Capitolo 40

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POV IVAN

Avevo appena parcheggiato fuori casa mia, non mi mancava per niente questo posto.

Scendo dall'auto e mi accorgo che il furgone del compagno di mia sorella è qui fuori, dev'essere a casa con lei.

Prendo la mia valigia e percorro il vialetto, non ci volevo tornare qui.. questo posto mi riporta alla mente cose spiacevoli.

Sono venuto a casa solo per Nicole.

Dopo vari ripensamenti mi decido ad entrare, non faccio in tempo a poggiare la valigia al suolo che vedo Nicole saltarmi addosso.

" Fratellino! "

Mi urla nell'orecchio.

La stringo forte a me lasciando cadere la valigia per terra.

" Cioa sorellona. "

Nicole è più grande di me di quattro anni, a lei devo la mia vita.

Dopo avermi riempito di baci si stacca da me, posso tornare a respirare adesso.

" Come stai? Il viaggio è andato bene? Hai mangiato? Se vuoi ti preparo qualcosa basta che me lo dic e io - "

Come immaginavo.

" Nicole, prendi fiato ogni tanto. "

" Scusa.. è solo che mi sei mancato così tanto! "

" Anche tu. "

Lei era l'unica a cui convedevo il mio lato più intimo e sensibile.

" Guarda chi è tornato! "

Marco, il compagno di mia sorella, ci raggiunge all'ingresso.
All'inizio ovviamente non mi stava a genio, poi però conoscendolo ho capito che era l'uomo perfetto per Nicole.
La tratta bene, la rende felice, e questo è cio che contava per me.

" Hei, come va dottore? "

È un medico veterinario, questo gli dà molti punti.

" Finalmente sei arrivato, tua sorella non la smetteva più di farsi mille paranoie sul viaggio. "

Almeno c'era qualcuno che si preoccupava di me.

" La smettete di prendermi in giro? Sono una molto ansiosa dovreste saperlo entrambi!
Comunque io stavo per preparare la cena, vi vanno bene degli hamburger? "

" Va bene. "

Diciamo insieme io e Marco.

" Bravi, tanto anche se aveste detto di no li preparavo comunque, ho solo quelli in frigo. "

" Fare la spesa no eh? "

" Andremo domani mattina io e Marco, tu tranquillo, puoi dormire fino all'ora di pranzo. "

È esattamente quello che farò.
Sono veramente stanco.

" Adesso vatti a cambiare, tra dieci minuti ceniamo. "

Annuisco e salgo in camera mia.

La mia camera.. se queste pareti potessero dire ciò a cui hanno assistito in tutti questi anni, beh probabilmente mi farebbero spedire dritto al manicomio.

È meglio che certe cose restino tra queste quattro mura.

Dopo dieci minuti scendo per la cena.

" Allora Ivan, dicci un po', come sono andati questi mesi di Accademia? "

" Bene. "

Rispondo un po' scocciato a mia sorella.

" I tuoi amici come stanno? "

Così sbagliato, così giusto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora