Capitolo Due

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Pov. Leila

Seguo distrattamente Netflix, la testa ormai sempre nel suo mondo.

Un mondo che è ben diverso da quello che stiamo vivendo ora, fatto di paura, connessioni del cazzo, e rapporti virtuali.

La mia connessione internet continua incessantemente a fare i capricci.

La linea è sovraccarica di ragazzi in DAD, lavoratori in smart working e da chi come me cerca semplicemente di riempire queste giornate vuote.

Dio, che fastidio.

Dopo mezz'ora passata ad osservare uno schermo sgranato, decido semplicemente di spegnere il computer e raggiungere la cucina.

Ultimamente mangiare, così come dormire, sono diventate le mie due attività principali.

Non faccio altro.

Lascio la mia stanza unicamente per raggiungere il frigorifero, per poi rintanarmi nuovamente nella mia piccola prigione.

Mi sembra tutto così surreale.

Mando un rapido messaggio ad Omar

15.06 | Che fai? |

15.09 | Mi sto allenando per smaltire tutto quello che sto mangiando. Tu che fai di bello? | mi risponde

15.10 | Mangio ovviamente | rido

Mi butto sul letto.

Sì, forse dovrei allenarmi anche io. Osservo il pacchetto di biscotti - e quello vuoto di patatine - sulla sedia accanto al letto.

Se continuo così Omar non riconoscerà più il mio corpo.

Scuoto la testa, una brutta sensazione mi agita lo stomaco.

Eppure, il letto non è mai stato così.. seducente.

Non riesco ad alzarmi, da giorni ormai ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa.

Sospiro.

Non mi riconosco nemmeno più.

Io non ero così.

Prima che questa assurda situazione si abbattesse su di noi, mi piaceva uscire, passare le giornate con Omar a visitare i bellissimi paesaggi che circondano Torino.

Ed ora invece? Sono diventata parte integrante di questo letto che ormai ha preso la mia forma.

Se penso a come mi sono ridotta, mi sale lo schifo.

Mi rannicchio sul letto, cercando di trattenere le lacrime.

Perché è tutto così fottutamente difficile?

"Ehi Leila, sto ordinando la spesa su Internet, vieni a darmi una mano?" Andrea fa capolino dalla mia porta, osservandomi con i suoi grandi occhi scuri

"Tra poco arrivo" sussurro, cercando di nascondere la voce rotta dal pianto, ma con scarsi risultati

"Ehi, che succede?" lei si avvicina a me, sedendosi sul letto.

Mi volta a forza verso di lei, piccole gocce scivolano sul mio viso

"Nente, scusa" mi asciugo velocemente il viso "Dammi cinque minuti ed arrivo" la guardo sorridendo

"So che ti manca Omar" sospira "Questa situazione è una merda, ma approfitta di questi giorni per prenderti cura di te. Occupa le giornate, fai qualcosa di realmente produttivo o rischi di non uscirne viva" si alza per raggiungere la porta

"Ti aspetto di là" mi sorride.

Andrea ha ragione.

Se non trovo qualcosa da fare, potrei seriamente impazzire.

È per fare qualcosa non intendo seguire le dirette Instagram del Parlamento, nella vana speranza di sentire il Presidente del Consiglio dire quelle fottute parole che tutti aspettiamo.

No, devo trovare qualcosa da fare, qualcosa che occupi le mie giornate.

Potrei cominciare ad allenarmi.

Voglio che Omar rimanga piacevolmente sorpreso da ciò che vede, quando saremo nuovamente insieme.

Mi osservo allo specchio. Il mio ventre piatto è stato sostituito da un ventre leggermente gonfio, segno che questi dieci giorni di prigionia ci sono stati davvero.

Sospiro.

Devo davvero prendere in mano la mia vita.



"Ehi" sorrido ad Omar, sdraiata sul letto

"Ciao piccola, come stai?" mi sorride, guardandomi

"Sto bene" mento, nascondendo l'enorme disagio che questa situazione mi sta trasmettendo "Tu invece?"

"Bene anche se mi manchi" sospira "Oggi mi sono allenato un po', ho giocato con i ragazzi a Monopoly e poi abbiamo guardato un film. Queste giornate sembrano davvero infinite" scuote la testa

"Già, non dirlo a me. L'unica parte entusiasmante della giornata è stata la spesa con Andrea. Sai, l'abbiamo fatta su Internet" rido

"Wow, che ragazze moderne" ride "Domani dovrebbe uscire Lorenzo per andare a fare la spesa. Ormai per decidere il fortunato della giornata estraiamo i nomi a sorte. È già la seconda volta che esce il suo. Fottuto paraculato" scoppio a ridere

"Fai attenzione quando esci, non è vero?" lo osservo preoccupata

"Certo piccola. Mascherina, guanti. Utilizzo tutte le precauzioni" annuisce

"D'accordo" gli sorrido.

Lo osservo tramite lo schermo del mio pc. Vorrei poter sfiorare la sua pelle ruvida a causa di quella barba così fastidiosa.

È così bello.

Ricordo ancora il giorno in cui le nostre vite si incrociarono la prima volta.

Un giorno papà arrivò a casa accompagnato da un alto signore dalla carnagione mulatta ed un piccolo bambino dall'aria timida.

Si sedettero in cucina e parlarono per ore.

Io e quel piccolo bambino dall'aria spaesata ci ritrovammo a giocare insieme, a malapena riuscivamo a capirci.

Eppure ci divertimmo parecchio.

Da quel giorno sono passati ormai sedici anni, e non c'è stato giorno in cui Omar non abbia fatto parte della mia vita.

Ci vollero diversi anni prima che io capissi davvero di amarlo, ma quando accadde, capì che lui mi avrebbe cambiato la vita.

Ed in effetti fu così.

Riuscì a salvarmi dai miei momenti difficili, riuscì a salvarmi da me stessa.

Lui e Stefano, il mio migliore amico, furono gli unici a starmi accanto prima, durante e dopo la morte della mamma.

Omar si è insinuato sempre di più dentro di me, fino a diventare una parte per me indispensabile.

Da qualche mese ormai stiamo parlando di andare a convivere, dopo sei anni di relazione. Stiamo solo aspettando che lui finisca gli studi.

Se solo avessi saputo quello che sarebbe successo, sarei rimasta a casa sua quel pomeriggio.

Non me ne sarei più andata. Avremmo passato questi giorni insieme, come una sorta di convivenza forzata.

Ma sarebbe stato meraviglioso.

Invece io sono qui, mentre lui a Moncalieri.

Pochi chilometri a dividerci, che ora son diventati una barriera insormontabile da superare.

Sospiro.

Decidiamo di guardare un film insieme, così silenziosamente osserviamo le immagini svolgersi davanti a noi.

Se chiudo gli occhi posso immaginarlo qui accanto a me.

Per un attimo il mio cuore perde un battito.

L'Attimo Effimeroحيث تعيش القصص. اكتشف الآن