Capitolo 12

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La porta cigolò appena fu aperta dal moro il quale la richiuse immediatamente alle sue spalle; davanti a lui, al centro della sala, ad aspettarlo vi erano il padre e il fratello minore Devin; quest'ultimo aveva diciassette anni. Era l'unico membro della famiglia Zervas ad avere gli occhi verdi, i capelli ricci e scuri erano stretti in una treccia francese.
Kendall non capiva la presenza del fratello e del perché stesse ricevendo quello sguardo accusatorio proprio da lui.

-Dimmi padre-
Fu il primo a parlare, Kendall.

-Non so più come comportarmi con te, figlio mio-
Colin avanzò con sicurezza, troneggiando su di lui.

Kendall non alzò lo sguardo da terra e Colin continuò a parlare: -Non voglio fare giri di parole, so benissimo che tu sei a conoscenza del perché io ti abbia fatto chiamare-

-In realtà padre- deglutì il ragazzo -non lo so-

-Ah no, figlio mio? Ti rinfresco subito la memoria allora- ridacchiò con cattiveria,Colin -Tuo fratello mi ha portato delle prove-

Kendall sudò freddo a quelle parole e tentò di indietreggiare di un passo, ma Colin non glielo permise tenendolo in trappola con il suo sguardo.

-Non so di cosa stai parlando-

-Kendall Kendall Kendall, figlio mio- sospirò Colin -Sai quanto odio le bugie, vero?-

Il giovane annuì con timore.

-Sai, ho ucciso quell'inutile essere umano ieri perché mi ha mentito, cosa ti fa pensare che io non possa fare lo stesso con te? Pensi che il nostro legame di sangue mi impedisca di ucciderti?-

-P-padre-

-Taci Devin!-

Kendall chiuse gli occhi per un attimo quando sentì il padre urlare. Il fratello minore si ammutolì deglutendo.

-La risposta alla mia domanda è "No"- tornò al suo discorso, Colin - Devin mi ha detto che hai avvertito gli assassini di tuo fratello che li abbiamo trovati-

Kendall sgranò gli occhi e lentamente alzò, spaventato, lo sguardo verso il più giovane il quale aveva un velo di pentimento nel suo volto.
Lo sguardo del primo andò in direzione del padre il quale gli sussurrò all'orecchio: -Odio i bugiardi-

Kendall non fece in tempo a replicare che si trovò scaraventato a terra un paio di metri più distanti dal padre.
Un urlo di dolore abbandonò la sua gola e le mani spingevano la parte del viso squarciato sporcandosi di sangue.

-Kendall!-
Urlò il fratello il quale, dalla paura, non fece un passo.

Colin aveva raggiunto il figlio a terra e senza alcuna esitazione, lo colpì violentemente sulla bocca dello stomaco con un calcio; Il corpo rotolò addosso a delle vecchie sedie in legno massiccio e il dolore di Kendall era così forte da non riuscire a emettere fiato.
Il giovane tremava dalla paura e dalla tortura che stava subendo, si rannicchiò su se stesso appena realizzò che Colin si fosse avvicinato pericolosamente a lui; la schiena di Kendall fu colpita più e più volte dai calci del padre il quale non si fermò neanche sentendo i gemiti di dolore del figlio. Devin guardava inerme la scena con le lacrime agli occhi.
L'uomo afferrò il corpo esausto dai capelli i quali avevano perso l'elastico e lo sollevò da terra; Kendall aveva il volto ricoperto di sangue e la vista gli si stava annebbiando dal dolore, il suo labbro inferiore fu spaccato da lui stesso poiché lo morse cercando di resistere alla tortura.

-Ti ricordi cosa ti dissi quella volta?-

A fatica, Kendall annuì ricevendo un sorriso sghembo dal padre il quale lanciò il corpo senza alcuna pietà al centro della sala; la schiena di Kendall fu rivolta nuovamente verso il soffitto, stremato non riuscì a muovere un solo muscolo rimanendo a terra.
Colin trasformò metà del suo braccio e lunghissimi e affilati artigli sostituirono le sue mani

-Ho detto che ti avrei fatto fare la stessa fine di Hunter e così farò-

L'uomo sollevò il suo braccio per poi scagliare il colpo decisivo sul corpo di Kendall che serrò gli occhi dal terrore. Le lacrime non avevano cessato un solo momento di abbandonare i suoi occhi, tuttavia non per il massacro a cui stava venendo sottoposto, bensì la sua mente cominciò a fargli vedere i volti della sorella più piccola, della madre, di Hunter e dei due gemelli Gavrila; piangeva perché una volta morto, non avrebbe potuto più difendere i suoi migliori amici dalla furia di Colin.

-Basta!- Devin si gettò sopra il corpo del fratello maggiore piangendo disperato -Ti prego, basta padre! Basta!-

Gli artigli sfiorarono la schiena del più giovane che non accennò ad abbandonare il fratello che guardava il vuoto stanco e agonizzante.
Colin si ritrasse e il braccio tornò umano.
Calò un pensante silenzio che quasi fu assordante, le urla si erano sentite per tutta la struttura non passando inosservate ai membri del branco.
L'uomo guardò con disprezzo Kendall:-Sei ufficialmente esiliato-

-No!-
Si oppose inutilmente Devin, il padre proseguì noncurante la sua camminata verso l'uscita.

-Sparisci, prima che io dia l'ordine di ammazzarti-

Le lacrime del corpo martoriato aumentarono, ma senza esitare Kendall provò a mettersi in ginocchio. Il suo corpo tremava, il volto gli pulsava e l'odore del sangue lo stava nauseando.
Devin si sbrigò a mettersi vicino al fratello e provò ad aiutarlo, ma Kendall gli si rivoltò spingendolo via e facendogli vedere le zanne. Il giovane indietreggiò a terra spaventato mentre il moro lo guardava con odio e tristezza; l'unico occhio sano di Kendall era spalancato e aveva assunto un colore ocra, le fauci sporche di sangue erano in mostra, tuttavia la trasformazione parziale non durò molto poiché il corpo era esausto.
Da solo e a fatica, Kendall riuscì a sollevarsi in piedi e si trascinò verso la porta sotto lo sguardo pentito del fratello minore.

-Volevo solo dare una mano!- gridò Devin tra le lacrime -Volevo giustizia per Hunter!- continuò.

Kendall bloccò la sua camminata sentendo quelle parole.

-Così ne hai perso un altro di fratello-

Devin non ribatté e Kendall aprì la porta trovandosi davanti l'ultima persona che mai avrebbe voluto vedere in quel momento.
Gli occhi color miele della bambina erano spaventati e preoccupati, le manine erano strette al suo petto e il mento tirato all'insù per poter guardare il fratellone il quale non riuscì a fermare il suo pianto silenzioso.
La bambina abbracciò il fratello maggiore con tutto l'amore che provava per lui e questo a Kendall fece ancor più male; quest'ultimo si mise in ginocchio davanti alla sorellina e le sorrise a bocca chiusa.

-Non ti avevo detto di andare dalla mamma?-

-Si, ma ho sentito papà urlare e mi sono preoccupata... Scusa...- gli occhi della piccola cominciarono ad inumidirsi: -Papà ti ha fatto tanto male questa volta!- pianse disperatamente buttandosi tra le braccia di Kendall che a stento riusciva a rimanere lucido.
Devin uscì dalla stanza affiancandosi ai fratelli, il più grande gli fece segno di prendere in braccio Trudi che non oppose resistenza.

-Le ho promesso che le avrei comprato un gelato, ma in queste condizioni non posso...-

-Ci penso io-
Sussurrò Devin.

-E tu Principessa, fatti mettere dalla mamma il vestito più bello che hai. Mi raccomando!-
Disse Kendall toccando il naso a Trudi per poi lasciare che i due fratelli si allontanarono.

Egli si girò dirigendosi dalla parte opposta della struttura e si portò una mano sull'occhio ferito, gli sguardi del branco erano ricoperti di dispiacere mentre seguivano la figura malconcia raggiungere le scale.

I miei coinquilini sono vampiri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora