CAPITOLO 35

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È passata un'altra settimana ancora dal compleanno di Amelia e dall'ultima volta che ho visto Ethan, anche se l'ultima volta che l'ho sentito è stata un'ora fa: gli ho chiesto di informarmi sui vari movimenti di Kevin così che possa essere avvantaggiata, ed è proprio quello che sta facendo, infatti mi ha messa al corrente che stasera avrebbe spacciato di nuovo al Medusa durante lo svolgimento delle battle. Per nostra fortuna questa sera non ci andremo ma io potrei benissimo fargli un imboscata, come fecero anni indietro per cercare di sbarazzarsi di lui, se solo non fosse che li c'è anche Ethan e in tutta onestà non voglio metterlo in pericolo. Non è lui quello che se lo merita.

Oggi è sabato ed è quasi l'ora di pranzo, ho molta fame e vorrei mangiare più di ogni altra cosa, solo che prima dobbiamo aspettare l'arrivo di tutti i parenti di Jake e dell'ormai quasi marito di Eleanore. Domani si sposano e hanno deciso di far trascorrere la notte ai parenti e ad alcuni degli invitati più intimi, nelle camere della villa in cui si svolgeranno le nozze domani mattina: per il momento i sposini e la piccola Jo sono arrivati e stanno aspettando gli invitati nel ristorante, pian piano tutti arrivano e dopo aver scaricato le valigie li raggiungono.

-Fra quanto arrivano?- domanda spazientito.
-Staranno per arrivare e poi ci hanno anche chiesto di andare con loro, solo che tu non vuoi lasciare quella moto per neanche un giorno- stiamo aspettando Travis e Ariana, sono stati invitati anche loro, che al contrario nostro hanno viaggiato in tutta tranquillità e comodità sul comfort dei sedili di un auto.
-Non mi separerò mai dalla mia bambina, è parte di me- gli lascia delle carezze sulla vernice nera.
-Certo, come no-
-Non preoccuparti Rivera che nel mio cuore c'è spazio anche per te, se è questo che ti preoccupa- si sporge in avanti per afferrarmi delicatamente il braccio e tirarmi a se.
-Tranquillo Anderson, non sono gelosa di una stupida moto- mi fa girare verso di lui e quando mette le sue mani nelle tasche posteriori dei miei jeans io le cingo intorno al suo collo.
-Meglio così, neanche lei lo è- alla sua risposta mi sfugge una risatina.
-Sei pronto per domani?- una delle mie mani sale fino ai suoi capelli che procedo a sistemare.
-Credo di sì, in realtà sono più eccitato all'idea di vederti di nuovo con quel vestito...e anche a togliertelo- si avvicina al mio orecchio per sussurrare l'ultima parte, il tono di voce con cui l'ha detto mi fa venire le farfalle nello stomaco.
-È stupendo non è vero?- ritorno con gli occhi su di lui.
-No, tu lo sei- i suoi occhi invece vagano sul mio viso ispezionandone ogni minimo centimetro -Tu Allison Rivera sei la cosa più bella che io abbia mai visto- mi lascia dei baci caldi sulla guancia scendendo fino alla bocca, lasciandomi un bacio lento e puro.
-Come mai tutti questi complimenti?- sono persa, letteralmente persa di lui. Ogni cosa che lui mi dice mi fa venire voglia di consumargli quelle labbra morbide e rosee.
-Così...e poi so che ti piacciono, anche se però non te li faccio molto spesso- mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Ma so che li pensi e ciò mi va bene lo stesso- gli lascio un altro bacio prima che un clacson alle nostre spalle ci spaventi.
-Finalmente!- esulta Jake.
-In macchina c'è più traffico- risponde Travis che scende dalla macchina dopo aver parcheggiato accanto a noi.
-Siamo passati a prendere gli abiti in lavanderia, ci sono anche i vostri-
-Va bene, sbrighiamoci a portare in stanza le valigie così dopo andiamo a mangiare che sto morendo di fame- raggiungo il portabagagli e prendo le mia valigia e anche quella di Jake, una volta scaricate anche le loro ci avviamo verso l'entrata.

È una villa rustica ma allo stesso tempo elegante, gli sarà costata una fortuna: la reception non è molto grande, ma il personale è davvero gentile e attento ai minimi particolari.
-Ecco le chiavi delle vostre camere, le valigie le porteremo su noi e al vostro rientro dal ristorante le troverete in camera. Volete lasciarmi anche gli abiti?- ci informa un cordiale signore anziano.
-Ehm, sì certo grazie- Ariana subito dopo gli passa le grucce, successivamente ci accompagnano al ristorante dove tutti sono già seduti ai propri posti. Su per giù ci sono una decina di tavoli e mi meraviglia il fatto che gli invitati oggi non siano neanche tutti, qualcosa mi dice che il matrimonio di domani sarà paragonabile a quello della royal family. In quello al centro della sala ci sono i sposini, Jo e sicuramente i genitori e i fratelli da parte di entrambi: la piccola Jo è già al tavolo presa totalmente dal telefono, dopo alza gli occhi, si guarda intorno e quando ci vede ci corre incontro. Mi sento quasi in colpa che quando io sono con Jake lei corre sempre da me, ma i sensi di colpa se ne vanno quando vedo il sorriso sul suo volto apparire: Jo la prima volta che l'ho vista aveva tre anni e da lì in poi possiamo dire che l'ho vista crescere, è sempre stata entusiasta della nostra relazione e la prima volta che mi ha vista si è affezionata a me in una maniera indescrivibile.
-Siete arrivati, vi stavo aspettando- mi salta in braccio.
-È Travis che ci ha fatto fare tardi, digli qualcosa- la informa Jake.
-Ciao Travis- dice timidamente nascondendosi dietro la mia faccia, ha sempre avuto una cotta per lui sin da quando ne ha memoria.
-Ciao scimmietta, come stai?- gli domanda lui.
-Bene, chi è lei?- si riferisce ad Ariana.
-Lei è Ariana, sai è la mia ragazza- gli mette un braccio sulle spalle e la avvicina a se.
-Ciao Jo- la saluta quest'ultima con un cenno di mano.
-Ciao, io sono Jo e Jake è mio fratello...lo sai che sei molto carina- gli porge un sorriso sdentato mentre si porta una mano alla bocca.
-Oh altroché- dice Travis lasciandole un bacio fra i capelli e poi parla Ariana che sorride al gesto e al complimento della piccolina.
-Grazie mille e anche tu sei molto carina-
-E io non sono molto carino?- si intromette Jake.
-No, tu sei proprio brutto- enfatizza l'ultima parola.
-Ma come? Lo sai che sei davvero ingiusta con il tuo fratellone e per di più neanche mi hai salutato- fa il finto offeso.
-Se vuoi posso darti un bacino, ma uno solo però!- puntualizza con tanto di dito alzato, che caratterino questa bambina.
-Me lo farò andare bene- si sporge con la guancia così che lei possa salutarlo -Grazie mille della sua attenzione, bene salutiamo i miei così che poi possiamo sederci al nostro tavolo- dice subito dopo. Ci avviciniamo e una signora sulla settantina si alza appena ci vede arrivare.
-Oh tu devi essere Allison- mi porge un sorriso scintillante.
-Piacere di conoscerla- lascio scendere Jo una volta li.
-Piacere mio, finalmente conosco la ragazza che ha fatto perdere la testa al mio nipotino, sai mi ha parlato molto di te- avvicina entrambe le mani al mio viso per posarle sulle mie guance.
-Nonna- la riprende Jake imbarazzato.
-Ah si, spero le abbia detto solo cose belle- lo sovrasto con la mia voce.
-Oh altroché, ma ne parleremo dopo quando questo guastafeste non ci sarà- mi fa l'occhiolino.
-Ottima idea- dopo aver salutato e fatto le conoscenze di tutti raggiungiamo il nostro tavolo e dopo poco i primi piatti iniziano ad arrivare.
...
Abbiamo finito di pranzare dopo aver passato poco più di tre ore seduti al tavolo a mangiare, ci alzavamo solo per andare al bagno o a fumare. Eravamo seduti insieme ai cugini di Jake, abbiamo parlato molto e sembrano essere molto simpatici. In realtà la famiglia dalla parte di Eleanore sono tutti simpatici e divertenti, mentre invece la parte di Simon è un po' più posata e riservata, però ti diverti anche con loro.
Ora stiamo andando nelle nostre rispettive camere per riposarci un po' e per poi preparaci per la cena di stasera.
-Potrei scoppiare da un momento all'altro- mi lamento per il mal di pancia.
-Io sembro incinta per quanto ho mangiato- prosegue Ariana.
-Niente male un baby Travis- le faccio l'occhiolino ma quest'ultima mi squadra dalla testa ai piedi.
-Ti ci vedo come padre, mentre lo culli fra le tue braccia, per non parlare di quando gli dovrai cambiare il pannolino, oh proprio adorabile- mi appoggia Jake.
-Che carino, ma non preoccuparti, i pannolini li cambierà lo zio Jake mentre noi c'è la spasseremo da qualche parte- Travis gli da una pacca sulla spalla come per prenderlo in giro.
-Siete davvero adorabili a pensarci, ma per il momento nessun mostriciattolo uscirà dalla mia lei- dice Ariana puntando con le dita li sotto.
-Per il momento, ma chissà in futuro- continuo io mentre mi avvicino alla porta.
-Hai detto bene, chissà-
-Bambini a parte, ci vediamo per cena?- domanda Travis.
-Ehm no, noi abbiamo altri programmi per questa sera- gli risponde Jake mostrando un sorriso al suo amico.
-Ah si? Del tipo?- domando confusa, non so minimamente che cosa dobbiamo fare, questo ragazzo è sempre un mistero.
-È una sorpresa- si limita a dire, tira fuori la chiave e la infila nella serratura.
-Beh divertiti allora, ci vediamo domattina- mi lancia un bacio Ariana.
-Ci si vede e buona serata- ci augura Travis prima di sparire dietro la porta.
-Allora vuoi dirmi dove andiamo?-
-Lo scoprirai stasera- entriamo nella nostra stanza: è matrimoniale, i colori delle pareti e dell'arredamento sono sui toni caldi, un bagno spazioso, la visuale della finestra da sul campo di fiori dietro la villa e abbiamo perfino il caminetto in camera, che lusso.
-Dammi un indizio almeno- lascio la mia borsa e la giacca sulla poltroncina all'entrata.
-No- si avvicina e mi lascia un bacio sulla punta del naso -Hai portato un vestito elegante?- mi chiede dopo.
-Ho quello che avrei messo per la cena di stasera, se solo mi avessi avvertita prima mi sarei porta qualcosa di più osé- gli cingo le mani al collo.
-Non preoccuparti, ho un regalo per te- volta la testa verso il letto dove c'è una scatola con sopra un bigliettino.
-Cos'è?-
-Avanti aprila- mi incita, mi avvicino e leggo prima il contenuto del biglietto "amo vederti vestita di rosso, spero ti piaccia...tuo Anderson" lo guardo e gli sorrido, alzo il coperchio della scatola, sposto la carta velata e sollevo il vestito. È un tubino rosso, un modello elegante che arriva fino a metà coscia, davanti è a giro collo e il dettaglio più bello è la schiena totalmente scoperta da uno scollo a v fino al fondoschiena -Allora, ti piace?- domanda.
-Lo adoro, non vedo l'ora di metterlo-
-E io non vedo l'ora di vedertelo addosso- si avvicina a me, mi avvicina a se prendendomi dai fianchi e poi posa le sue labbra sulle mie.
...
Credo di essermi addormentata mentre guardavamo un film, ero troppo stanca e abbuffata per continuare a tenere gli occhi aperti. Sono sveglia da poco, forse neanche cinque minuti. Jake è seduto alla fine del letto dandomi le spalle, sta suonando la chitarra che prima quando siamo entrati era riposta all'angolo della stanza, non sapevo sapesse suonare. Sto piangendo silenziosamente, non per lui, ma per la canzone che sta suonando: era la preferita di mio padre, in ogni tratta che facevamo con la macchina anche se breve la ascoltavamo a ripetizione, è anche la canzone con cui da piccola riuscivano a tranquillizzarmi quando non riuscivo a dormire.
-Ehi, perché stai piangendo?- quando se ne accorge lascia la chitarra e si volta verso di me.
-Continua a suonare...per favore- voglio sentirla di nuovo, lui mi lascia una carezza sulla caviglia e poi ricomincia senza fare ulteriori domande. Era molto che non la sentivo, in un modo o nell'altro cercavo di evitarla sempre, ma ora sentirla suonare da lui è tutt'altra cosa. Inizia a cantare, mantiene un tono di voce basso, quasi impercettibile ma è come se riuscissi a sentirlo perfettamente: ora non è più di spalle, è a tre quarti verso il lato del letto, riesco a vedergli le labbra che si muovono e il suo ciuffo di capelli che ondeggia leggermente mentre le sue dita premono e sfiorano le corde della chitarra.
Anche mio papà suonava, mi raccontava sempre che da giovane aveva creato una band con i suoi amici e lui era quello che suonava la chitarra: durante i pomeriggi piovosi lui si metteva in salotto e suonava per tutti noi, mamma era innamorata della sua famiglia, Matt era felice e io piangevo per la sua voce angelica...proprio come sto piangendo ora.
-When everything's made to be broken
I just want you to know who I am- canta l'ultimo ritornello di Iris dei The Goo Goo Dolls poi posa lo sguardo su di me, ho la schiena contro lo schienale del letto e le ginocchia al petto, resto in silenzio a guardarlo e quando un'altra lacrima prende il via sulla mia guancia lui si avvicina e l'asciuga con il suo polpastrello. Si siede accanto a me, mi circonda le spalle con il braccio e accompagna la mia testa sulla sua spalla, resta in silenzio mentre mi lascia delle carezze fra i capelli.
-Era la sua preferita- parlo dopo qualche minuto di silenzio, lui quando mi sente mi stringe più forte a se.
-Mi dispiace, non lo sapevo- dice dolcemente.
-Non scusarti. Anzi grazie era molto che non la sentivo, mi hai fatto ricordare dei bei momenti-
-Non volevo farti piangere però-
-Erano lacrime di felicità, non preoccuparti sto bene- alzo lo sguardo su di lui e gli lascio un bacio sul dorso della mano -Non sapevo sapessi suonare- dico dopo.
-Lo faccio raramente e in segreto- mi sorride.
-Questo l'avevo capito, chi te l'ha insegnato?- nel mentre giocherello con la sua mano. Lui però non risponde subito, è come se avesse paura a dirmelo, non so ho questa sensazione.
-Tuo padre- il silenzio cala sulla stanza e su di noi, io smetto di giocare con la sua mano e mi volto tutta verso di lui.
-Mio padre?- domando di nuovo come per accertarmi che avessi capito bene.
-Proprio lui-
-Ma come? Quando? Non capisco- non mi hanno mai detto nulla questi due.
-Ricordi la prima volta che mi hai portato a casa tua? Quando il tuo ballerino ti ha chiamata urgentemente per provare dei nuovi passi-
-Oh si, mi ricordo che ti avevo fatto aspettare più di un ora- faccio mente locale.
-Tuo padre quando mi ha visto in salotto mi ha detto di seguirlo, abbiamo parlato un po' e poi mi ha portato nel suo studio. Passammo all argomento musica e mi chiese se sapessi suonare qualche strumento, dopo cinque minuti mi ritrovai con una chitarra in mano mentre lui mi spiegava come funzionava- fa incrociare le dita delle nostre mani l'una con l'altra -Da quel giorno in poi ogni volta che tu avevi lezione io invece stavo con tuo padre, alle prese con la chitarra-
-E me l'hai sempre tenuto nascosto?- gli do una pacca sulla spalla.
-Era il nostro piccolo segreto-
-Ah si, il vostro piccolo segreto, beh ora non lo è più- mi metto a cavalcioni su di lui e lo abbraccio.
-Sai, quando mi trovavo con lui era come se in qualche modo riusciva a colmare i vuoti che mio padre mi aveva lasciato- fa su e giù con le mani sulla mia schiena.
-Mi dispiace- la mia voce è ovattata dalla sua maglia.
-Per cosa?-
-Che tu non abbia avuto una figura paterna al tuo fianco per gran parte della tua vita- porto una mano al suo sopracciglio destro e passo delicatamente il dito sulla sua cicatrice -Non vi meritavate tutto quello che vi ha fatto, non posso neanche immaginarlo- mi guarda fisso negli occhi, riesco a vedere il suo dolore.
-Allie- mi accarezza la guancia e non dice nulla, mi guarda solamente -Ti prego abbracciami- non me lo deve neanche chiedere che lo circondo con le mie braccia, posa il suo mento sulla mia nuca e mi stringe forte a se.
-Non sei più solo Jake e farò in modo che non succeda mai più, te lo prometto- porto di nuovo gli occhi su di lui e una lacrima sta per cadere, con un gesto rapido e delicato la pulisco via.
Lui mi prende il viso fra le mani e mi avvicina alla sua bocca, poi un bacio lungo e pieno di amore ci fa congiungere.
-Non so che cosa farei senza di te Allie- dice a pochi centimetri dalle mie labbra, spero che tu non lo debba mai scoprire.
...
Mi sto finendo di cambiare per la cena mentre Jake mi aspetta in camera, infilo le braccia e poi mi sistemo l'abito che mi ha regalato: è semplicemente bellissimo, di color rosso ciliegia che si intona perfettamente con il rossetto che sto indossando.
-Ancora non vuoi dirmi dove stiamo andando?- domando dal bagno.
-Lo scoprirai una volta arrivati-
-Ti odio- apro la porta ed esco, lui è seduto sul letto: indossa un completo elegante e appena mi vede rimane a bocca aperta.
-Wow- si alza in piedi -Sei bellissima- fa salire la sua mano lungo il mio braccio.
-È merito del vestito-
-Ritiro ciò che ho detto prima, perché ora non vedo l'ora di togliertelo- si avvicina al mio orecchio mentre la sua mano si sposta sulla mia schiena nuda -E sappiamo entrambi che tu non potresti mai odiarmi- mi fa venire i brividi su tutto il corpo.
-Qualcuno qui è sicuro di se-
-È un dato di fatto- mi fa l'occhiolino per poi porgermi il braccio.
-Mi prendi la giacca, è dietro di te- porto gli occhi al cielo per quello che ha detto, mi volto così che mi possa mettere la giacca sulle spalle e una volta fatto scendiamo.

Im-possible Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang