Capitolo 4

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"Styles!" urlai alzando un braccio per farmi notare.

Lui calciò il pallone passandomelo, corsi verso la porta e facendomi largo con delle finte ai miei avversari tirai un sinistro facendo goal.

Il mio amico mi raggiunse dandomi una pacca sulla spalla. Mancavano pochi minuti al termine della partita, al fischio dell'arbitro smisi di correre e mi passai una mano tra i capelli bagnati dal sudore.

Rivolsi uno sguardo verso gli spalti dove c'era Scarlett. Era una partita tra amici, giusto per passare il tempo, ma lei aveva insistito per venirmi a vedere.

Era passata una settimana dalla festa di lavoro dello studio di mio padre e io non mi ero più fatto vedere. Sorrisi alla mia ragazza e agitai la mano per salutarla. Tra poco avremmo festeggiato due anni di fidanzamento e non avevo nessuna idea su cosa organizzarle. Avrei chiesto consiglio a Harry.

Raggiunto lo spogliatoio mi tolsi la maglia e con essa mi asciugai il sudore sulla fronte. Harry mi passò accanto e prese il suo borsone.

"Harry dopo devo parlarti" lui annuì.

"Ci vediamo questa sera o va bene anche una telefonata?" chiese caricandosi il borsone in spalla.

"Vediamoci dopo cena, magari nel parco qui di fronte"

Mi salutò e con fretta se ne andò, probabilmente aveva qualcosa da fare.

"Amore sei stato bravissimo!"

Mi voltai verso quella voce così squillante. Scarlett mi abbracciò ma si allontanò di scatto quando si rese conto di quanto ero sudato.

"Va bene se ti riaccompagno a casa?" le chiesi accennando un sorriso.

"Speravo potessimo cenare insieme" mise il broncio.

"Scusami ma vorrei passare da mio padre, è da una settimana che non mi faccio vedere"

Le lasciai un dolce bacio sulle labbra, per scusarmi.

"Meno smancerie Horan!" scherzò un mio compagno di squadra.

Risi lanciandogli la mia maglietta addosso.

"Allora ti aspetto fuori" sussurrò lei toccando di nuovo le labbra con le mie.

Ripresi la mia maglietta e la indossai, appena tornato a casa mi sarei fatto una doccia e poi sarei andato da mio padre.

*

Non c'è niente di più comodo di un pantalone di una tuta. Chiusi la zip della mia felpa e entrai nello studio legale. Anche se era estate, qui in Irlanda, la sera c'era sempre quel fresco venticello che ti faceva venire la pelle d'oca.

Alcuni dipendenti se ne stavano andando. Mi salutarono augurandomi buona serata, cosa che io ricambiai.

Volevo sapere come se la cavava Cloe a lavoro, ma poi mi ricordai che lei prestava lavoro qui solo la mattina, in orario scolastico giustamente. Mi ero comportato male con lei, volevo chiederle scusa.

Svoltai nel corridoio dove c'era il piccolo ufficio di Teresa e di fronte quello di mio padre. Dalla vetrata dell'ufficio della sua segretaria vidi una chioma rossa che attirò subito la mia attenzione.

Sorrisi.

Bussai alla porta e la sua dolce voce mi diede il consenso di entrare. Appena mi vide chiuse di scatto un'agendina su cui pochi secondi prima stava scrivendo qualcosa.

"Niall". Era sorpresa di vedermi.

"Cloe, come mai qui a quest'ora?" mi avvicinai.

"Ieri non sono venuta e dovevo recuperare le ore in cui sono mancata" disse con tono strano.

L'amore all'improvviso || Niall HoranDonde viven las historias. Descúbrelo ahora