Lucciole blu elettrico

2 1 0
                                    


Elia non ha più aperto bocca dopo l'incontro con l'anomalia corvina. Rassegnato si è unito alla folla per andare a vedere i fuochi d'artificio come gran finale del festival. Un gruppo travestito da pirati corre fingendo di assaltare il paese, ricreando gli eventi dell'arrivo dei primi fondatori di Punta Corvina, suonando fisarmoniche e sparando con archibugi a salve verso il cielo. Facendo attenzione a non schiacciare nessuna fessura tra una piastrella e l'altra sul sentiero, alza un piede e poi l'altro per scrocchiare le ossa dei piedi, distrutto dalla camminata. Intorno a lui passano altri ragazzini col marchio di un clan diverso, non la mano di Sam che solo un anno prima aveva creato, come suo personale. "Rubandolo a qualcun altro evidentemente." Non riconosce nessuno di loro. Come lui, anche altri vecchi amici se ne sono andati e hanno dimenticato il clan. Adesso appartiene ad altri. Sfilando il telefono dalla tasca guarda l'icona rossa e lampeggiante della batteria. Spera in una risposta di Samuel, ma non c'è modo di saperlo ora. Passa il dito sulla crepa in mezzo allo schermo, poi lo rimette via guardandolo spegnersi. "Non che ci sperassi. Non so perché io ci abbia provato ancora."

In cima alla collina, sul punto panoramico del borgo, tutti sono appoggiati alla ringhiera metallica che delimita il dirupo che scende fino alle spiagge. In mezzo un gabbiotto della corrente trasformato in una tela, dipinto ovunque, scarabocchiato, marchiato da altre mani e adesivi, poster di gatti scomparsi. C'è stato un periodo in cui, per allestire la base del clan con nuova roba, tutti si sono messi a catturare gatti in giro per il borgo, così da farsi poi dare ricompense fingendo di averli ritrovati. A ripensarci ora sembra così sbagliato. Ma c'erano stanze piene di gatti, fino a scoppiare. Elia è disteso lì sopra a guardare il cielo stellato in attesa. Lo zaino vuoto, la borraccia pure, tutti i composti chimici sparpagliati, l'album degli schizzi strappato e il suo ultimo progetto coperto di inchiostro. Da lì sopra fa la vedetta cercando qualcuno che ricordi Samuel in qualche modo. Solo anziani, corvini, umani, anomalie. "Oh ma basta! La vuoi smettere? Tanto non c'è." Un flash seguito da un tuono preannuncia l'inizio dello spettacolo. Tutti si mutano. "Non capisco che problema tu abbia. Dimenticalo e basta no? Era soltanto un idiota." I primi fuochi esplodono illuminando il cielo di rosso, poi gli occhi di Elia umidi, rannicchiato e nascosto tra le sue ginocchia. "Non ho bisogno di lui."

Sotto i botti assordanti apre lo scomparto più piccolo dello zaino, tira via un razzo fatto di lamiere taglienti saldate insieme, portando via le cuciture della tasca per la foga. Lo scoperchia buttandoci dentro tutto ciò che gli è rimasto dall'esecuzione del frigo, poi ci si pulisce le guance umide lasciando due strisce di polvere scura come un giocatore di football. Le scintille di tante stelle che esplodono nell'esibizione richiamano le esclamazioni sorprese della folla, la sagoma nera di Elia che armeggia con le polveri e infila dentro la miccia, accendendo più volte una fiamma di un bizzarro accendino a forma di proiettile. Tante anomalie amorfe e gelatinose si materializzano dal nulla intorno a lui ad assistere al suo lavoro: alcune esultano, altre supplicano di fermarsi, ma nessuna interviene. Comincia il gran finale. Un bombardamento di colori e rumori. La flebile luce celeste del razzo di Elia si fa strada. Il più alto di tutti, scoppiando ribalta la notte al giorno, un enorme cerchio di luce azzurra si riflette sul mare. Tutti in silenzio, le orecchie che fischiano per il fragore. Uno scoppio così forte che tutte le anomalie vengono spazzate via, le fronde degli alberi si piegano, ed Elia è spinto a sdraiarsi con l'espressione più felice che abbia mai avuto, un sorriso pazzesco, un po' storto per i lividi. Solo tante lucciole rimangono ora, lapilli blu elettrico che scendono dal cielo e si sfaldano prima di toccare terra, e gli ectoslime verdi delle anomalie dissolte, tornate nella loro dimensione. Il solo clan di Elia è lui stesso, capo e fondatore, il marchio della sua mano ne è la prova.

Anomalia corvinaWhere stories live. Discover now