24° CAPITOLO

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-Drew..è tuo padre..- sibillo. Osservo Logan che rimane a bocca aperta guardando prima me poi Drew, si alza e piano piano si avvicina al padre, lo fissa per un paio di secondi poi lo stringe forte a sé con un'abbraccio. Drew mi lancia un'occhiata veloce poi socchiude gli occhi e stringe forte il bimbo a sé. -Papà..- si allontana -Si?- sorride appena -Ti voglio bene- Drew si mette entrambe le mani sulle labbra e sorride, i suoi occhi luccicano da quanto è commosso -Vieni qui- mormora e il secondo dopo sono di nuovo abbracciati. Sono bellissimi.
-Okay...che facciamo?- chiedo facendoli staccare, sicuramente ora mi odieranno..
-Drew..papà, posso mangiare qui per favoree- Fa gli occhietti dolci. Blair mi guarda supplicante -E va bene rimani- esulta poi viene vicino a me -Rimani pure tu mamma?- mi dispiace rifiutare ma è meglio così infondo hanno bisogno di conoscersi più a fondo e da soli, in più non mi sembra il caso di rimanere, staremmo tutta la serata a punzecchiarci io e Drew e non vorrei che ci rimettesse Logan.

-No Logan scusa- mi alzo -Devo andare- li abbraccio entrambi e esco, non so perché ho abbracciato pure Drew però lui non si è staccato.

Il telefono suona così lo prendo e rispondo -Dimmi Naty!

-Ciao! Ho saputo che sei andata da Drew...non è quello che ti avevo detto.

-Scusa..

-Fa niente. Insomma cosa pensavo di fare? Siri Bennett non da retta a nessuno.

Scoppio a ridere.

-Apparte gli scherzi..sta sera si esce chiaro? C'è una festa ed è da un pò che non ti obbligo a venire..la cosa che cambierà è che non ci sarà Danny perché lui ha la bambina da tenere ma per il resto sarà come una volta..

-Ci sto.- ne ho proprio bisogno.
-Allora ti passo a prendere verso le otto va bene?

-Si, si

-Okay ciao!-

Prendo il telefono e avverto Drew che sta sera farò tardi con un messaggio e salgo in macchina diretta a casa dove mi attende mia madre a braccia conserte e Hanna che mi fa segno che sono morta -Che ho fatto ora?- chiedo non capendo -Voglio che ti trovi un lavoro almeno mi paghi!- nana ridacchia mentre io continuo a non capire. Perché mai dovrei pagarla? Cosa mi sono persa?

-Come, scusa?-

La mia domanda sembra irritarla ancora di più -Questa casa non è un hotel chiaro? Hai vent'anni non puoi entrare e uscire come e quando ti pare e piace!-

-Ventiquattro- apro lo sportello del frizer e prendo un cornetto classico -Mmh...buono- mormoro mordicchiandone un pezzetto -Cosa?- chiede confusa la mamma -Ho ventiquattro anni, lei- indico nana -A vent'anni-

-È uguale. Capisci cosa dico?-

-Si mamma! Ho capito...ma se ti ricordi bene questa è più casa mia che tua, ed è proprio perché ho ventiquattro anni che è giusto che io sia sempre fuori sarebbe strano il contrario.-

-Ei!- si lamenta Hanna -Scusa- ma non è colpa mia se è sempre in casa..

-Sta sera esco- affermo salendo in camera ma la mamma mi ferma sul primo scalino della scala -Ma lo vedi! È di questo che parlo. Non sei mai in casa e quando ci sei hai la testa ovunque fuorché qua. Mi sto scocciando, almeno se hai un lavoro mi aiuti con l'affitto e sei fuori casa per un motivo ragionevole- sbaita -Ma perché dovrei aiutarti con l'affitto mamma? Simon ti da abbastanza soldi da sfamarci in dieci- dico tornando a salire le scale ma mi blocca -Tuo padre..-

-Simon. Chiamalo Simon.-

-È comunque tuo padre..-

-Ma piantala. È stato più padre il vecchietto che ho incontrato in ospedale il giorno che è nato Mark che lui, avanti mamma. Oltre a donare lo sperma cosa ha fatto per noi?-

-Oddio...Siri!- trattengo una risata -È vero..- fa una smorfia -Che schifo detta così!- si lamenta. Mi fa morire dal ridere vederla così disgustata.

-Comunque non possiamo sempre contare su di lui, no?- si rigira una ciocca di capelli fra le mani nervosamente -E perché no?- alzo le spalle e salgo uno scalino -Perché no.- mi irrigidisco capendo ciò che sta succedendo. -Bastardo..- mormoro voltandomi verso mia madre, la quale appena mi vede sussulta intuendo la mia ira -Che bastardo!- urlo lanciando il gelato a terra, Lucky va subito a leccare mentre io comincio a camminare avanti e indietro -Calmati Siri..- prova a tranquillizzarmi inutilmente. -Posso sapere pure io?- chiede Hanna alzandosi -Che figlio di puttana!- urlo -Non ci credo.- mi scompiglio i capelli -Quello stronzo non solo vi ha sfrattate da casa vostra otto anni fa, ma addirittura nemmeno gli alimenti?- sbraito. Quello se lo vedo lo uccido, alla nostra famiglia fa solo del male. Prima tradisce la mamma, poi le sfratta e ora siamo a banca rotta, tutto per colpa di quello stronzo che la mamma continua ha chiamare 'padre'.

-Siamo al verde vero?- chiedo -Siri...- la fermo urlando -Mamma!-
Sussulta poi prende un gran respiro e sussura -Si- poi si siede sulla sedia mentre Hanna rimane a bocca aperta e gli occhi sgranati -Non ci credo....e il motivo?- chiedo -Non importa.- taglia corto -Non me lo avevi detto- dice Hanna guardandola -È da tanto che non ci parliamo- le sorride malinconica -Mamma voglio sapere il motivo per cui non ci da più i soldi visto che è ricco- la intimo -Non...-
-Mamma!- sospira -Okay...ha....trovato una famiglia che merita di più a quanto pare-
Trasalisco. Quel merdoso figlio di puttana, giuro che se lo trovo davanti in questo istante lo uccido di botte. -Mi sento male- borbotta nana sedendosi sul divano tenendosi la testa con una mano -Ccome facciamo con la terapia?- chiede balbettando -Se non abbiamo soldi...l'assicurazione non penso copra la cura io...io...cazzo- si alza e corre in camera sua facendo sbattere rumorosamente la porta -Non ci voleva.- dico sedendomi. -Siri...non ce la facciamo se non cerchi un lavoro...Hanna non ce l'ha fa in questo momento e io..sono troppo vecchia per trovare un lavoro, ora prendono solo ventenne.- annuisco. -Dove abita?- chiedo rendendomi conto troppo tardi di averlo chiesto seriamente. Voglio davvero andare là e vedere quanto sta bene per urlargli contro il dolore che sta facendo a noi? Non ne sono sicura di voler fargli avere il piacere di riferirgli quanto ci sta andando male in sto periodo mentre lui se la sta godendo -Non lo so..-

-Aspetta...ma lui deve per forza darci gli alimenti- rifletto ad alta voce -Si ma...non voglio spendere quei soldi che ci rimangono per un avvocato- dice -Ma vinceremmo la causa- ribatto sicura.

-E se invece pagasse per farcela perdere!? È un uomo d'affari Siri, conosce abbastanza persone e quasi tutte avvocati sa come fare in questi momenti. Basta che sborsa un pò di soldi ed è fatta.-

-

Appena ho finito di truccarmi per la serata scendo giù in salotto -Non è ancora uscita da camera sua?- chiedo a mia madre -No, vuole stare sola- annuisco. Il clacson suona così corro in giardino ritrovandomi la macchina di Naty davanti -Pronta?- chiede ridacchiando -Ovvio.- entro in auto. Sgomma e parte ridacchiando e cantando.

Sta sera non sarò nessuno e non ci sarò per nessuno. Voglio dimenticare i problemi con mio padre, i soldi, la malattia di Hanna, Drew, Logan...tutto. Se devo berrò pure, ma voglio divertirmi e avere la testa senza pensieri, voglio godermela questa serata. Ed è ciò che farò.

Siri Bennett sta arrivando.

UN CUORE DOLCE IN PIU'   -sequel di Cuore dolce carattere amaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora