Sì, sto bene

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"Alan non sto bene, devo avere l'influenza, segnami in malattia, non so quando riesco a rientrare".

Gli comunicai così, con un messaggio, che non sarei andata a lavorare. Se lo avessi chiamato si sarebbe accorto dal tono di voce che c'era qualcosa che non andava. Mandai un messaggio a Jessy e a Thomas e raccontai anche a loro la stessa bugia. Non lo so se ci credettero, non gli avevo mai mentito ma ora come ora non mi importava. Non mi sentivo in grado di dare spiegazioni, mi sentivo sul bordo di un precipizio e stavo lottando per non andare giù.

"Non preoccuparti, passiamo dopo a portarti qualcosa da mangiare, stai a letto" comparve sul display. No no no, Jessy e la sua premura... Le voglio bene, apprezzo sempre il suo preoccuparsi per me ma non voglio vedere nessuno, voglio solo sparire.

"Grazie non disturbarti, magari dormo. Ti chiamo io 🖤"

Mi scoppiava la testa, mi ero guardata con la fotocamera del telefono, avevo gli occhi gonfi e rossi, i capelli spettinati. Ero ancora dentro il letto, in tuta, e sentivo ancora il sapore delle sue labbra. Maledizione!

Mi sentivo soffocare, volevo andare via, dovevo andarmene. Non so dove ma dovevo allontanarmi da quel posto almeno per un po'. Pensai che dovevo farmi riportare Cerberus ma non potevo andare io a prenderlo. Non dopo aver mentito. Lo avevo lasciato al canile della centrale, ma sicuramente mi stava aspettando. Riuscivo a fare soffrire persino un cane, ero una persona orribile. Chissà se aveva combinato guai.

Mi sentii svenire quando mi alzai in piedi. Quando era l'ultima volta che avevo mangiato seriamente qualcosa? A parte un pezzo di cioccolata ieri sera. Che era finito nel parcheggio, dimenticavo. Già, ieri sera.

Ci eravamo solamente baciati.
-solamente?- taci maledetta voce.
In fin dei conti non era grave.

-ah no? lo sai che sareste andati oltre se non ti avessi fermata.- pensai che mi avrebbero davvero ricoverata dato che cominciavo a litigare pure con la mia stessa vocina interiore che pareva stesse prendendo autonomia.

Era così maledettamente sadica nel ricordarmi cosa avevo fatto le ore precedenti.
-e Phil?- oh adesso basta, taci!

So che con Phil non stiamo insieme ma allora perché mi sono sentita male al suo pensiero? Cosa sarebbe successo se lui non fosse mai sparito? Stavo usando Phil come un rimpiazzo? Ma io non ero cosi... O no?

Conclusi che non avevo voglia di pensarci in quel momento, non mi sentivo affatto bene. Tornai a stendermi nel letto e mi addormentai rannicchiata su me stessa. Mi svegliò il suono del campanello. Fuori era quasi scuro, dovevo aver dormito almeno qualche ora.

No Jessy perché sei così testarda accidenti? Le volevo bene per la sua premura ma non me la sentivo di vedere nessuno. Rassegnata mi alzai ad aprire, mi sarei inventata qualcosa. Mi aspettavo sulla soglia lei e Thomas, stavo già per aprire bocca, ma non era Jessy.

Era l'ultima persona che avrei voluto vedere, merda, perché avevo aperto? Il mio senso di colpa fatto uomo era lì sulla porta, bello e sexy come sempre, con una busta di cibo sicuramente assemblata dalla sorella.

Lei e le sue idee. Sapeva che non ci vedevamo per via del cane ma sapeva anche che oggi non era con me. Aprii la porta ma la lasciai socchiusa. Un chiaro segno che doveva stare fuori, lasciarmi la spesa e andare via. Non era la prima volta che lo facevamo, entrambi.

La maggior parte delle volte era perché avevamo ospiti nel letto durante le nostre pause. Ci facevamo una risata e tornavamo in momenti più opportuni.

"Ciao Hawkins. Scusa non mi sento bene, è meglio se mi stai lontano. Magari sono contagiosa" gli dissi tirandomi su il cappuccio della felpa, cercando di nascondere gli occhi gonfi e fingendo un colpo di tosse. Ma ehi era Phil, chi volevo prendere in giro? Lui mi conosceva più di me stessa.

Non disse ciao, non disse sono passato a portarti questo, non disse mi ha mandato mia sorella, non disse scusa torno un altro momento. No. Niente del genere. Lui andava dritto al punto come un carro armato. Niente fronzoli. Sempre. Mi piaceva il suo non girare attorno alle cose se doveva dire qualcosa, ma stavolta avrei preferito fosse meno perspicace e diretto.

"Stai bene? Non parlo della tua finta influenza." Aveva gli occhiali da sole sulla testa. Dedussi che doveva essere stata davvero una bella giornata fuori prima che facesse scuro.

"Sì, sto bene, solo una giornata no. Niente di che. Torno a letto. Grazie per essere passato". Gli sfilai la busta dalle mani.
Feci per chiudere la porta ma lui me lo impedì tenendola aperta con la mano.

(-Andiamo Phil lasciami andare-) pensai.

"Non mi piace la tua faccia. Non fraintendermi, la tua faccia mi piace moltissimo, più di quanto pensi. Ma non mi piace la tua espressione. Ho già visto quell'espressione. Non stai bene. Non mentirmi. Non a me Bishop" e facendo forza sulla porta entrò in casa.

(-dannazione tra lui e la sorella non so chi sia più cocciuto-)

Mi prese per le spalle e mi abbassò il cappuccio per guardarmi negli occhi. Ogni volta che mi guardava così ero colpita e affondata.

(-Maledizione Phil, smettila di leggermi l'anima. Smetti di essere comprensivo, premuroso, sexy, smetti di salvarmi!-) 

No, no, no, non volevo mettermi a piangere, non di nuovo. Ma non volevo mentire proprio a lui. Potevo anche non raccontargli niente, era solo un bacio.
Lo era Hailey? ...Bugiarda...
Sarebbe andato via e lo avrei dimenticato...Bugiarda...

Ma dopo tutto quello che aveva fatto Phil per me non sarebbe stato giusto tagliarlo fuori. Avevo bisogno di stare da sola e lui aveva il diritto di sapere che non aveva fatto niente. Che non era colpa sua. Non volevo essere come Hannah e lui non era come Thomas. Niente bugie tra noi, niente verità non dette. Mai.

Il volto di Jake si sovrappose a quello di Phil... Come aveva detto l'agente Garcia? È ora Jay. Anche per me era ora di dire la verità. Le bugie portavano solo ulteriore dolore. Lo avevamo imparato bene. Non avrei mentito. Non a lui.

"Ti devo parlare Phil". Chiusi la porta, gli presi le mani e lo portai a sedersi sul divano.

I'm here (Italian Version)Where stories live. Discover now