Capitolo 75

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Kaylee

Sto aspettando Cora, la quale dovrebbe arrivare a momenti con la cena. È passata da Bobo a ritirare l'ordine che avevo fatto per stasera. Ho ordinato una quantità di cibo tale da sfamare un esercito, anche se saremo solo in quattro.

Sinceramente, ho una fame da lupi. O meglio, mi correggo, ho una fame nervosa da lupi. L'idea di essere rapita dal ragazzo che amo e dal suo migliore amico per far cagare addosso uno dei ragazzi con cui sono cresciuta mi ha fatto aumentare l'appetito a dismisura. Potrei mangiarmi un bue intero in questo momento.

Sto facendo una stronzata, Cora ha ragione.

Non mi dovrei immischiare, lo so bene, però cosa altro potrei fare per evitare che Hunter vada in carcere?

È stato obbligato e incastrato quando era piccolo, e potremmo riuscire a provarlo. Ma come potremmo spiegare che lui non sia uscito dal giro di sua spontanea volontà solo perché ha manie di protagonismo e un forte e malsano senso della giustizia? Senza avere conseguenze gravi, è ovvio.

Era già abbastanza complicato cercare di far uscire Hunter dal giro con l'identità celata, ma adesso che lo sanno tutti è praticamente impossibile e mortalmente pericoloso.

Zack non ha pensato alle cazzo di conseguenze. Ha condannato un altro, praticamente coetaneo, mandandolo in pasto a dei criminali. Come si può fare una cosa del genere?!

Il campanello suona, così mi affretto a raggiungere l'ingresso. Spero vivamente che sia Cora con la cena, e non i ragazzi che hanno finito prima la partita.

Apro la porta e, con mia grande sorpresa, trovo Beatrix.

«Che ci fai qui?» ringhio con già le mani tremanti. Le nascondo dietro alla schiena, iniziando a torturare le dita.

Lei sorride, ammaliante da farmi venire il vomito, e passa il dito sulla serratura della porta.
«Mi ricordo ancora dove abiti, visto?»

La ignoro e ruoto gli occhi.
«Che cosa ci fai qui, ho detto.» Il mio piede inizia a picchiettare il suolo nervoso, già al limite della pazienza.
«Posso accomodarmi?»
«No.»

Una volta sentita la mia risposta, si alza sulle punte per cercare di scorgere qualcosa oltre la porta. La chiudo con un tonfo.
«Ti ho detto di no, Beatrix.»

Assottiglia gli occhi con il suo tipico tono di sfida.
«Chi c'è là dentro?»
«Nessuno, ma non entrerai più in casa mia.»

Inclina la testa di lato e improvvisamente i suoi occhi diventano vittoriosi. Si passa la lingua sulle labbra ricoperte dal rossetto rosso.
«Non guardarmi così.»

Le mie braccia si posano sui fianchi.
«Come ti guarderei scusa?»

«Così» mi indica appena «Con lo sguardo duro e le sopracciglia aggrottate. Ma io non sono contro di te.»

Mi trattengo dal riderle in faccia.

«Mi permetto di dissentire.» schiocco la lingua sul palato «Appena sei tornata a scuola hai minacciato di portarmi via il fidanzato, o te lo sei scordata?»

Mi giro, afferro la maniglia della porta e faccio per entrare ma la sua mano avvolge il mio polso.
«Aspetta» sussurra.

Un brivido mi percorre la spina dorsale. Non ho mai sentito un tono del genere uscire dalle labbra di Beatrix.

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