2. Unicors & Elves

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Non ci ha mai creduto ai tipici cliché cinematografici, quelli dove sai già come andrà a finire

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Non ci ha mai creduto ai tipici cliché cinematografici, quelli dove sai già come andrà a finire.

Dove il cielo è grigio e fuori piove a dirotto. La tipica coppia perfetta quel giorno ha litigato e ad un certo punto suona il campanello. "Non so dove altro andare" dice uno, "Entra" fa quell'altra.
Oppure quando i due hanno prenotato una stanza d'albergo ma per un errore commesso la camera ha solo un letto, e dovranno dormire insieme.

Sono risaputi e possibili solo nei libri, non crede che possano succedere anche nella vita reale.
Non ci crede. Non ci vuole credere.

Fatto sta che l'unica persona che non voleva ritrovarsi davanti era lui... E invece.
I suoi occhi ghiaccio lo perforano fino a fargli male, la sua figura prepotente lo assale attraverso le ombre delle luci.

Il cuore gli si ferma da dov'è posizionato per salirgli fino in gola. Apre e chiude la bocca più volte, al contrario degli occhi, che non osano sbattere.
Il labbro inferiore inizia a tremare e non riesce a fermarlo.

Forse ha pure emesso qualche suono, ma non si sarebbe sentito comunque.

Forse oltre al labbro sta tremando da capo a piedi, e forse Louis l'ha capito dal modo in cui il suo angolo della bocca si incurva all'insù, fino ad emettere una risatina.

Lo shock si tramuta in rabbia. Sta ridendo, sta ridendo di lui.

Lo guarda per l'ultima volta con gli occhi verdi patinati da lacrime per la vergogna.

Con un rantolo se ne va sorpassandolo, scontrandosi però contro il suo bicipite per il poco spazio. Lo scontro lo fa rallentare, cosicché Louis lo possa bloccare dal polso.

«Non mi toccare Louis, sul serio–»
«Non sapevo–»

«E non parlarmi!» sbraita anche per farsi sentire. Louis lo guarda con occhi bui; non li riconosce nemmeno: erano più chiari quando era inverno.

Lo avvicina a sé, dove l'odore di vodka alla menta si mischia con quello agli agrumi del suo profumo. «Se voglio parlarti lo faccio, pesciolino.»

Le lacrime questa volta scendono veramente. «Smettila!»

Lo tiene fermo dal polso, lo sta stringendo così forte che rimarrà di certo l'impronta. L'altra mano invece è gentile, appoggiata sulla sua schiena come se fosse un mezzo abbraccio; un "bentornato". Prima lo squadra, poi lo fissa quasi ammorbidendo lo sguardo, «Non sapevo fossi qui.», poi allenta la presa.

Ed Harry ne se va così, con una frase di augurio e di speranza.
Se ne va con il cervello in tempesta e le guance di pioggia.

È diventato debole. E lui non vuole essere debole. Non vuole piegarsi ai suoi stupidi giochetti, perciò cerca Lola fra tutta quella gente. Chiazze di rosso e di perle.
Si arrende di nuovo. Tanto è inutile.

Si scola altri tre bicchieri di vodka lemon e uno di cuba libre buttando via altre ventisei sterline.
Tutto è sfocato e le psichedeliche luci si tramutano in ombre danzanti.
Urla. Canta. Balla. Dimentica.

Hot Summer Days ✦ sequel mini long larry!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora