Lo specchio delle vane speranze

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«Qui si dice che chiunque si guardi in quello specchio e tocchi le ametiste della cornice, verrà maledetto e la sua anima sarà condannata all'eterno tormento. L'ultimo viso che la sua preda guarderà, sarà quella del suo carnefice: la persona che più ha amato in tutta la sua vita mortale.» si intromise Hoseok, leggendo dal database del Museo 6.

Yoongi a quel punto scrollò le spalle e si incupì.

Già sentiva di disprezzare quel gioiello dell'Occulto.

«Non possiamo semplicemente distruggere il talismano? Non posso credere che una persona l'abbia creato. Per cosa poi? Per lasciare dietro di sé una scia di morte?»

«Distruggerlo? Sei impazzito, hyung?» Namjoon si irrigidì.

Non era ciò che suo nonno si premurò di insegnargli sin dalla sua più tenera età. Per lui i manufatti avevano un valore eccezionale, crudeli o meno che fossero.

«Per lo più sono tutti talismani che le persone hanno creato per vendetta o con la semplice inclinazione al male. Perché tenere quei tesori così pericolosi?» continuò Yoongi.

«Noi non distruggiamo i talismani, Yoongi hyung. Noi siamo Collezionisti e seguiamo la volontà di Cornelia la Luce: anche l'oggetto più abietto ha il diritto di vivere. La colpa è di chi l'ha costruito per quella funzione specifica e non sua.» spiegò Namjoon.

«Noi non li usiamo per scopi malvagi, ma ci sarà sempre qualcuno pronto a rubarli per il potere.»

«Finché ne avremo la possibilità, li custodiremo in segreto dal resto del mondo.»

«Come vuoi tu.» si arrese Yoongi.

Non era il caso di discutere ulteriormente con qualcuno che era nato e cresciuto in quell'ambiente. Difficilmente si poteva riuscire a fargli cambiare idea.

«Dove dobbiamo andare?»

«Ma guarda: a quanto pare si ritorna a Busan.» fece Seokjin, leggendo il fascicolo che Namjoon aveva lasciato sopra la teca del Manoscritto di Vanessa Clifford.

Il Collezionista, una volta afferrato il piccolo volume di fogli, pensò bene di allontanarsi dalla teca perché conosceva perfettamente il suo contenuto: infatti, il manoscritto era stato scritto dall'autrice con il suo stesso sangue e tra le sue confessioni distorte vi erano anche le sue famose maledizioni in gaelico.

Per Seokjin anche solo guardare il manoscritto gli procurava una sorta di malessere all'altezza dello stomaco.

«Busan?»

Il volto di Yoongi si impallidì di colpo: sudò freddo e dentro di lui si aprì una vecchia ferita che credette di aver lasciato dietro di sé.

Certo, aver incontrato Park Jimin lo aveva scombussolato e ora che cosa avrebbe fatto se lo avesse visto di nuovo?

"No, Busan è grande e non è possibile che qualcuno di così stronzo lassù ci voglia vedere ancora insieme."

«C'è qualcosa che non va, Yoongi-ssi?» chiese Seokjin.

Hoseok, invece, smosse la spalla del maggiore e quest'ultimo negò con la testa.

«No.»

«Lo Specchio di Delfi si trova attualmente al Museo di Arte Contemporanea di Busan. Non sarà facile prelevarlo.» disse il Rettore.

«E dunque che cosa intendi fare?» domandò Seokjin, arrivandogli di spalle.

Yoongi ebbe modo di confrontare i loro comportamenti nel periodo in cui era entrato a far parte del mondo del Museo e ci vedeva abbastanza bene da potersi sbilanciare: i sorrisi erano gli stessi che era solito donare a Jimin durante i loro primi incontri e lui non era il tipo da essere così accomodante con la manifestazione dei suoi sentimenti.

Museo 6 (BTS fanfic)Where stories live. Discover now