XVII. Piani

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𝐌𝐚𝐫𝐬

𝐌𝐚𝐫𝐬

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Erano poche le cose di cui fosse certo

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Erano poche le cose di cui fosse certo.
Che Kassandra fosse una grande impicciona era una di quelle.
Spinse in avanti le porte della palestra e storse il naso quando fece caso al disordine in cui riversava, dopo che Apollo e Morpheus si erano allenati.

Lanciò una breve occhiata a Kassandra e allargò le braccia. «Allora, da dove vuoi partire?» Inclinò appena il capo, sfidandola con lo sguardo.

Kronos gli aveva affidato una missione e non l'avrebbe deluso. Allenare Kassandra non era un grande problema, sarebbe stato ancor meglio averla più preparata per i giorni successivi.

Kassandra afferrò alcuni pugnali affilati da un tavolino e li lasciò scorrere tra le mani.
Mars aggrottò la fronte. Non riusciva ancora a decifrare quella ragazza. Restava sempre un puzzle incompleto, non era in grado di trovare il pezzo mancante di quel mosaico così intricato. Fin dal primo momento aveva avuto la sensazione che non fosse come tutti loro, che Kassandra avesse un animo di natura diversa. Eppure, aveva mostrato alcuni sprazzi -veloci come lampi- di follia. Prendeva decisioni piuttosto avventate.
Ancora non sapeva perché fosse approdata in quel distretto, quale fosse la sua storia, ma non voleva forzarla a riesumare ricordi spiacevoli, nel caso ci fossero.

«Facciamo una gara a chi prende più volte il bersaglio.» Kassandra lo riportò alla realtà, fendendo l'aria con il pugnale. «Ci stai?»

Mars scrollò le spalle. Si aspettava un allenamento più intenso, ma forse Kassandra non era in vena di sudare troppo quel giorno. Ancor meglio, perché avevano un appuntamento con la biblioteca, per un'intensa sessione di studio e approfondimento. «Va bene. Spero la tua mira sia migliore. Dubito, ma vediamo.»

Kassandra lo fulminò con lo sguardo. La trovava così poco credibile quando era arrabbiata. Non era molto alta o per lo meno nettamente più bassa di lui. Si irrigidiva e arricciava il naso, sperando di apparire minacciosa. A Mars, in quell'istante, Kassandra sembrava minacciosa quanto un pulcino con un coltello tra le mani.

Kassandra gli mollò un pugno sulla spalla e prese il pugnale. Lo osservò con attenzione, rigirandolo tra le mani. «Rendiamola difficile. Siamo autorizzati a distrarci. Chi di noi perde, domani si presenterà a lezione con Kronos in intimo.»

𝐒𝐢𝐧𝐬 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐞 𝐅𝐚𝐭𝐡𝐞𝐫Where stories live. Discover now