre di sopra ha un cappotto lungo e nero. I suoi capelli castani non sono più corti come un tempo, e quei occhi che all'epoca erano di una bellezza indescrivibile addosso sono freddi.
<Bentornata tesoro> il timbro dolce di mio padre attira la mia attenzione facendomi strabuzzare gli occhi ancora di più se possibile. Vedo i due abbracciarsi calorosamente e inarcando le sopracciglia posso lo sguardo su mio fratello Osman che si trova alla mia destra. Posso notare il suo sguardo infuocato fermo sulla sua figura e nonostante a lei la odio non mi piace il modo in cui la guarda.
<Sanem Aydin, quale buon vento la porta qui?> domanda Rifat mentre si alza andandole incontro per salutarla. Erano anni che non sentivo il suo nome. Da quando mi ha lasciato senza una spiegazione non sono più stato in grado di pronunciarlo e ho proibito a chiunque di fare altrettanto.

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L'amore resta
RomanceE se tutto fosse al contrario? E se invece di essere abbandonata Sanem è colei che abbandona Can, lasciandolo da solo nel giorno più importante della loro vita, volando nella lontana Roma, lasciandosi tutto ma soprattutto tutti alle spalle.