2. Confessions

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«Kuina!» urlò Maya, sventolando la mano per farsi vedere dall'amica: la ragazza era seduta su una sdraio rossa dall'altra parte del cortile, intenta a fissare attentamente le mattonelle giallastre del pavimento bagnato del bordo piscina. Si stava torturando freneticamente le dita rosee, mentre batteva ripetutamente il piede sinistro per l'ansia, suscitando non poco fastidio nelle persone attorno a lei. Nonostante fosse sicura che Maya avesse completato il game di quella sera, non vederla rientrare insieme a tutti gli altri membri della Spiaggia, l'aveva fatta agitare.

«Maya!» gridò nel sentire la voce dell'amica ed incrociando il suo sguardo sorridente. Aveva qualche graffio sulle nocche ed un livido violaceo sulla parte altra dello zigomo sinistro, ma le sembrava stare bene. La maglietta che aveva messo per partecipare al game doveva essersi rotta o sporcata, perché Maya indossava solamente il reggiseno sportivo, ma Kuina decise di non darvi troppo peso. Si alzò di scatto, correndo per poterla abbracciare. «Si può sapere dove sei stata? Tutte le squadre sono tornate da un po'... ero preoccupata» le sussurrò con voce tremolante, nascondendosi nel suo collo. «Aguni ha insistito per andare a fare rifornimento. Mi dispiace» si scusò Maya, stringendola maggiormente e cercando di tranquillizzarla. «Non importa... adesso so che stai bene» le due si staccarono, allontanandosi dalla piscina per poter parlare del game.

Entrarono nella hall della Spiaggia, quasi del tutto diserta: la maggior parte delle persone era fuori ad aspettare la solita festa. «Allora, com'è andata?» domandò Kuina, sedendosi nei divanetti marroni e curiosa di conoscere anche la sua versione della storia. «È stato più facile del previsto» rispose semplicemente Maya, accomodandosi di fronte a lei. Sentendo la sensazione della gommapiuma morbida sotto il suo corpo ancora dolorante, le venne istintivo sprofondarvi dentro appoggiando la testa allo schienale e portando in avanti il bacino per stendersi. «Non sei la prima a dirmelo stasera» proseguì l'amica nella speranza di farla parlare, mentre ghignava sotto i baffi nel vedere l'espressione di Maya fintamente perplessa. «Ugh?» si limitò a mormorare, continuando ad osservare Kuina in modo confuso dal basso verso l'alto. «Non solo... una certa persona non ha fatto altro che elogiarti. E non sto parlando del Cappellaio» continuò con tono ironico e divertito, facendole l'occhiolino. «Kuina, dove vuoi andare a parare?» chiese Maya, tornando dritta con la schiena sulla poltroncina ed incrociando le braccia sotto il seno. «Da nessuna parte! Ma... Aguni dovrà iniziare a dividerti con qualcun altro durante i prossimi game» concluse Kuina. «Continuo a non capire» replicò la ragazza in modo serio. «Smettila di fare la finta tonta, Maya. Sai benissimo di chi sto parlando! Vuoi apparire costantemente ingenua, ma non lo sei affatto» odiava profondamente quando si comportava in quel modo: Maya era estremamente intuitiva e capace di arrivare al nocciolo della questione prima di chiunque altro. «E smettila di guardarmi in quel modo!» continuò a rimproverarla. «Non ti sto guardando in nessun modo» si giustificò prontamente la ragazza, ridacchiando per gli atteggiamenti buffi che adottava Kuina quando si arrabbiava. Aveva la strana abitudine di mettere il broncio, assomigliando esattamente ad una bambina a cui i genitori non comprano un giocattolo. «Si, invece! Dio... siete davvero uguali tu e lui» esclamò rassegnata. «Ma lui chi?!» Kuina aveva ragione: Maya non era mai stata una persona ingenua, soprattutto da quando era arrivata a Borderland e, dunque, sapeva perfettamente a chi si riferisse la sua amica. «Chishiya! Andiamo, Maya, non dirmi che non c'eri arrivata?» domandò Kuina sull'orlo della frustrazione. «Non mi ha mai rivolto la parola. Secondo te, come ci sarei dovuta arrivare?» non conosceva la ragione del perché si comportasse così solo quando le loro conversazioni si spostavano su quel ragazzo in particolare. «Magari perché eravate nello stesso game? E soprattutto, non fate altro che guardarvi a vicenda ogni qual volta finiate nel campo visivo dell'altro!» Maya sbarrò gli occhi imbarazzata, percependo una sensazione di calore su tutto il viso, il quale si stava pian piano colorando di rosso scarlatto. Cercò di trattenere le sue emozioni mordendosi violentemente l'intorno della guancia destra, ma con scarsi risultati. «E non provare a mentire, vi ho visti» Kuina era certa di averla in pugno finalmente: centinaia di volte aveva tentato di aprire un discorso su l'argomento, ma Maya era sempre riuscita a svignarmela con una scusa diversa e, per lo più, assurda. «O-okay, magari è capitato che incrociassi il suo sguardo. Ammetto che Chishiya è una persona interessante...» confessò la ragazza, deglutendo a fatica quel boccone amaro sotto gli occhi attenti di Kuina che, nonostante quanto avesse appena detto, continuava a guardarla in malo modo. «E va bene! Estremamente interessante - continuò, arrendendosi a quello sguardo inquisitore, ma senza lasciare a Kuina il tempo di cantare vittoria - Ma frena il tuo entusiasmo. Il fatto che lo trovi intellettualmente interessante, non significa che mi piaccia» il sorriso soddisfatto le morì sulle labbra carnose. «Ma... prima non lo avevi specificato!» urlò contrariata: Maya Mirakami, sei davvero impossibile! - pensò stufa di quell'atteggiamento così infantile. «Kuina! Anche se davvero mi piacesse, dubito fortemente che Chishiya potrebbe provare lo stesso per una come me» dopo quella affermazione, Maya sospirò pesantemente, puntando la testa verso la moquette rossa. «Non devi sminuiti in questo modo, tesoro» le disse Kuina addolcendo il suo tono di voce: la conosceva da diverso tempo oramai, eppure non riusciva ancora a capacitarsi di come una persona tanto forte, fosse anche estremamente insicura di se stessa. Maya era una bellissima ragazza con un carattere buono e gentile verso chiunque, e tutti alla Spiaggia sarebbero stati onorati di averla anche solo per amica. «Non mi sto sminuendo, Kuina. Cerco solo di essere razionale - si giustificò - Borderland non è un mondo fatto per le storie d'amore» concluse tornando a guardare l'amica, che con occhi preoccupati l'ascoltava attentamente. «E per questo vuoi davvero precluderti la possibilità di frequentare qualcuno?» Maya annuì debolmente. «Kuina, io non riesco a godermi la vita alla Spiaggia facendo finta che tutto il resto non esista solo per poche ore... non hai idea di quanto invidi la tua voglia di divertirti» Kuina si sollevò dal divanetto, spostandosi sul bracciolo della poltrona su cui era seduta l'amica per stringerla di nuovo tra le braccia. «Ho capito, scusami» Maya sprofondò in quel contatto sincero, avvinghiandosi a lei con tutta la forza che le era rimasta. «Sarà meglio che vada a cambiarmi, prima che qualcuno corra a dirlo al Cappellaio» disse staccandosi da Kuina. Le due si alzarono insieme per avvicinarsi alle scale sul fondo della hall. «Scommetto che non tornerai per la festa, vero?» chiese Kuina, sebbene conoscesse già la risposta. «Penso che andrò sul tetto a leggere... ma tu divertiti e cerca di non tornare tardi di nuovo» rispose Maya, suscitando una fragorosa risata da parte di entrambe. «Non posso promettere nulla - disse l'amica gesticolando - Ci vediamo dopo» concluse incamminandosi verso la porta finestra del cortile esterno. «A dopo!» urlò Maya per salutarla.

Ace of Hearts - ChishiyaWhere stories live. Discover now