53. Il verme e la roccia

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Credete che da sola non sia in grado di rovinarvi?E perché diamine non l'hai ancora fatto? Spingo la testa verso il bracciolo di pietra nera e mi massaggio la fronte, il palmo occulta del tutto i miei occhi

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Credete che da sola non sia in grado di rovinarvi?
E perché diamine non l'hai ancora fatto? Spingo la testa verso il bracciolo di pietra nera e mi massaggio la fronte, il palmo occulta del tutto i miei occhi. Cos'altro dovrebbe pensare dato che continui a giocare con lui? Con tutte le occasioni che ho avuto, forse non ce n'è stata nemmeno una in cui l'abbia affrontato sul serio. Se l'avessi fatto, il suo nucleo sarebbe sciolto da un pezzo.

Ho forse dimenticato quello che ha fatto? Un uomo che si lascia accecare dalla rabbia non può detenere una tale autorità. Tutti i potenti sono vulcani, e i vizi sono gas disciolto nel magma. Non importa quale sia la fonte di quella pressione. Superbia, avidità, ira. Qualunque essa sia, condurrà ad eruzioni. Causerà distruzione indiscriminata. È l'ordine naturale delle cose. Solo una calamità maggiore, che distrugga lo stesso altopiano, può salvare gli innocenti. I potenti devono essere retti. Vulcani spenti, privi del fuoco della passione malsana. Sono gli unici degni di sedere sulla cima di quella montagna perché, solo allora, sui versanti fertili cresceranno frutti che la lava non spazzerà via.

Stritolo la roccia ruvida, e questa si sgretola in polvere che si incastra sotto le unghie affilate. Un uomo che sacrificherebbe decine di innocenti, con l'obiettivo di annientare il suo stesso fratello, è un uomo privo di qualsiasi contegno. Tiro un colpo al bracciolo. Ciò che mi fa scorticare la pelle, sul fondo del pugno, è il fatto che quello stesso uomo sia il solo rimasto a custodire qualcosa di altrettanto innocente.

Al matrimonio di A-Yao, Jin Ling, senza farsi notare da Jiang Cheng, mi ha lanciato un'occhiata complice, che ho ricambiato con discrezione. È tutto ciò che potevamo permetterci, dato che né io né Jiang Cheng ci saremmo avvicinati per porgerci i saluti reciproci. Durante il banchetto, ho colto svariate volte Jiang Cheng rimpinzare il piatto di Jin Ling più di quanto un bambino di cinque anni possa mai mangiare, fino a svuotare il proprio. E nel farlo ha sempre mantenuto il mento alto davanti a sé, sforzandosi di sbirciare verso il nipotino soltanto con la coda dell'occhio. Terminato il pasto, Jin Ling ha afferrato la gonna dell'hanfu violetto e, stropicciandosi l'occhio, ha mormorato qualcosa che non potevo udire. Jiang Cheng sembrava in difficoltà. Ha tirato un sospiro, si è guardato attorno, infine l'ha raccolto e con un'espressione arrendevole se l'è messo in braccio. Il bambino ha strusciato il viso nell'incavo del suo collo, aggrappandosi a lui con le piccole braccia, e per la prima volta ho intravisto sul volto di Jiang Cheng l'ombra di un sorriso.

Non mi piace ammetterlo, ma la cosa mi ha turbata, impedendomi persino di finire il pasto. Le mie intenzioni nei riguardi di Jiang Cheng all'improvviso mi hanno fatta sentire estremamente sporca e ipocrita, me che fino a quel momento andavo tanto fiera del voler ripulire il mondo dalla feccia e tutelare la vita dei più deboli. Approfittando dell'assenza degli sposi e della confusione generale, sono sgattaiolata sul balconcino del piano superiore, che antecede le stanze per gli ospiti allora vuote. Sono salita per schiarirmi la mente, sperando che il freddo potesse intirizzire i granelli di sabbia che scivolavano sul mio cuore. Chi avrebbe immaginato che proprio Jiang Cheng mi avrebbe perseguitata seguendomi anche lì?

L'Ultimo Raggio [MDZS x Fem!Reader]Where stories live. Discover now