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Momo sospirò.
Era da dieci minuti buoni che lui e il suo compagno di banco, di cui non si ricordava neanche bene il nome, camminavano alla ricerca di questo famoso castello infestato dai vampiri.

<<Non è che ci siamo persi?>> chiese.
Era l'altro a guidarlo, non aveva in mano neanche una cartina e il cellulare non prendeva.
<<Certo che no. Per chi mi hai preso, Sunohara?>> rispose stizzito il suo coetaneo dai capelli castani.
<<Se lo dici tu…>> sussurrò Momo, non era molto convinto di quello che diceva l'altro.

Poco dopo, però, il moro si girò a guardare alla sua sinistra.
Il bosco in cui si erano inoltrati era completamente in silenzio, ma aveva avuto la sensazione che qualcuno li stesse osservando.

Notò un castello non molto distante da loro e poggiò una mano sulla spalla del suo compagno di banco, fermandolo.
<<È quello.>> disse mentre l'altro annuiva.

Si avvicinarono in silenzio a quel castello apparentemente disabitato.
Era veramente possente, tutto in pietra, e il portone principale era enorme, probabilmente alto almeno cinque metri.

<<Entriamo?>> chiese Momo, iniziava ad essere su di giri.
Il castano deglutì a vuoto.
Aveva proposto lui quella prova di coraggio, perché così, quando sarebbe tornato a scuola, si sarebbe potuto vantare con le ragazze di essere stato più forte mentalmente del moro.
Ma ora iniziava ad avere paura, l'aria che tirava intorno al castello non era molto rassicurante.

Un pipistrello passò sopra le loro teste e Momo sorrise.
Invece, il sangue nelle vene dell'altro ragazzo si gelò, aveva tanta, tantissima, paura.

Momo aprì il portone mettendoci un po' di forza, era veramente pesante.
Poi, entrò nel castello e fece cenno all'altro di fare lo stesso.
Una volta che entrambi furono nell'entrata di quel maniero, il portone si chiuse da solo alle loro spalle, producendo un forte tonfo.
Il castano saltò in avanti, terrorizzato, ma Momo non sembrò darci tanto peso.

Il moro iniziò a camminare.
Tutto all'interno di quel palazzo era incredibilmente vecchio ma tenuto in buono stato, cosa insolita visto che nessuno, in teoria, si sarebbe dovuto avvicinare a quel posto.

<<Sunohara…>> chiamò la voce del castano.
<<Cosa c'è?>> chiese Momo, non girò neanche la testa per guardare l'altro.
<<Ora che siamo entrati, possiamo uscire. È un pareggio…>> affermò il ragazzo, non ce la faceva più, voleva tornare a casa.
<<Non c'è nulla di cui preoccuparsi.>> disse il moro inoltrandosi nell'area sinistra del palazzo.

Il suo compagno di banco lo seguí tremando.
Era veramente troppo per lui e per il suo povero cuore.

Affisso ad una delle pareti vi era un quadro raffigurante un giovane uomo dai capelli bianchi.
Aveva gli occhi azzurri ed era vestito con abiti bianchi.
"È…affascinante…>> pensò Momo immaginando che quello potesse essere il vecchio proprietario del castello.
Nel frattempo, però, si sentí un fruscio.

<<Sunohara, c'è di sicuro qualcuno!>> urlò il ragazzo castano.
<<Sarà solo un animale, magari un topo. È un castello abbandonato…>> rispose il moro, gli occhi erano ancora puntati sul quadro.

Poco dopo, un altro rumore venne percepito dai due ragazzi.

<<Io me ne vado! Non ce la faccio più!>> esclamò il castano.
<<Con le tue urla avrai spaventato l'animale di prima.>> disse Momo, sul suo volto era presente un'espressione calma e rilassata.

Un altro suono ancora.
E poi un altro.

Il moro si guardò intorno.
Era tranquillo, ma, quando il suo compagno di banco iniziò ad agitarsi sempre di più, decise che era meglio uscire.

<<Andiamocene via.>> disse prendendo il polso destro dell'altro e iniziando a trascinarlo via.
Il castano sembrava impazzito e, per di più, aveva la nausea.

<<Cerca di collaborare, almeno.>> affermò Momo, non poteva di certo portarsi dietro un ragazzo a peso morto, era troppo pure per lui.

Con i suoi occhi magenta scrutò l'ambiente circostante e, una volta arrivati davanti al portone d'ingresso, lasciò un attimo l'altro.
Cercò con tutte le sue forze di aprire il portone di legno, ma era troppo pesante, ancora di più di quando l'aveva aperto dall'esterno.

"C'è qualcosa che non va." notò il moro.
Era come se quel posto non volesse lasciarli andare.

Diede una spallata alla porta, ma nulla, non si decideva ad aprirsi.

Osservò l'altro ragazzo.
<<Potresti, per favore, darmi una mano? È nel tuo interesse uscire da qui.>> chiese.
Il castano lo guardò tremando e tenendosi la testa tra le mani.
<<Lo prendo per un no.>> borbottò Momo.

Ritornò a guardare la porta.
Da qualche parte doveva esserci qualcosa per aprirla, ne era certo.

I due udirono un altro tonfo, questa volta proveniente da dietro di loro.
Momo si voltò di scatto, ma non vide nessuno.
Iniziò a sospettare che l'altro lo stesse condizionando.

Affranto, il moro sbatté i pugni sulla porta.
Lui, una persona piena di vita e con sempre il sorriso sul volto, non poteva di certo passare tutta la vita in un castello abbandonato con un ragazzo che se la faceva sotto per una prova che aveva proposto lui stesso, era assurdo.

Momo sentí del vento fresco scompigliargli i capelli.
Aveva la sensazione che qualcuno gli fosse passato vicino.

<<Mi state prendendo in giro?>> sbottò.
O aveva le allucinazioni oppure quelle sensazioni erano vere e il posto era veramente abitato da vampiri.

Dietro ad una delle colonne, non molto distanti dal castano, il moro intravide una figura.
Non riuscì a capire di che colore fossero i suoi capelli o se almeno ce li avesse.
Non era neanche certo che avesse sembianze umane, in realtà.

Sentí un'altra ventata d'aria fredda, questa volta direttamente sul suo collo.

Momo non si lasciò impressionare, ma il suo compagno di banco urlò, terrorizzato a morte, e iniziò a sbattere ripetutamente contro il portone d'ingresso.

Quella porta enorme e di legno si aprì per un attimo.
Il castano uscì di corsa, ma, proprio mentre Momo cercava di fare lo stesso, si richiuse, con lui dentro.

Il moro sbattè la testa sul portone e iniziò a vedere tutto nero, perdendo i sensi.

La dimora dei vampiri - YukiMomoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz