Capitolo Quaranta

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Pov. Leila

Mangio in silenzio, ripensando a tutto ciò che è successo ieri sera.

Ripenso alle parole di Andrea a quanto sia vero ciò che ha detto. Fin dove possiamo spingerci per amore? E soprattutto, fin dove siamo giustificati nell'agire per amore?

Non lo so, forse nessuno è in grado di definirlo, ma questo non cambia i miei sentimenti. Continuerò a sentirmi terribilmente in colpa ogni volta che penserò a lui e a tutta questa storia.

Ogni volta che incontrerò - più o meno casualmente - sua mamma o chiunque faccia parte della mia famiglia.

Anche Stefano appoggia Andrea e i suoi forse-non-così-assurdi discorsi.

Mi volto dall'altro lato, cercando di smettere di pensare a tutto questo.

Tutto viene spazzato via dal ricordo di me e lei vicine.

Così vicine lo siamo state solo quando siamo finite a letto insieme. I nostri attimi privati si ripetevano nella mia mente, l'adrenalina mi scorreva nelle vene.

Avevo solo voglia di toccarla e di essere toccata ancora da lei, in quel modo deciso che mi ha mandata fuori di testa la prima volta che ci siamo unite.

Poi però, tutto è cambiato.

Quella telefonata di Rebe le ha dato una via di fuga, che non ha esitato di utilizzare.

È fuggita da me, il suo allontanamento mi ha fatto male, ma so che le sue mura piano piano stanno cedendo.

Ieri sera era ad un passo dal farlo, se il suo telefono non avesse squillato probabilmente ora le cose sarebbero diverse, e questo non fa altro che aumentare la mia voglia di provarci.

Continuare ad attaccare le sue mura, fino al momento in cui esse crolleranno definitivamente.

Ieri sera mi sono addormentata in attesa che lei tornasse, mi sono svegliata solo verso le due per assicurarmi che fosse a casa.

L'ho trovata in camera sua, dormiente.

Ed ora è ancora chiusa nella sua stanza, probabilmente per evitare che la scena di ieri sera si ripeta nuovamente

 "Buongiorno" Janette mi sorride, entrando in cucina

 "Buongiorno" le sorrido "Come stai? Ieri sera non sei nemmeno tornata per cena" la guardo curiosa

 "Oh. bene bene. Sì ho avuto una cena con.. un'amica" annuisce arrossendo

 "Stai arrossendo?" la guardo sconvolta

 "No, ma cosa dici!" esclama, cercando di nascondersi

 "Sì, stai arrossendo!" sorrido "Allora, chi è questa amica?" la guardo in attesa di una sua risposta

 "È una ragazza del gruppo Leila, nulla di più" scuote la testa

 "E perché avverto che tu mi stia mentendo?" mi mordo il labbro

 "Fottiti Leila!" ride divertita.

L'ascolto curiosa parlarmi di questa misteriosa ragazza, il cuore più leggero.

Sono felice per lei e per tutto quello che affronteranno.

Spero solo che per loro sia tutto più semplice, che Janette non si faccia ammaliare da ciò che è più facile e che segua sempre il suo cuore.

Perché, come mi disse lei, solo così si può essere felici davvero.

Ed io mi maledico ogni giorno per non averlo fatto prima, perché se fossi stata così coraggiosa da farlo, ora io ed Andrea saremmo felici.

L'Attimo EffimeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora