Una partenza difficile

10 4 0
                                    

"Ho preso una decisione: devo andare via. Ho sfidato Black e adesso che è a conoscenza dell'odio che provo nei suoi confronti, non posso che aspettarmi un attacco da un momento all'altro. Potrebbe far del male anche alle persone dentro questa casa: Margaret... Richard... Rafael... Sperando che non sia nessuno di loro, so comunque che saranno in pericolo fin quando non me ne andrò. Dopo pranzo, preparerò uno zaino con lo stretto indispensabile e al calar del sole uscirò di casa. Adesso dovrò prendere una cartina e informarmi sulle città più vicine ma al contempo più piccole: devo trovare un posto abbastanza isolato; cercherò di nascondermi finché non sarò sufficientemente forte per sfidare Black. Dovrò anche preparare dei biglietti di saluti e di scuse per gli altri... Specialmente per Rafael: non mi interessano più le paranoie, Rafael è sempre stato il mio migliore amico e, fino ad adesso, non ha fatto altro che aiutarmi... Non posso e non voglio ignorare ciò.

Alla fine, mi basterà portare qualche vestito di ricambio e i soldi; con quelli potrò procurarmi qualsiasi cosa di cui abbia bisogno. Probabilmente scriverò un'altra pagina quando sarò in viaggio, oppure quando sarò arrivato."

Tyler si alzò lentamente dal letto, allungando le braccia verso il soffitto, stiracchiandosi. Guardò la stanza, cercando con gli occhi il suo zaino; lo stesso che utilizzava sempre durante le sue trasformazioni. Questo era posizionato sopra una sedia, a fianco all'armadio dei vestiti. Aprì quest'ultimo, tirandone fuori una maglietta e un paio di jeans da indossare durante la giornata; successivamente prese alcune camicie e pantaloni da infilare dentro lo zaino. Aprì la porta della stanza, ritrovandosi nel corridoio e, imboccando le scale, scese nella sala da pranzo per fare colazione. Margaret ed Emily, la nuova cameriera, lo salutarono con un sorriso, offrendogli la solita tazza di tè con dei biscotti. "Perdonami, Margaret" pensò il ragazzo, mandando giù a fatica la colazione al pensiero della faccia che avrebbe fatto l'anziana donna quando avrebbe ricevuto la lettera.

Finito il pasto, salì nuovamente in camera sua. Riaprì l'armadio e prese una cartina degli Stati Uniti. Si inginocchiò per terra, srotolandola, e cominciò a studiare i paesini più vicini a Washington DC, cercando quelli un po' più isolati. L'occhio gli cadde su uno in particolare: "St Jacob... Ne ho sentito parlare, dovrebbe essere un piccolo villaggio sufficientemente isolato dalle grandi città... sarà perfetto!" Osservò per un altro po' di tempo le strade e gli altri paesini, poi qualcuno bussò alla porta.

<<Signorino Tyler? Sono Rafael.>>

Tyler sbuffò, alzandosi velocemente e richiudendo la cartina.

<<Aspetta un attimo, Rafael.>>>

Ripose il rotolo di carta dietro la sedia, cercando di nasconderlo il più possibile, poi andò ad aprire al maggiordomo.

<<Buongiorno, signorino... Immagino di doverle le mie scuse per ieri sera: non sa quanto sono dispiaciuto di non essere stato lì con lei ma com'è andata? Che è successo?>>

Intanto Tyler si era fatto da parte, lasciando che l'uomo entrasse nella camera e, come da consuetudine, sedesse su una delle sedie che attorniavano un piccolo tavolino.

<<Non preoccuparti, anzi, forse è stato meglio così: nessuno può dire cosa avrebbe fatto Black se fossi venuto anche tu, magari ti avrebbe attaccato o peggio...>>

Il ragazzo si sedette sulla sedia di fronte all'uomo e questi, girandosi verso Tyler, diede le spalle allo zaino.

<<Black... Diciamo che è stato di poche parole: quando ha visto che non volevo seguirlo, si è limitato ad andarsene.>>

Il maggiordomo annuì sovrappensiero.

<<Quindi... Qual è il suo prossimo passo?>>

<<Non lo so, adesso vorrei soltanto dormire un po'... Sai com'è... ho passato la notte in bianco.>>

The Sun and The MoonWhere stories live. Discover now