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Sei mesi.

Sei mesi passati a non dormire in modo normale o decente.

Sei mesi a camminare per tutta la notte, a guardare il soffitto, a parlare con il gatto.

Sei mesi da solo. Da solo con i suoi incubi. Tra le grida e il terrore. Sei mesi senza nemmeno una luce. 

Quando aprì gli occhi, non capì subito quello che era successo. Cercò di mettersi a sedere lentamente, e guardandosi attorno si rese conto di non essersi minimamente spostato da quelle sedie, dove si era addormentato. 

Quanto tempo era passato? Mezz'ora? Quaranta minuti? 

Si alzò in piedi troppo velocemente, ma le gambe non riuscivano nemmeno a sorreggerlo, camminare era fuori discussione.

Si ributtò di nuovo a sedere, cercò di guardare attraverso una finestra poco distante. Fuori era praticamente buio. 

Non riuscì nemmeno a rendersi conto della situazione che sentì il suo telefono nella tasca. Mentre era a lavoro lasciava attiva solo la vibrazione, in caso di emergenza.

Accettò la chiamata senza guardare il nome segnato sullo schermo.

-Si?-

-Ben svegliato principino-

Keiji non si stupì di sentire la sua voce. Probabilmente quelli che lo avevano visto dormire per più di due ore di fila senza svegliarsi di colpo, dato che tutti erano al corrente della sua situazione, avevano avvisato Kenma. Non avendo altre persone vicine infatti, Akaashi aveva indicato lui come contatto di emergenza.

-Stai venendo qui?-

-Si, cinque minuti e sono lì, ti avviso appena arrivo, ma non credere che la questione sia chiusa, devi dirmi cosa è successo, intesi?-

Keiji annuì in risposta, come se l'amico potesse vederlo.
Sentì Kenma sospirare dopo alcuni secondi.

-Quando mi hanno chiamato penso di essere rimasto immobile in silenzio per cinque minuti, ma ne parliamo dopo, sono quasi arrivato, e prova solo a scusarti Keiji e giuro che è la volta buona che ti rapisco il gatto-

-Ne hai già due, non essere avido-

Lo sentì sorridere e riattaccare.

Keiji si rese conto di aver perso l'intera giornata, ma almeno aveva recuperato quasi otto ore di sonno. 

Anche se sapeva che tutti erano al corrente della cosa, chiamò almeno tre persone diverse per scusarsi, ma ottenne solo dei "Non preoccuparti, ci hanno avvisato subito, sai perfettamente che tutti noi siamo al corrente della situazione" seguito da "Riprenditi e se hai bisogno di qualche giorno non esitare a chiedere, lavori sempre tanto".

Si scusò anche con gli infermieri, ma la risposta era sempre la stessa.

Prese coraggio e chiese di Bokuto. Se era riuscito a dormire, il merito era solamente suo.

-È rimasto lì per tutto il tempo e si assicurava che stessi bene, ma ha ricevuto una chiamata ed è uscito un'ora fa, ha lasciato questo però-

Gli passò un biglietto che Keiji si infilò in tasca senza nemmeno leggerlo.
Kenma lo aveva appena avvisato di essere arrivato e dopo non essersi fatto sentire per ore, preferiva evitare di farlo aspettare a lungo, quindi ringraziò e uscì velocemente dall'ospedale.

-Sei consapevole che ora voglio sapere tutti i dettagli vero?-

Akaashi sorrise salendo in macchina.
-Mi sarei stupito del contrario-

-Si ma prima, la cintura Keiji, non ti voglio sulla coscienza-

Parlò per tutto il tempo di quello che era successo, stando ben attento a non tralasciare nulla.

golden hour | bokuakaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora