2★

741 28 48
                                    

2004

Astrid Müller stava per morire, ebbene sì era sul punto di togliersi la vita.
Vi starete chiedendo il perché stesse per compiere quel gesto così duro,tutta colpa del bullismo.
In quel periodo la ragazza dagli occhi blu stava scoprendo la sua sessualità,provava attrazione sessuale sia per i ragazzi sia per le ragazze.
Un giorno si trovava dietro la scuola con una certa Klara,che era arrivata all'inizio del anno.
Appena era entrata in classe,la ragazza rimase folgorata dalla sua bellezza.
Voleva tanto conoscerla e poi voleva anche dare il suo primo bacio.
Sì Astrid non aveva ancora dato il primo bacio ed era vergine,di questo se ne vergognava.

Tutte le sue compagne di classe erano già esperte,da una parte le invidiava.
Quel maledetto giorno lei e Klara erano rimaste dietro la scuola a parlare e scherzare,erano diventate un sacco amiche e la castana si era presa una gigantesca cotta per lei.
Astrid aveva paura.
Aveva paura che la bellissima ragazza bionda dagli occhi verdi,non ricambiasse.
Voleva baciarla,voleva assaporare quelle labbra così morbide e perfette.
Quella era anche un'occasione per capire se le piacessero anche le ragazze.
Probabilmente era così ma voleva accertarsene.
Si sedettero su una panchina,Astrid le prese le mani e poi parlò.
Rilevò i suoi sentimenti,ormai non si poteva più tornare indietro.
Klara aveva risposto che anche lei provava dei sentimenti.

Astrid era così felice,stava scoppiando di gioia.
Non poteva crederci che stava per dire il suo primissimo bacio.
La castana chiuse gli occhi e aprì leggermente la bocca,i loro nasi si sfiorarono fino a quando una voce fin troppo conosciuta da Astrid, arrivò nelle orecchie delle due.
"Dio mio che schifo!"esclamò Clementine.
Le due ragazze, spaventate,si allontanarono e ritornarono in un certo senso nel mondo reale.
Clementine aveva il telefono in mano e aveva una faccia schifata,stava facendo un video.
Attorno a lei c'era il suo gruppetto,che prendeva di mira Astrid sin dal primo anno delle superiori.
Clementine era la tipica ragazza popolare e figlia di papà,la odiava.
Anche le sue amiche erano come lei,fatte con lo stampino.
"Oddio non sapevo che foste lesbiche,che schifo"Mia fece finta di vomitare.

"Leva questo cazzo di telefono,ti prego"Astrid si alzò dalla panchina e cercò di toglierle il telefono di mano.
"Uhhh stai cacciando gli artigli per proteggere la tua fidanzatina"Clementine alzò il telefono.
Klara era seduta sulla panchina,con le lacrime agli occhi.
"Per favore finitela..."stava cercando di non scoppiare a piangere.
"Prendetevi una stanza, veramente che schifo"Monika posizionò una mano sul cuore.
"Io non sono lesbica..."la sua voce tremava e cercava di tenere il contatto visivo,per non mostrarsi debole.

"Una ragazza così bella come si mette con questa emo"Clementine parla con Klara.
La bionda non muoveva un muscolo,i suoi occhi guardavano il terreno.
"Clementine finiscila!"urlò la castana,dandole uno spintone.
Non voleva essere debole,non ce la faceva più.
La ragazza si allontanò e le cadde anche il telefono.
"Ma che cazzo fai?! Psicopatica!"strillò.
Mia e Monika si abbassarono e presero il telefono,ormai distrutto.
"Tu adesso me lo ricompri"le strinse il polso e Astrid fece una smorfia di dolore.
"Mai..."disse a denti stretti.
"Clementine finiscila..."finalmente Klara si alzò e cercò di prendere la mano della castana,per salvarla in qualche modo.

"Che carina,ti vuole salvare...gente come voi mi fa veramente ribrezzo"la buttò a terra e si avventò sul suo corpo.
"Astrid!"urlò la bionda arrivando in suo soccorso.
Le amiche di Clementine la presero e la bloccarono.
Di quei minuti Astrid si ricordava solo i pugni che colpivano il suo viso e le urla di Klara.
Ovviamente la notizia venne subito saputa da tutti,iniziarono anche a chiamarla psicopatica solamente perché aveva distrutto un telefono a una ragazza per di più ricca.
Dopo quel fatto non seppe più niente su Klara,pochi giorni fa aveva saputo che si era trasferita in una nuova scuola lasciandola sola.

Astrid Müller si trovava sul tetto della scuola, precisamente sul cornicione pronta per farla finita.
Tra le dita aveva una sigaretta.
Buttò la cenere a terra e fece un lungo tiro.
"Che scuola di merda"sbuffò, facendo uscire il fumo dalle narici.
La ragazza dagli occhi blu aveva iniziato a fumare solamente a dodici anni.
I suoi genitori non è che si importavano più di tanto di lei.
I suoi occhi erano pieni di lacrime,ormai il suo trucco si era completamente rovinato.
Non c'era nessuno che potesse aiutarla.
Klara era sparita dalla sua vita,come un cazzo di ladro.
Greta,Simon e Lukas si trovavano a Berlino.
Non c'era nessuno.

Buttò la sigaretta a terra,senza spegnerla con il piede.
Alzò una gamba che iniziò a penzolare nel vuoto.
Ormai che viveva a fare?Nessuno le voleva bene,nessuno la capiva.
Nemmeno il canto e la musica riuscivano più a farla stare bene.
Si,Astrid cantava e suonava la chitarra elettrica da quando aveva quattro anni.
Chiuse gli occhi e si prostrò in avanti per buttarsi ma ad un tratto sentì una porta aprirsi.
Spalancò gli occhi.
E se fosse un professore?
Si girò di scatto e vide due ragazzi.
Uno aveva i capelli corti e neri,sembrava che avesse un piercing al sopracciglio.
Aveva anche un trucco meraviglioso.
Invece l'altro aveva i dread marroni,che finivano ad essere biondi.
Un piercing al labbro e dei vestiti tre taglie più larghe di lui.
I suoi capelli erano coperti con un capello a visiera.
Stavano cercando qualcosa,forse un nascondiglio.
Non si erano nemmeno accorti della presenza di Astrid.

"Avete avuto la mia stessa idea?"gli chiese con una risatina amara.
I due la guardarono, spalancarono leggermente gli occhi vedendo la castana sul cornicione.
"Sei amica di Konrad?"le domandò il ragazzo con i dread.
"Ti sembro sua amica? Comunque no e non so nemmeno chi sia"si asciugò gli occhi e fece un gran sospiro.
Konrad era il bullo dei due gemelli Kaulitz,Tom e Bill.
Quel ragazzo bullizzava i due per il loro look,pensava che fossero gay.
In realtà non solo lui li prendeva di mira,quasi tutta la scuola li odiava.
Astrid, stranamente,non li aveva mai visti.
Probabilmente era impegnata a scappare da Clementine e il suo gruppo.

"Tu sei Astrid Müller"osservò Bill
"Vedo che anche voi mi conoscete,la lesbica psicopatica della scuola"si mise a braccia conserte e i suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime.
"Ma io non sono lesbica,mi piacciono sia i ragazzi che le ragazze...ma nessuno lo capisce"sbuffò.
"Io non penso che tu sia psicopatica, insomma sembri gentile e buona"disse Tom con un mesto sorriso.
Ci stava provando?
Astrid abbassò il capo e le sue guance divennero leggermente rosse.
"Non voglio che ti butti,ti prego non farlo"il ragazzo con i dread si avvicinò lentamente alla ragazza.
Bill guardava preoccupato la scena,aveva paura che Astrid potesse buttarsi da un momento all'altro.

"Perché ci tieni così tanto a me?Non abbiamo parlato e non ci conosciamo"
"Siamo nella tua stessa situazione"protese la sua mano per aiutarla a scendere dal cornicione.
"Possiamo essere amici,poi potremo proteggerci a vicenda"aggiunse.
Astrid prese la mano e scese dal cornicione.
"Menomale...mi stavo cagando sotto"Bill tirò un sospiro di sollievo e posizionò una mano sul cuore,che stava battendo all'impazzata.
"Comunque mi avete salvato la vita e non conosco ancora i vostri nomi"rise leggermente.
"Io sono Bill e lui è mio fratello Tom,siamo gemelli"rispose il ragazzo con fierezza.
"Non l'avresti mai detto vero?"
"Posso essere sincera?"
I gemelli annuirono.
"Non l'avrei mai detto"rispose la castana con un mezzo sorriso.
È da quel momento che iniziarono i tre anni più belli della sua vita.


Angolo autrice.
Ciao a tutti!Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto.
Questa storia si alternerà tra il presente e il passato,quindi racconterò le prima volte di Astrid.
Comunque scusate per non aver pubblicato subito ma ho iniziato a leggere My Living Nightmare(che mi sta facendo impazzire).
Sono arrivata al capitolo "Mummy" che sarà abbastanza traumatico(ho visto qualche spoiler su tik tok)
E niente ci vediamo al prossimo capitolo!

Giulia🖤

«𝙏𝙀𝙀𝙉𝘼𝙂𝙀 𝘿𝙄𝙍𝙏𝘽𝘼𝙂»𝖳𝗈𝗆 𝖪𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓Where stories live. Discover now