Capitolo 26

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Nel momento in cui salii sul sedile del passeggero dell'auto di Zack, le mie palpebre iniziarono a chiudersi. Ero stata così paranoica nelle ultime settimane che fu quasi impossibile per me dormire.

Tuttavia, mi costrinsi a rimanere sveglia. Smanettai la radio o tracciai cerchi sul finestrino.

"Dormi," disse Zack. "Sembri un cadavere."

Ero troppo stanca anche solo per rispondere alle sue provocazioni. Scossi la testa intontita, cercando di ricordare se stavo disegnando una farfalla o un tamburello. 

"Non posso," mormorai, rannicchiandomi contro il bordo del sedile. "Ho un tema da consegnare entro mezzanotte e se mi addormento, non sarò in grado di svegliarmi."

Lui guardò l'orologio. "Sono già le undici. Puoi chiedere una proroga al tuo professore?"

Mi sfuggii un leggero scherno. "Se non avessi van Hoffen forse." Scossi la testa. "Andrà tutto bene. Una volta risolto questo problema, tornerò a dormire normalmente e andrà tutto bene."

"Hai problemi a dormire?"

"Ancora più del solito," dissi, "continuo a pensare che siano lì a guardarmi."

Fece una pausa. "Puoi dormire nella mia stanza."

Questo mi svegliò. Raddrizzai la schiena, guardandolo lentamente.

"Sei..." La mia voce si affievolii mentre guardavo nello specchietto laterale.

Dietro di noi, un'auto rossa ci seguiva così da vicino che quasi ci toccò. 

"Zack," Dissi. "Lascia passare la macchina dietro di noi."

Corrugò le sopracciglia poi si guardò indietro. Roteando gli occhi, fece cenno loro di passare.

Invece, chi era alla guida accelerò ancora di più, andando a sbattere contro il retro dell'auto.

La mia testa girò di scatto. "Che diavolo?"

Non c'era nessun altro sulla strada, lasciando loro molto spazio per passare. Invece, lo fece di nuovo, speronandoci più forte.

"Zack," dissi. "Zack, accosta." 

"Non posso," disse, spingendo sull'acceleratore. "Tieniti."

Abbassai il finestrino per dare un'occhiata fuori, cercando di ignorare il battito del mio polso. Mi ci volle un secondo per riconoscere l'autista. I suoi capelli erano ricci e biondi invece che castani ma il viso era lo stesso. Era la faccia che vedevo da mesi nei miei incubi.

"Oh mio Dio," dissi, "è Marcus." Mi girai in avanti, impedendomi di guardare indietro di nuovo. "È Marcus! Ci sta inseguendo!"

Zack accelerò ma Marcus lo seguì altrettanto velocemente e in modo molto più sconsiderato. Abbassò il finestrino accanto a noi.

"Accosta!" Marcus ruggì. "Finiamo tutto questo!"

Il mio cuore sembrò come se qualcuno lo stesse tenendo nel palmo della mano e lo stesse stringendo. Sentii il mio respiro diventare più forte man mano che cercai di controllarlo.

Andò a sbattere di nuovo contro la nostra macchina, stavolta di lato. Le nocche di Zack erano bianche sul volante.

Ci fu un incidente. Uno che mi fece stringere i denti e uno strillo che non suonò come il mio squarciò dalla gola.

Seguì un momento di silenzio. Come se qualcuno ci avesse messo un barattolo. Durò troppo a lungo prima di scomparire.

Mi sentii cadere nell'oscurità.

•••••

Quando aprii gli occhi, c'era un uomo con grandi occhi nocciola che mi guardava. I miei occhi guizzarono verso il distintivo sulla sua uniforme. C'erano sirene in lontananza, attutite dalle porte dell'ambulanza. 

Aprii la bocca ma non uscì alcun suono. Invece, un dolore lancinante rimbombò nella mia gabbia toracica, come se qualcuno avesse strappato le mie ossa.

"Sdraiati. Sdraiati," disse l'uomo. "È sveglia! Qualcuno può portarmi dell'acqua?"

"Dove si trova?" Dissi. "Zack..."

"Non parlare," disse. "Stiamo arrivando in ospedale. Risparmia le energie per-"

"Ho bisogno di sapere se sta bene." Sussurrai.

L'uomo aprì la bocca per rispondere quando l'ambulanza parcheggiò e io venni stesa su una barella. Cercai di alzarmi ma ogni respiro in me crollava finché non ricaddi sdraiata.

Le mie palpebre iniziarono a chiudersi ma proprio mentre venivo portata dentro, vidi una barella.

Era coperta.

Il panico mi attraversò e spinsi i palmi delle mani nel tentativo di alzarmi. Le persone intorno a me mi dicevano di sdraiarmi. Mi dicevano di calmarmi. Ma tutto quello che riuscivo a vedere era la sagoma di un corpo su quella barella non molto distante dal mio.

"No," sussurrai.

Mi tornò tutto in mente in una volta.

Guardarlo negli occhi alla festa in cui ci eravamo incontrati per la prima volta.

Aprirgli la porta di casa, con i capelli umidi e un sorrisetto compiaciuto.

I baci sul campo di calcio.

Dirgli ti amo sotto le stelle.

Mi sentii come se stessi morendo. Il dolore mi attraversò ancora e ancora, ma non potevo farci niente. La perdita di controllo che avevo sempre temuto era arrivata. Mi inghiottì e mi torturò finché tutto quello che potei fare fu sdraiarmi e lasciare che l'oscurità mi avvolgesse.




S/A.

😶‍🌫️

The End Zone ▪︎✔️ (Italian Translation)Where stories live. Discover now