💜Capitolo 7💜

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Era primo pomeriggio quando il telefono di mia madre iniziò a squillare. Sapevo già che fosse il Maestro Enrick, e di fatti...

<<Ciao Linda! Questo pomeriggio lei e vostra figlia prenderete parte alla festa di compleanno di Silvia?>>, chiese il Maestro, e mia madre rispose tranquillamente di "sì".

Stavamo preparandoci per la festa, quando nella stanza irruppe il mostro. <<Dove state pensando di andare?>>, chiese lui, e lei :<<Questo pomeriggio ci sarà la festa di Silvia, in asilo... Sarà una festa per bambini, stai tranquillo.>>. Lui inarcò le sopracciglia e le disse :<<Linda, perché ti ha chiamato il Maestro Enrick? Non è che per caso mi stai tradendo, o cose simili?>> . Il Mostro si stava avvicinando pericolosamente alla donna, le aveva appena preso un polso, lei cercava di liberarsi. Stava per accadere il peggio, quando qualcuno suonò il campanello.

Il Mostro si calmò e andò ad aprire la porta :<<Voi rimanete qui!>> aggiunse con tono minaccioso. Ad aver suonato la porta era proprio il Maestro Enrick. <<Buon pomeriggio, sono passato a prendere sua figlia Bonnie e la madre Linda. Passavo di qui e ho deciso di offrire loro un passaggio... >>, ma il mostro rispose prontamente :<<Ok, ma lo sa che io sono il marito?>>, e Enrick :<<Ascolta... Conosco Linda e sua figlia da molto tempo, e il mio era solo ed esclusivamente un gesto d'amicizia...>>. Il mostro guardò il Maestro dal basso verso l'alto e rispose :<<Mia moglie non ha amici... buona serata>> e mentre chiudeva la porta l'altro bloccò l'uscio con il piede.

<<Scusa, ma devono venire alla festa. È molto importante>> disse il Maestro. Il mostro avrebbe voluto pestarlo, ma si trattenne per qualche motivo.

Alla fine riuscimmo ad andare alla festa con il Maestro Enrick. In macchina però mia madre e il Maestro cominciarono ad avere uno strano comportamento...
<<Non avrei mai dovuto lasciarti andare con quel mostro...>> disse Enrick, e lei :<<Non è colpa tua. Tu non lo potevi sapere cosa sarebbe successo.>>
Non riuscivo a capire di cosa stessero parlando...
Mia madre continuò :<<Però avrei dovuto ascoltarti quando anni fa mi dicesti che Esther era un narcisista psicopatico.>>, e il Maestro le accarezzò il braccio sinistro e le diede un bacetto sulla guancia. A dir il vero rimasi piacevolmente sorpresa, e mi sentii anche più sicura.

Eravamo quasi arrivati alla festa quando Enrick chiese a mia madre :<<Allora, mi raccomando. Segui il piano. A questa festa vi saranno un paio di assistenti sociali e un paio di psicologi in borghese.>>.

Scendemmo dalla macchina, mia madre entrò, ma prima di seguirla mi fermai a parlare con il Maestro Enrick. <<Bonnie...>>, iniziò :<<Scusami se in questi giorni ti ho evitato. Io e la tua mamma stiamo architettando questo piano da qualche settimana, e lo stiamo facendo per noi, per te, e per alcuni bambini della classe.>>. Io chiesi solo :<<Chi sono gli altri bambini?>> e lui :<<I bambini che saranno tenuti d'occhio sono: Tu, Gregory, Sally, Silvia, Gelika, Jeff e Melody (che già conosce tutto il piano). Tutto chiaro? Lo stiamo facendo per voi, lo stiamo facendo per dare a voi un futuro migliore!>>. Io annuì. Dovevo assolutamente parlare con i miei amici!

Entrai nell'atrio, ed era letteralmente stracolmo di bambini e mamme! C'era odore di donzella casalinga ovunque, ma sorvolando questo dettaglio irrisorio. Come sarei riuscita a trovare i miei amici in quella confusione?

L'unica cosa che mi rimaneva da fare era rimboccarmi le maniche e cercare speranzosa tra la folla di bambini... Non riuscivo a trovare la festeggiata, figuriamoci tutti gli altri...

Dopo minuti di ricerca trovai Sally e Gregory.
Sally era in lacrime, e Gregory era lì a tranquillizzarla, ma appena entrambi mi videro subito il biondino esclamò :<<Bonnie, alla fine sei arrivata! Devi aiutarci, non troviamo Silvia!>>, e io chiesi :<<Ma la mamma c'è? Li avete visti arrivare?>>, e lui :<<Si. Sono arrivati già da un pò. Li abbiamo visti arrivare, ma sono spariti tra la folla!>>.
Ancora chiesi :<<Perché Sally sta piangendo?>> e lui :<<Te lo spiego dopo...>>. Dovevo assolutamente spiegare loro il piano del Maestro Enrick.
Buona fortuna Bon Bon - mi dissi.

Eravamo alla disperata ricerca di Silvia, quando però ci ritrovammo dinanzi a Jeff! Jeff era un bambino di tre anni, che già correva e saltava tra la folla. <<Jeff, dov'è Silvia?>> gli chiesi, e lui :<<Silvia è una deficiente! Ah, comunque non lo so. Ahahah!>> . Piccolo marmocchio maleducato - pensai.

Più avanti trovai la mamma di Silvia, e quella che vidi fu una scena tristissima. La donna dai lunghi capelli neri ed occhi azzurri luminosi era circondata da altre donzelle, forse quasi tutte casalinghe. Tutte parlavano allegramente tra loro, e cercavano di includere Camèlie, ma la donna aveva occhi bassi e si capiva pensasse a tutt'altro. Camélie era lì, ma la sua testa era altrove. Tutte quelle mamme-casalinghe-ragazzine erano insopportabili, erano parecchio ipocrite: durante tutto l'anno evitarono la povera donna, ma poi tutte la spupazzavano perché "raccomandate" dal Maestro Enrick.

La scena mi stava dando così fastidio... Camélie sembrava un pulcino stordito. Così decisi di andare da lei. <<Signora Camélie, posso parlarle?>>, le chiesi, e lei rispose gentile :<<Dimmi piccolina!>>. Tutto quella confusione mi stava dando un grandissimo fastidio, e forse la donna era in una situazione peggiore della mia in quel momento. <<Dov'è sua figlia Silvia?>>, le chiesi, e lei mi portò direttamente da lei.
Finalmente avevo trovato la mia amica. Era seduta su una sedia, circondata da coetanei tutti in festa, ma non sembrava felice piuttosto sembrava essere infastidita. Ma appena Silvia mi vide, i suoi occhi si illuminarono d'immenso e corse ad abbracciarmi. <<Bonnie, sei venuta! Credevo fossi arrabbiata con me per qualche motivo...>>, esclamò Silvia.

Perfetto. Ora che avevo trovato tutti era arrivato il momento di spiegare loro tutta la verità. Fu come tradirli per una seconda volta: avrei dovuto spiegare tutto il piano e avrei dovuto consigliare loro di darsi gratuitamente in pasto a psicologi e assistenti sociali rischiando tutto.

Così li radunai tutti nello sgabuzzino.
<<Allora amici carissimi...>>, iniziai :<<Questa mattina credo di avervi dato un'informazione sbagliata. In questa festa vi sono degli psicologi e degli assistenti sociali che ci terranno d'occhio per tutta la serata, e cercheranno di parlare con le nostre mamme. Ma questi vogliono salvarci...>>. Silvia fissava il vuoto sconvolta, e Sally chiese con arroganza :<<Salvarci da cosa?>> e io :<<Salvarci da quei mostri violenti che ci ritroviamo a casa, che ogni giorno ci fanno stare male, che ogni giorno ammazzano psicologicamente le nostre mamme, i nostri fratelli... le persone a noi care...>>. Tutti mi guardavano come se fossi una traditrice. L'avevo previsto, era prevedibile e certo come la morte.
Sally abbracciò Silvia e mi disse :<<Grazie per aver rovinato la festa di Silvia... Domani non venire a scuola, altrimenti...>>, ma Gregory la riprese infastidito :<<Altrimenti cosa? Sally, smettila. Bonnie ha detto una cosa intelligente e profondamente sensata, forse dovremmo darle ascolto. Forse questa sera potremo cambiare le nostre vite!>> .

Ed è così che misi automaticamente la parola fine alla nostra amicizia.

Silvia tornò alla sua festa, pienamente consapevole che prima o poi sarebbe giunta al termine, Sally la seguì irritata, e Gregory... mi guardò e mi chiese scusa, e poi andò via anche lui.

Li avevo persi... forse per sempre.

 forse per sempre

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