Quattro

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Per quanto disastrosa, la situazione in qualche modo si regge in piedi grazie alla presenza di Scott e dello sceriffo, che non vanno mai via di casa, o almeno non nello stesso momento, senza lasciarli mai soli. Precipita tutto, però, due settimane dopo, quando Stiles praticamente li manda via e loro, dato che sta meglio, non possono far altro che ubbidire. Derek vorrebbe piangere, davvero, quando Scott si chiude la porta di casa loro alle spalle e Stiles sembra rilasciare un sospiro di sollievo.

“Finalmente libero!” dice, appoggiando la testa sulla spalla di Derek, il naso contro il suo collo. Derek vorrebbe comportarsi normalmente, ma non può fare a meno di irrigidirsi e quasi gli dispiace, perché Stiles lo nota. “Der, ho bisogno di dirti una cosa” dice, infatti, con tono sommesso e guardandolo negli occhi. “Mi dispiace di aver dubitato di te. Io ricordo poco della discussione, ma so di essere sempre stato una persona insicura e... beh, ho paura di perderti, lo sai. Anche se razionalmente so del legame e lo sento, ma la paura di perderti mi paralizza e mi fa pensare a cose assurde. So che non ti togli la fede a lavoro, so che non mi tradisci, Der, davvero. Sei l’amore della mia vita...”

Derek non sa cosa gli impedisce di piangere. Si ficca gli artigli nei palmi delle mani per non urlare e correre via, lasciandosi quello Stiles alle spalle. Il suo Stiles, quello che lo metteva al primo posto, quello delle dichiarazioni d’amore, quello delle tante parole che gli hanno sempre spappolato lo stomaco. Chiude gli occhi, per regolarizzare il respiro, per concentrarsi sul battito del proprio cuore e non sull’asfissiante profumo del suo compagno e sul suo lupo che scalpita per reclamarlo. Tutto quello che riesce a fare è allungarsi verso l’armadio dell’ingresso, prendere una felpa di Stiles e passargliela.
“Cosa significa?” chiede, ma la indossa comunque.

“Che andiamo a fare una passeggiata al parco. Ti va?” risponde, cercando di regolarizzare la sua voce, mentre apre la porta di casa.

Stiles lo sorpassa, profumando di felicità così tanto che Derek deve farsi forza per non sollevarlo e baciarlo lì, nel vialetto di casa.

“Dai, Sourwolf! Andiamo!” lo incita. Derek chiude la porta e si mette al suo fianco, il sole che gli riscalda la pelle e un leggero venticello che potrebbe schiarirgli i pensieri.

Almeno fino a quando Stiles, sempre profumando di felicità, allunga titubante una mano verso la sua, intrecciando le loro dita. Derek vorrebbe solo scappare, di nuovo, ma stringe quella presa, camminando al suo fianco e, come facevano anni prima, ascoltando tutte le storie che Stiles si inventa sui passanti che incontrano. "Forse dovremmo tornare a casa" dice Derek.

Il sole sta calando e percepisce il corpo di Stiles raffreddarsi. Eppure sembra così felice da non rendersene nemmeno conto. "Posso invitarti fuori a cena?"

Derek viene preso alla sprovvista da quella proposta. Tutto gli urla di non accettare, di mantenere più distanza possibile tra loro ma, dopotutto, forse è meglio passare del tempo tra la gente che chiusi in casa da soli, giusto? "Dove vorresti portarmi?"

"Cosa ne dici di scoprire se il ristorante del nostro primo appuntamento esiste ancora?"

Derek se lo ricorda molto bene esattamente come ricorda altrettanto bene quella sera: Stiles era appena uscito dall'accademia e ancora era in prova in un ufficio dell'FBI. Prendeva una miseria, abitava in un minuscolo monolocale e a stento arrivava alla fine del mese. Eppure aveva voluto offrire lui a tutti i costi e Derek glielo aveva permesso. Erano finiti in un piccolo ristorante cinese e nonostante trovava la loro cucina troppo speziata, era stata una delle cene migliori a cui era mai stato. Camminano lentamente verso il locale e Derek spera vivamente abbia chiuso. Invece lo trovano aperto e, nonostante siano passati più di dieci anni è ancora identico ad allora. Si accomodano allo stesso tavolo e Stiles non smette di sorridere e parlare mentre Derek si sforza di mangiare nonostante lo stomaco chiuso. Finiscono la cena, tornano a casa e Derek tira un sospiro di sollievo chiudendosi la porta alle spalle: quella prima giornata è passata. Lascia il bagno a Stiles e poi resta in doccia più tempo del necessario sperando di trovare l'altro già addormentato nel letto. Entra in camera trovandolo con gli occhi chiusi e un'espressione rilassata sul viso. Si prende qualche istante per osservarlo, osservare quel viso che ha amato così tanto e ama tutt'ora al punto di distruggersi per aiutarlo. Si abbassa a prendere la maglia che usa come pigiama per poi sgattaiolare fuori dalla stanza. "Dove stai andando?"

"A bere" mente. "Ti porto un pò d'acqua?"

"Sì, grazie."

Derek scende in cucina, versa dell'acqua in un bicchiere e torna da Stiles. Gli porge il bicchiere per poi stendersi nel letto al suo fianco e spegnere la luce. Chiude gli occhi e regolarizza il respiro mentre sente Stiles agitarsi al suo fianco. Lo sente avvicinarsi e posargli la testa sul petto. Istintivamente lo abbraccia. "Cosa c'è?" gli domanda.

Sente le dita di Stiles accarezzargli il petto e l'odore dolce e inconfondibile della sua eccitazione. "Beh... pensavo... siamo finalmente soli e non stiamo insieme da così taaaaaanto tempo..."

La mano scende ancora più giù e Derek gliela blocca. "Hai sentito cos'ha detto il dottore? Niente sforzi."

"Ma..."

"Stiles non voglio rischiare di perdere il controllo e farti del male" tenta.

Stiles gli bacia il collo facendolo rabbrividire. "Possiamo fare altro però."

"Stiles..."

La mano del ragazzo si libera dalla presa di Derek e raggiunge i boxer accarezzandolo da sopra l'intimo. Derek si ritrova a sospirare, gli era mancato così tanto sentire le sue mani su di lui che non crede di avere la forza per respingerlo. Stiles gli morde il collo, le dita si infilano sotto la stoffa afferrandogli l'erezione che si sta pian piano risvegliando. Resta immobile mentre Stiles continua ad eccitarlo con i suoi movimenti. Nemmeno si rende conto di trovarsi senza intimo, il corpo nudo di Stiles sopra il suo, i loro cazzi uniti nella mano del ragazzo e i suoi artigli a graffiare la pelle pallida delle natiche di Stiles. Dura tutto una manciata di secondi, o forse è Derek ad essersi come dissociato dalla realtà. Si rende conto di quello che è successo solo quando si trova senza fiato con Stiles che ridacchia contro al suo collo. "Abbiamo sporcato la tua maglietta" gli dice.

Derek si tocca la macchia umida e sente l'aria mancargli davvero. "Vado a cambiarmi."

"Da quando ti importa di queste macchie?" gli domanda.

Ma Derek non risponde chiudendosi in bagno. Apre la doccia infilandosi dentro con la maglia e resta seduto nel piatto, la testa tra le mani e le lacrime a confondersi con il getto d'acqua. Quando torna in camera Stiles non è più nel letto. Non pensa di avere la forza di andare a cercarlo ma non crede di poter fare altro. Scende al piano di sotto e lo trova in cucina con una tazza fumante in mano. "Pensavo fossi già crollato."

Stiles fa un piccolo sorriso triste che gli trafigge lo stomaco. "Devo averti detto delle cose proprio brutte se non riesci neppure a fare l'amore con me."

Sì, lo ha fatto. E Derek se le ricorda proprio tutte. Così come ricorda il dolore di ogni singolo giorno passato senza il suo compagno. "Mi dispiace" mormora.

"Credo dovrei essere io a chiederti scusa. Ma il non sapere di cosa mi rende poco credibile, vero?"

Derek gli accarezza i capelli. "Ho bisogno di un pò di tempo."

Sperando che la memoria ti torni presto vorrebbe aggiungere.

"Dovresti anche tornare a lavoro. Ormai sto bene, restare qualche ora da solo non è un problema. E in ufficio avranno bisogno di te."

Derek non entra in quell'ufficio da tre anni e mezzo cioè da quando aveva deciso per la propria sanità mentale di andarsene da New York. Ormai era una figura rilevante in quell'editoria e pur di non perderlo gli avevano concesso di lavorare da casa. Ma, ovviamente, Stiles non poteva saperlo e staccarsi da lui per qualche ora avrebbe potuto aiutarlo a reggere la situazione. "Ne sei sicuro?"

"Sì."

"D'accordo. Domani vado e provo a sentire se posso cominciare solo con mezza giornata. Cosa ne dici se andiamo a letto?"

"Sì."

Si infilano entrambi sotto le coperte, Stiles gli da la schiena senza accennare a volerlo toccare mentre Derek non riesce a chiudere occhio.

RitorniWhere stories live. Discover now