Il messaggio

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"Caro diario, ieri sera l'ho incontrato: non posso esserne completamente sicuro ma quegli occhi... Quel manto sfregiato... Non possono esseri d'altri se non di Black. Ci siamo fissati per diversi secondi, come se stessimo sostenendo una gara di sguardi. In quegli attimi, ho visto qualcosa in lui... Sono sicuro di conoscerlo ma non saprei dire chi sia... Non ho idea del perché avverto questa sensazione ma adesso sento di non potermi fidare più di nessuno: mi sento strano, come se ci fosse qualcuno che mi spia... E magari è così. Rafael è rincasato verso le 19:00 ma nessuno ha avuto il coraggio di dire cosa era successo. Abbiamo mangiato in religioso silenzio e poi mi sono chiuso in camera. Lui ci continuava a guardare, come se si aspettasse che qualcuno gli rivolgesse la parola... Ma d'altro canto come potevo biasimarlo? Per tutta la durata del pasto non si è sentita volare neanche una mosca! Penso che adesso dovrò raccontargli tutto, spero solo che non si faccia prendere dal panico... Come dovrei agire adesso? "

Erano appena le dieci del mattino; Tyler era seduto a gambe incrociate sul suo letto, intento a compilare l'ennesima pagina di diario. Chiuse il libretto e lo depositò nel cassetto del comodino, di fianco al materasso, si distese nuovamente mettendo un braccio sugli occhi e tirando un profondo sospiro. "E se fosse proprio Rafael? No... Non può essere lui... Magari però è un'altra delle cameriere? Nessuno ha detto che Black sia necessariamente un maschio. O magari è Richard..."

Il ragazzo era immerso nei suoi pensieri quando sentì due colpi alla porta, seguiti da una voce familiare.

<<Signorino Tyler? Ѐ sveglio?>>

Il ragazzo tolse il braccio dagli occhi, continuando però a fissare il soffitto.

<<Sì, entra Rafael.>> rispose con una nota di incertezza nella sua voce.

Il maggiordomo aprì piano la porta, si infilò nella camera e la richiuse.

<<Signorino, Margaret mi ha riferito che ieri ha visto un grosso animale a pochi metri dalla villa...>>

Tyler rimase disteso sul letto, continuando a guardare un punto indefinito dell'intonaco bianco.

<<Mi ha anche detto che lei è uscito e si è avvicinato alla bestia... Era un licantropo, presumo...>>

Tyler sbuffò ancora una volta per poi rimettersi a gambe incrociate sul letto, osservando il suo maggiordomo che nel frattempo si era preso una sedia e si era posizionato di fronte al ragazzo.

<<Era Black.>> furono le uniche parole di Tyler.

Rafael sgranò leggermente gli occhi.

<<Come può esserne certo?>>

<<Aveva il pelo nero e il manto era cosparso di cicatrici. E poi...>>

Tyler si fermò per qualche istante, cercando di calmarsi.

<<Non lo so spiegare, Rafael, ma è stato come se già lo conoscessi.>>

Il maggiordomo rimase impassibile a quella affermazione; Tyler continuava ad usare una voce fredda e tranquilla, anche se i suoi occhi lasciavano trasparire un po' di preoccupazione, come se il lupo gli fosse davanti in quello stesso momento. Nella stanza calò un silenzio preoccupante: Rafael sembrò metabolizzare ciò che gli aveva riferito il ragazzo di fronte a lui, mentre quest'ultimo cercava inconsapevolmente un qualcosa negli occhi dell'uomo... Ma neanche lui stesso avrebbe saputo dire se cercasse una confessione oppure un semplice amico che lo sapesse confortare.

Il silenzio durò interminabili secondi ma fu proprio Tyler a romperlo: lacrime salate solcavano il suo viso; lacrime di paura, paura che risiedeva nella consapevolezza che Black sapesse di lui, sapesse della sua esistenza; paura che intaccava la sua fiducia nei confronti di chiunque sapesse il suo nome; paura di aver sottovalutato il nemico... quello stesso mostro che aveva osato uccidere suo padre.

Rafael non ci pensò due volte e, sporgendosi dalla sedia sulla quale era seduto, abbracciò di scatto il ragazzo, cercando di consolarlo in qualche modo. Tyler rimase immobile, tremando di tanto in tanto per qualche singhiozzo.

Due colpi alla porta fecero sobbalzare i due, facendoli staccare dall'abbraccio.

<<Si... Signorino Tyler? Posso entrare?>>

Il ragazzo si asciugò velocemente le lacrime con la manica della camicia.

<<Certo Margaret, entra pure.>>

La donna fece capolino da dietro la porta.

<<Mi dispiace disturbarvi ma ho trovato questa nella buca delle lettere, è indirizzata a lei, Tyler.>>

Il ragazzo prese la busta bianca che la donna gli stava porgendo, congedandola subito dopo.

<<Non c'è il mittente.>> disse tra sé e sé.

<<Vuole che le dia un'occhiata prima io?>> chiese Rafael, tornato sulla sua sedia.

<<No...>> disse incerto il ragazzo, cominciando ad aprire la busta. Dentro c'era una lettera.

"Tyler, so bene chi sei e dove abiti. Ieri sera penso che tu mi abbia riconosciuto. Certo, sempre ammesso che qualcuno ti abbia raccontato di tuo padre... del suo passato e della sua morte..."

Tyler stava leggendo a voce alta ma arrivato a quella frase, la sua voce fu rotta da alcuni singhiozzi.

"Tuo padre ha voluto fare la scelta sbagliata, scontrandosi con me e perdendo miseramente, ma questo non significa che io abbia pregiudizi su suo figlio: ti darò una, e una sola, possibilità di entrare nel MIO branco, spero che ci penserai e che farai la scelta più giusta. Ti aspetterò al margine del bosco accanto a casa tua, il 7 Febbraio alle 21, alla prossima luna piena.

-Black "

The Sun and The MoonWhere stories live. Discover now