Cinquantaquattro.

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Aprile.

Le nuvole scure stavano conquistando l'orizzonte.
Erano nuvole cariche di pioggia, così grigie che il solo pensiero dell'imminente temporale fece venire un lungo brivido di disgusto lungo la schiena di Katsuki.
Lui aveva sempre odiato la pioggia, non riusciva proprio a sopportarla e non sapeva bene nemmeno il perché; forse per come quel suo odore bagnato e opprimente si intrappolava nei vestiti, oppure per come l'acqua sporca andasse a bagnargli i capelli rendendoli stopposi e ingombranti. O forse perché quando pioveva il suo umore diveniva irrequieto proprio come il vento che sferzava il volto e che rendeva la sua voce inudibile, anche se alta e forte.
L'unica cosa bella che la pioggia gli aveva portato era stato suo figlio, ma Shū era arrivato dopo l'acquazzone; quindi si, Bakugō odiava la pioggia e odiava ancora di più quel senso di pesantezza che si lasciava dietro.

Era steso sul letto, il materasso sapeva di Izuku e almeno quello riusciva a calmare il suo stato d'animo agitato. Non lo vedeva da giorni, non gli avevano più permesso di andare a trovarlo e, per estensione, non vedeva il suo sgorbietto da altrettanto tempo.
Quel bambino gli assomigliava in modo impressionante, ma faceva le stesse espressioni buffe di Deku, così come la luce in quegli occhietti gli ricordava quella determinata del genitore verde; e Bakugō non avrebbe mai pensato che mettere su famiglia lo potesse appagare così tanto, non credeva che mettere su famiglia con lui, con il suo rivale/ossessione/amico d'infanzia/spina nel fianco lo potesse rendere così... felice.
Capelli di Merda lo stuzzicava ad ogni occasione, facendogli notare come sorridesse mentre parlava al telefono con l'omega ricoverato, o di come i suoi occhi luccicassero quando guardava una foto del piccolo.

> Tappati quella fogna! Cazzo...
> Che hai ora, bello?
> Guardali! Guarda come sono... fottutamente carini!

Eijiro strinse le labbra per non scoppiare a ridere in faccia all'amico che, preso dal suo stato euforico di neo genitore, aveva iniziato a fare uno strano rumore vibrato; ma il suo sghignazzare non venne bloccato e le risa del rosso riempirono la cucina.

> PHUAHAHAHAHAH!!!! BAKUBRO, SEMBRI UN CAZZO DI TRATTORE!

Katsuki, imbarazzato e offeso, ricambiò la battuta dell'amico con un'esplosione in piena faccia.

> Stai zitto idiota. Sei solo invidioso. Nemmeno in cent'anni riusciresti a trovarti qualcuno così.
> Eh, c'avrai anche ragione bro, ma almeno io non faccio fusa a delle foto.

Andarono avanti per quelle che sembrarono ore, a rinfacciarsi le loro sfighe e le loro fortune; ma il tutto finì con una chiamata sul cellulare di Kirishima.
La suoneria ridicola di Baby Shark partì al massimo del volume e, una volta letto il nome in entrata, tutta la spensieratezza del rosso svanì in un battito di ciglia.
Si allontanò per poter rispondere, ma sentiva lo sguardo fisso del biondo sulla sua schiena e rispondere a quella chiamata divenne ancora più difficile.

> Pronto, che succede Fat?
> Red, dove ti trovi? Sei con lui ora?
> Si, siamo a casa di Midoriya.

Fat Gum, dall'altra parte del cellulare, esitò prima di continuare. Sapeva del legame fraterno fra i due alpha e la cosa non lo disturbava, ma ciò che stava per comunicargli doveva rimanere strettamente confidenziale e Katsuki non avrebbe mai dovuto venirne a conoscenza.

> Fat Gum?
> Quello che ti sto per dire, dovrai tenertelo per te. Non parlarne con Dynamight per nessuna ragione.

I passi pesanti di Bakugō arrivarono dalla sua destra, Kirishima gli lanciò un'occhiata e vide che il biondo gli faceva segno di mettere in viva voce, per poter sentire cosa stava accadendo.
Eijiro prese un respiro profondo, sapeva che voltare le spalle all'amico lo avrebbe messo nei guai poi, ma non poteva disubbidire al suo capo; perciò ignorò il biondo e fece qualche passo verso la finestra per osservare le nuvole temporalesche che si stavano avvicinando minacciose.

Puppet Master.Where stories live. Discover now