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Stavo sognando una fitta foresta, buia, fredda, con rami che cadevano in tutte le direzioni e altri che mi sbarravano la strada. Stavo correndo lungo la boscaglia, avevo fretta e mi guardavo costantemente indietro. I piedi nudi risuonavano sulle foglie secche e i ramoscelli che mi ferivano la pelle. Il lungo vestito bianco che portavo sfolazzava al vento freddo, sferzandomi il viso. Passai sotto un albero dai grossi rami che mi caddero davanti, intrappolandomi. Cercai di tornare indietro ma sunghi rami pieni di spine erano comparsi tutti intorno a me. Non avevo via di fuga. Con le mani già sanguinanti e piene di graffi afferrai i rami provando a tirarli via ma era tutto inutile. Gridai con tutta la forza che avevo ma dalla bocca non uscì niente. Non riuscivo a parlare, non potevo muovermi... ero in trappola.

Hyunjin: Hyuna.

Apparve alla mia sinistra, etereo come la luce di un fuoco fatuo. Era appena al di là dei rami, immobile, che mi guardava con espressione sofferente. Mi sporsi verso di lui, sbattendo le mani contro le spine appuntite ma rimase immobile.

Chan: Hyuna.

Alla mia destra sentii la sua voce calda che mi chiamava. Anche lui, come Hyunjin, era dall'altra parte del muro di rami ma la sua espressione non era sofferente ma impassibile. Slanciai l'altra mano verso di lui che riuscì ad afferrarla infilando la mano negli arbusti. La sua pelle candida era intatta, senza graffi. Intrecciai le dita alle sue, stringendo forte la mano.
Alla mia sinistra sentii rumori di legna incrinata e stoffa strappata. Hyunjin stava cercando di spezzare gli arbusti per potermi raggiungere ma il peso notevole e la resistenza del legno lasciarono Hyunjin incastrato nelle spine con la pelle delle braccia lacerata e ricoperta di sangue. Tentai di urlare ma nessuno poteva sentirmi.

Chan: Hyuna.

Tentai di fargli capire che doveva aiutarlo, di lasciarmi lì e salvare Hyunjin ma non c'era niente da fare.

Chan: Hyuna, vieni qui.

Scossi la testa e iniziai a singhiozzare.

Mi svegliai in un bagno di sudore. Avevo il respiro corto e sentivo le guance vagamente umide.

Hyuna: Era solo un sogno - mormorai tirandomi su a sedere. Cercai di calmare il battito accelerato.

La porta della camera si aprì lasciandomi alla vista il bellissimo sorriso che spuntò sulle labbra di Chan non appena mi vide. Come al suo solito aveva un berretto in testa, i pantaloncini e una maglietta nera a maniche corte. Nonostante fuori fosse pieno inverno e in casa non facessero 40°, lui girava sempre mezzo nudo perché diceva di sentire sempre caldo.

Chan: Buongiorno, piccola - venne verso di me con un vassoio tra le mani - pensavo stessi ancora dormendo.

Hyuna: Mi sono appena svegliata - anche se ero ancora scossa dal sogno non potei non sorridere alla vista della sua fossetta.

Non appena fu abbastanza vicino vidi il suo volto cambiare e rabbugliarsi. Posò il vassoio ai piedi del letto, attento a non far cadere niente, poi si sedette sul bordo, rivolto a me, e con tutta la dolcezza del mondo posò una mano sulla mia guancia ancora umida. Speravo non se ne accorgesse ma evidentemente il mio viso era più eloquente di quanto avessi voluto.

Chan: Che succede? - mormorò piano.

Hyuna: Niente. Ho solo fatto un brutto sogno - girai il viso verso la sua mano, baciandogli il palmo.

Chan: Me lo vuoi raccontare? - si avvicinò abbastanza da potermi sfiorare la guancia con la punta del naso, facendomi venire i brividi lungo le braccia.

Hyuna: No, non preoccuparti. Me lo sono già dimenticato - avvicinai le labbra alle sue, sfiorandole, giocandoci.

Chan: So cosa stai facendo ma prima devi mangiare - a malincuore si tirò indietro, capendo immediatamente dove volevo andare a parare.

Call me Daddy || BangChanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora