Quaranta.

281 27 2
                                    

Due Anni Prima.

Un altro anno era passato.
Un altro anno senza nessun risultato. O almeno nessun risultato che ad un certo biondo importasse davvero.

L'eroe del momento, il Dio delle Esplosioni Assassine, Dynamight, era riuscito ad accaparrarsi un posto all'interno della Top 10 degli eroi di tutto il fottuto Giappone, eppure a Bakugō Katsuki quel risultato non trasmetteva tutta quella boria e quella soddisfazione che avrebbe dovuto; perché era passato un altro anno senza che lui trovasse una via per ritrovare quel merdoso omega verde.
La realtà, quella che il biondo provava a non vedere, era che tutti davano Midoriya Izuku per morto.
La verità era che anche Katsuki lo credeva bello che andato, eppure.
Eppure una vocina, piccola e stranamente familiare, gli diceva che il ragazzo che tanto bramava e cercava era sotto il suo cazzo di naso; solo che lui era troppo stupido per vederlo e rendersene conto.

In quell'anno aveva intensificato le sue ronde nelle zone battute dalla peggio feccia, nella speranza di trovare una pista che lo portasse al bastardo al disinfettante, ma si ritrovava a combattere solo personaggi secondari e inutili idioti di seconda mano.
In quell'anno aveva trascurato qualsiasi altra cosa: le chiamate assillanti e preoccupate della madre; le proposte d'escursionismo del padre; gli inviti non richiesti ad appuntamenti o uscite con i suoi "amici".
L'unico evento sociale al quale si presentava ogni anno era quella stupida cena di compleanno che zia Inko si ostinava ad organizzare.

E anche quella sera Katsuki si sarebbe lavato e vestito, avrebbe indossato il suo miglior cipiglio annoiato e sarebbe andato a mangiare il katsudon in quell'appartamento che ormai non sapeva più di gelsomino, ma solo di fiori marci e tristezza.
Per quanto trovasse inutile e deprimente quella cena, non avrebbe mai detto no a Midoriya Inko, quella donna che non faceva che aspettare il ritorno del figlio, e Katsuki non poteva dirle di no, non poteva negarle la sua presenza perché si sentiva responsabile e, in un qualche modo, sperava che quella deludente speranza lo investisse e che pure lui avrebbe finito col credere in un ritorno inaspettato e strappalacrime.
Non che lui ne avesse, di lacrime da versare, per Deku, non che lui lo volesse rivedere o chissà cosa, ma l'idea che Midoriya Izuku fosse morto per colpa del suo egoismo e menefreghismo lo segnava più di quanto avrebbe creduto possibile.

Era passato un anno dall'accordo con Best Jeanist e lui aveva fallito, non era riuscito a trovare uno straccio di prova contro Chisaki Kai perciò, come da accordo, il suo piano era stato accantonato e l'idea di incastrare quel presunto capo yakuza abbandonata.
Dynamight aveva fallito sonoramente e ora doveva concentrarsi in altro, aveva nuove missioni, nuove richieste di team-up e anche quelle di iniziare una sua agenzia con alcuni vecchi compagni di classe; ma inutile dire che il testardo biondo non aveva ancora mollato.

> Dev' esserci una merda di via che non ho ancora provato!
> Mi spiace ragazzo, il tempo è scaduto.
> Non fino a stasera. Ho ancora un giorno, vecchio! Mi basterà.

E l'alpha al caramello era uscito dall'ufficio del suo superiore sbattendo i piedi e poi la porta, cocciuto come un mulo che avrebbe trovato le sue risposte. Convinto che in quella giornata la sorte sarebbe girata e avrebbe sorriso nella sua direzione, mostrandogli una via nascosta che lo avrebbe portato dove voleva.

Era ancora sotto il getto caldo della doccia, l'acqua bollente gli faceva rilassare i muscoli tesi delle spalle e il fumo del vapore gli annebbiava le idee. Non era solito dare docce calde, preferiva il gelido brivido dell'acqua fredda, ma in quel modo poteva non pensare e rilassarsi per dieci minuti.
Come l'acqua si spense, infatti, gli occhi rossi si fissarono nel vuoto e presero a vagliare idee e luoghi che avrebbero potuto essergli sfuggiti o che non aveva controllato così bene; tuttavia nulla di nuovo venne alla sua mente, nessuna merdosa lampadina gli si accese nel cervello e lui uscì dal bagno con il volto corrucciato, sia dalla stanchezza che dalla rabbia.
Avrebbe voluto dormire, riposare il corpo e la mente in vista della serata: aveva concluso la ronda notturna con svariate catture e compilazioni di innumerevoli scartoffie, ma il riposo era un lusso che non poteva permettersi.

Puppet Master.Where stories live. Discover now