Alessia Frison nasce il 12 luglio 2005 a Mestre. Cresciuta in una città in provincia di Venezia dove tutt'ora risiede. Ama la scrittura, i piccoli gesti e viaggiare. "Ogni notte la sento, chiudo gli occhi e mi ritrovo catapultata a quel silenzioso 2020. I telegiornali non facevano altro che ripetere numeri, numeri che oscillavano tra morti e contagi. E che ne sarà di noi? D'un tratto non ricordo cosa vuol dire abbracciare e poi ancora, come se non bastasse, non mi riconosco più io, non riconosco più niente intorno a me. Ma la vedo, eccola in lontananza, la luce, sto rivedendo la luce. Concretezza o astrattezza? Banalità o verità? Esagerazione o amore? È vero o no? Sto sognando o la sto abbracciando? Ho fame o sto cercando di scappare? Papà sta bene oppure Il Mostro lo sta mangiando? Ho bisogno di aiuto o ce la faccio sola? Ho perso il treno o me lo sto inventando? Sarà per sempre o è solo illusione? Non importa, non importa. La mia luce ha un nome e un cognome. E chi sei tu? Occhi color ghiaccio e capelli color carbone, ti vedo ma non ti posso toccare, almeno non ancora, dovrò aspettare. E quanto?" Sono successe così tante cose in questi ultimi anni, tutto troppo in fretta. Alessia ha 14 anni, eccoci a marzo, metà marzo, le strade si svuotano e intorno a esse, solo un silenzio assordante: il papà lamenta dei dolori allo stomaco e da quel giorno inizierà una salita senza mai una discesa. Alessia cresce, è piccola ma allo stesso tempo grande per quello che sta vivendo. Come si può sentire una ragazzina di quell'età in condizioni simili? Costretta a crescere così precocemente e dolorosamente? Come può trovare la forza? Può essere aiutata da qualcuno? I social lo possono fare? In questa storia, Alessia ripercorre la sua vita degli ultimi tre anni, una storia dura di coraggio e lacrime. Ma anche una storia sorridente, bella e ricca di avventure.
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