Capitolo 48

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Mi ha scosso veramente tanto il suo discorso sento un senso di impegno nell'avere al collo il ciondolo di sua sorella, dall'altra parte sapere che lui comunque ci sarà nella mia vita mi mette tranquillità, lo sento sincero ma sento anche che è deluso da questa cosa anche se non vuole farmelo capire.
Lo abbraccio e lui ricambia stringendomi e inspirando profondamente per imprimersi il mio profumo nella memoria.
Sono nel vialetto di casa quando lo saluto l'ultima volta.
Quando entro nel cortile lo scenario che ho davanti mi mette i brividi, i bagagli sono quasi tutti caricati, il problema è che non c'è un pulmino solo ma ce ne sono due. Mentre io rimango immersa nei miei pensieri i ragazzi ed Eva escono da casa, mi basta uno sguardo con lei per capire che le mie ansie sono fondate.
E" con te ci sarà Laura"
Faccio cenno di si con la testa e mi dirigo verso la mia macchina, non guardano Victoria che cerca di avvicinarsi, non guardo thomas che mi chiama e non guardo nemmeno Damiano che mi si pianta davanti e mi prende le spalle.
D "guardami"
Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi per un attimo solo poi torno con lo sguardo ai finestrini neri oscurati.
D "starò con te in video chiamata tutto il viaggio "
Non faccio in tempo a parlare che Laura mi mette una mano sulla schiena e mi spinge per farmi andare avanti.
L "dovete spegnere tutti il cellulare e riaccenderlo solo quando saremo arrivati o in caso di pericolo"
Guardo Damiano che ha sul volto la sconfitta e la delusione di chi tenta qualunque modo per cercare una soluzione ma non ha alcuna possibilità di trovarla.
Salgo in macchina e prima di partire prendo una pastiglia di sonnifero.
Non mi sta dando l'effetto che speravo, ovvero di dormire e svegliarmi a Roma, però mi sta tenendo tranquilla, sono seduta nel posto centrale, di fianco a me ho due sedili vuoti e di fronte ho tre sedili altrettanto vuoti che sembrano guardarmi, di solito tutti quei posti erano occupati dai ragazzi ed Eva e sembrava quasi di stare in un locale mancava solo un tavolino al centro e poi sembrava perfetto, invece ora sono da sola con una felpa gigante che mi farà da coperta, il mio cellulare spento e il buio che mischiato alla pelle nera dei sedili mi fa sentire dentro al nulla.
In certi momenti manca l'illuminazione sulla strada e questo mi rendeva difficile distinguere il buio dall'auto.
Dopo un tempo interminabile mi addormento coperta da quella felpa gigante e rannicchiata nell'angolo dei sedili.
Mi sveglio in una stanza d'hotel con moquette rosso scuro, in un letto a baldacchino di quelli che si vedono nei dipinti dell'800, di fianco al letto c'è una finestra completamente coperta da esagerati strati di tende. Tutto è illuminato da una luce soffusa che faceva capire la drammaticità di quell'arredamento.
Mi alzo dal letto e sento un dolore pungente che si fa sempre più intenso in mezzo alle gambe, corro verso il bagno e togliendomi le mutande per sedermi sul water noto una macchia di sangue consistente e di un rosso vivo, tra me e me penso che non è possibile sia ciclo sono ormai mesi che non ce l'ho a causa del mio sottopeso.
Quando mi pulisco sento un bruciore che mi fa serrare la mandibola, rivestendomi faccio non poca fatica a causa dei dolori che sembrano muscolari al basso ventre, l'unica cosa che mi deconcentra è pensare che questi dolori li ho già provati ma non riesco a ricordarmi in che circostanza.
Mentre ripercorro la stanza con una smorfia sul viso a causa del dolore una voce mi fa sobbalzare.
P "e dire che sembrava ti stesse piacendo fino a qualche ora fa"
Riconosco la voce, la frase e mi si gela il sangue, in un angolo al buio vedo mio padre, seduto su una sedia, d'istinto corro verso la porta afferro la maniglia ma come immaginavo la porta è chiusa a chiave fino a quando un braccio robusto mi prende e mi tira sul letto, iniziò a urlare a dimenarmi per sfuggire alla presa ma le forze mi stanno finendo nel momento in cui urlo per l'ultima volta riesce a infilarmi in bocca una pasticca e con le dita spingermela in gola.
Dopo qualche minuto di terrore il nulla.

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