«No, Black! Avrete l'appoggio di tutti. Non vi serve, no!»
Ma le parole di Nicholas erano inutili, Trevor era ormai dinanzi al bordo del letto, tanto alto da arrivarmi alle clavicole. Assottigliò lo sguardo, le labbra umide dischiuse e il mento sollevato verso di me.
«Ti avevo sottovalutata, Rossa. Devo ammetterlo. Se tu non fossi così prevedibile, saresti perfetta.» Mi afferrò un fianco e mi strattonò.
Caddi dinanzi a lui, ginocchioni.
«In fondo non vedevo l'ora di giocare con te.» Mi baciò, in un modo tremendo e imperioso.
Mi afferrò la spalla e mi sbatté contro il muro. Lo morsi, frastornata, gli conficcai i denti nella pelle.
«Così, esatto.»
Si passò il pollice sul sangue che usciva dal labbro carnoso. Sorrise, compiaciuto ed ebbro, un desiderio sinistro e agghiacciante. Mi afferrò la mandibola e mi profilò il volto schiacciandomi contro la parete.
«Non voglio che ti scordi di me facilmente, Rossa» bisbigliò. Mi intrappolò la pelle tra spalla e clavicola tra i denti e succhiò con foga. Serrai gli occhi, scacciando ogni sensazione.
Le grida di Nicholas mi bucarono i pensieri.
Ero letale, in quell'astio che mi distrusse dall'interno. Ero una macchia nera, vuota. Non mi sarei piegata; avrei combattuto per ciò che desideravo, per rimanere salda in me stessa. Avrebbe potuto fare quello che voleva di me, non mi sarei piegata.
Saremmo sopravvissuti sia io che Nicholas, non importava il prezzo da pagare. Non avrei lasciato che sacrificasse la sua vita per la mia.
Trevor scese tra morsi che mi graffiarono la pelle e mani che si infilavano ovunque; i ringhi di Nicholas erano terribili.
Ero roghi di silenzio nella mente.
Ero strilla della vecchia Sam; ali di libertà scosse dal vento.
Salì in ginocchio sul materasso, mi strinse la vita e mi tirò a cavalcioni su di lui. Non ebbi il tempo di scostare la testa, cercando di approfittare del cambio di posizione, che mi spinse con foga contro la parete.
Le urla di Nicholas si mescolarono alle percosse che risuonavano nell'aria. Serrai gli occhi con tutta me stessa quando la sua mano, dopo avermi rubato ogni briciola di nudità del torso, scese ad avvinghiarsi ai miei fianchi, dentro i pantaloni.
«Non urlerò il tuo nome, Trevor.» Gli sputai addosso, fiera, di marmo, insensibile.
«Lo farai, se vorrai suggellare il nostro patto.» Il pollice di Trevor mi scavò l'inguine con un gemito pesante che mi rovinò addosso.
«Accetto!!» gridò Nicholas.
Rimanemmo tutti immobili, il polpastrello di Trevor premuto contro la mia nudità.
Pregai, col respiro affannoso, pregai, nel buco in cui avevo rinchiuso la mia mente e tutte le mie sensazioni. Il pollice di Trevor scivolò all'imbocco e tornò sù, premendo con frustrazione. Estrasse la mano, ma mi trattenne a cavalcioni su di lui, la mia schiena premuta contro la parete; inclinò lo sguardo dietro di sé.
«Alla fine accetti, Nicholas Kayle?»
E fu un tremito inesauribile.
Tornò a posare le iridi pece su di me, mi lanciò un lungo sguardo obliquo e poi si allontanò, privandomi della sua presenza.
Rabbrividii negli anfratti più speranzosi di me stessa.
«Era ora.»
Trevor fece un gesto fugace con la testa e gli uomini lasciarono andare Nicholas, che cadde carponi, stremato e seviziato.
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Black Moon ~ Figli della Luna
RomanceROMANCE ~sfumature Dark ~sfumature Thriller A ventun anni Sam si sente sempre come la se stessa bambina: sola, diffidente nel fidarsi degli altri. A ventiquattro anni Nicholas è tenuto alla larga da tutti come se fosse un cartello di pericolo, nero...