L'antica leggenda della Luce

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Un lungo respiro lasciò le sue labbra sottili mentre gli occhi si spalancarono d'improvviso e poi strizzati con forza, da un intenso bagliore.

«Cos'è questa luce?» si domandò la ragazza disorientata.

Le lunghe ciocche castane caddero in avanti, giacendo sul morbido lenzuolo.

«Ben svegliata!»

Annalena si guardò incredula i palmi delle mani aperte: era viva?

Poi, notata la presenza di una donna e la sua voce calda e gentile al suo fianco, si girò.

«Cornelia? No... hai il suo aspetto ma non sei lei.»

Cornelia Cassia Flaminia, la prima Rettrice in assoluto del mondo dei Musei, era in piedi a pochi passi dal capezzale di Annalena e allungò la propria mano per accarezzarle il volto e poi i capelli.

Un tocco delicato come una piuma che incantò per un attimo la ragazza.

«Io sono il Granato Giallo. Ma anche Cornelia.» le rispose Cornelia.

«Com'è possibile?» sgranò gli occhi Annalena, scostandosi dalle carezze in tutta fretta.

Negli occhi dell'antica donna romana non vi era nient'altro che la verità: un luccichio divertito attraversò il suo sguardo imperturbabile come se quella dichiarazione non avesse alcuna importanza.

«Oh cara!» ridacchiò lei. «Sono pur sempre un tesoro maledetto, il mio potere non è puro come vuole apparire. Mi sono nutrita della forza di Cornelia quando era in vita e la sua coscienza ha preso forma in me: ecco in che modo mi fortifico e possiedo il volto della tua Rettrice.»

Terrorizzata, Annalena osò interrogare il tesoro maledetto.

«Succederà anche a me? Consumerai la mia energia?»

«Lo sto già facendo, Annalena.» rispose il Granato Giallo. «Semplicemente non te ne stai rendendo conto. In cambio dei poteri di preveggenza, delle illusioni e la magia che si attribuiva alla dea Hecate, sto assorbendo la tua linfa vitale e anche se tu dovessi allontanarti da me, io continuerò a nutrirmi come ho sempre fatto.» dichiarò.

«Non ti ho mai chiesto di avere dei poteri.» esordì Annalena.

«Non importa: è così che stanno le cose e prima di te tutti i miei portatori l'hanno accettato. Tu non hai voce in capitolo, puoi solo seguire il destino che ti è stato dato.»

«Sì, che mi condanna a morte!»

«Cornelia è vissuta a lungo nel regno mortale e così tutti i portatori del Granato Giallo. Perché io possa vivere, anche il mio portatore deve vivere. Tu hai tutta la vita davanti: puoi sposarti, avere dei figli, un buon lavoro e persino vedere i tuoi nipoti laurearsi se non ti cacci in qualche pericolo. Sarò anche pericolosa, ma ci tengo alla vita dei miei portatori.»

«Non ci credo per niente.»

«Ho sempre badato a te, sin dal 1999. Ti ho vista crescere...» iniziò a raccontare il manufatto.

«E intanto ti nutrivi della mia energia vitale.»

Il Granato Giallo camminò su e giù per l'immensa camera da letto decorata dalle pareti fino al soffitto da immensi bassorilievi: scritte antiche e disegni stilizzati si alternavano in una sequenza meticolosa e i pilastri che facevano angolo, invece, erano la rappresentazione di figure mitologiche forti e impavide.

"Che cosa c'è scritto? Non riesco a leggerle, oppure è il Granato di Cornelia a impedirmelo?"

«Ti ho donato dei poteri che molti desidererebbero avere.»

Museo 6 (BTS fanfic)Where stories live. Discover now