Capitolo Quarantasette

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Pov. Leila

Leggo distrattamente un libro, lasciando andare la mia mente ormai sovraccarica di pensieri.

Dall'altra parte della porta sento la voce stridula di una professoressa di Andrea ripetere nozioni che non riesco nemmeno a comprendere.

Andrea sta passando letteralmente le sue giornate seduta sul suo materasso nel centro del nostro ingresso, provando a tenermi compagnia e portando avanti le sue noiose lezioni.

Ogni tanto la sento parlare al telefono, probabilmente con Rebe, altre volte invece parla con Janette.

Anche lei mi sta facendo molta compagnia in queste giornate che sembrano infinite.

Le mie mani sono ormai irritate da gel disinfettanti, alcool e guanti in lattice. Ogni volta che provo a chiuderle, sento la pelle lacerarsi.

Passo inutilmente della crema, ben consapevole che finché non finirà tutto questo, beh.. le mie mani di certo non miglioreranno.

Ed il mio umore nemmeno.

Sbuffo, chiudendo il libro.

Fisso il soffitto di quella camera che ho tanto odiato quando eravamo chiusi in quarantena.

Quegli stessi giorni in cui passavo le ore chiusa in camera mia per fuggire da Andrea e da tutto il casino che era diventata la mia vita.

Ed ora mi ritrovo nuovamente incastrata qui, in una situazione completamente diversa.

La mia attenzione viene attirata dal mio telefono che suona

 "Pronto?" chiedo confusa

 "La signora Leila Siccardi?" è una voce femminile a rispondere dall'altro capo del telefono

 "Sono io" annuisco

 "Salve, la chiamo dall'ASL di Torino" il mio cuore perde un battito "Le comunico che in data sette giugno alle ore 15, dovrà recarsi all'Hotspot di via Plava per effettuare il tampone"

 "Sì certo, aspetti che prendo nota" corro agitata verso la scrivania "Cavolo, non mi aspettavo una chiamata così presto" rido nervosamente

 "Lo so, purtroppo come può immaginare i casi sono tantissimi ed è davvero difficile gestirli  tutti"

 "Lo capisco" sospiro "D'accordo, allora semplicemente mi recherò lì il sette giugno alle ore 15. La ringrazio infinitamente"

 "Si immagini, in bocca al lupo"

 "Grazie" sussurro, prima di chiudere la chiamata.

Rimango interdetta per qualche secondo, incapace di comprendere quanto è appena successo.

Finalmente quella chiamata tanto attesa è arrivata ed io sono letteralmente terrorizzata.

Non so cosa sia a spaventarmi, ormai ho la certezza di essere positiva, eppure il mio cuore non smette di battere all'impazzata

 "Leila, ti va di far merenda?" la voce di Andrea sembra un sussurro lontano "Leila, tutto bene?" apre la porta della stanza, il viso coperto dalla mascherina.

Mi guarda poi preoccupata, avvicinandosi lentamente.

Solo quando mi accorgo di quanto lei sia vicina mi risveglio da quello stato di trance in cui ero caduta.

Non indosso nemmeno la mascherina

 "Dio Andrea, devi smetterla di entrare qui" mi guardo nervosamente attorno cercando una mascherina

 "Stai tranquilla, ce l'ho io" mi guarda preoccupata

 "Non devi entrare qui" la rimprovero ancora, coprendomi il viso con una grossa FFP2

L'Attimo EffimeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora