Giovedì

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Giovedì arrivò troppo velocemente per i gusti di Katsuki.

Era arrivato nella sala prove molto presto per sistemare tutto nel migliore dei modi. Ogni strumento aveva la sua posizione strategica per rendere il tutto più confortevole possibile.

Voleva sembrare come quei ragazzi della porta accanto dei film, tipo quelli che si tiravano i capelli all'indietro e stavano appoggiati sulle macchine. Al posto della macchina poteva usare il pianoforte.

Nonostante avesse ricontrollato la disposizione almeno cinquanta volte e avesse provato tutte le pose possibili da fare quando Izuku sarebbe arrivato, ancora mancava tanto tempo all'arrivo di Izuku.

Guardò il pianoforte, si immaginò Izuku che suonava: la chioma verde aquattata sullo spartito, gli occhi smeraldo attenti, la schiena dritta e le dita delicate che scivolavano sui tasti producendo suoni melodiosi.

Sentì la porta cigolare e subito si girò di scatto. Era Izuku. Com'era passato così tanto tempo in poco solo immaginando di stare con lui? Chissà cosa sarebbe successo passando tutto il pomeriggio con lui.

Izuku aveva il flauto traverso a tracolla e gli spartiti in mano.

Katsuki gli fece un cenno con la mano.
«Ciao» disse Izuku avvicinandosi cautamante a lui.
«Speravo che mi potessi aiutare con un paio di pezzi» propose Midoriya porgendogli gli spartiti. Katsuki cercò di mostrare il suo sorriso meno statico sperando di fare bella figura.
«Certo, così faccio un po' di ripasso. Poi mi mostrerai come suoni il piano?» Katsuki sperava di rendere la sua fantasia realtà. Izuku iniziò a giocare con i lacci della sua felpa.
«Non so... se proprio vuoi...» disse un po' rosso. Katsuki cercò di sorridere di nuovo, non era facile per lui quando Izuku era così carino.

Entrambi montarono il flauto e iniziarono a provare. Katsuki aiutò Izuku con alcuni pezzi di un brano più difficile e Izuku aiutò Katsuki a sentirsi un po' meno solo e più contento.

«Insisterò e ti chiedo di nuovo: ti posso sentire suonare il piano?» Katsuki cercò di sembrare sicuro, come se non gli importasse, non poteva farsi sgamare subito.
«Ti piace proprio l'idea di me che suono il piano, huh?» disse Izuku distratto mentre sistemava gli spartiti sul leggio del piano.

Katsuki arrossì lievemente, comprendo le orecchie sapendo che erano bordeaux. Cercò di mantenere la calma. Sì, gli piaceva l'idea di Izuku che suonava il piano, ma di certo lui non lo doveva sapere.

«A me? No no, è che, visto che mi hanno detto che suonavi anche il piano, volevo sentirti per magari aiutarti un po', so suonare tanti strumenti» Katsuki fece un sorrisetto sbilenco sperando di essersi salvato.
«Stavo scherzando» disse Izuku semplicemente, Katsuki sperò di sprofondare negli inferi, di certo opzione migliore di restare in quell'imbarazzo.

Ed improvvisamente Izuku iniziò a suonare.

Non era come Katsuki se l'era immaginato.

Era molto meglio.

Izuku stava suonando "Preludio" di Chopin. Sembrava meravigliato dalla sua stessa musica, suonava con passione, un modo di suonare che Katsuki non aveva mai visto. Katsuki guardò meglio, Izuku stava trattenendo il respiro, come se fosse in qualche modo sotto esame.

Quando finì, la musica iniziò a sparire piano piano, come se la musica stessa volesse che la sua presenza rimanesse più possibile. A Katsuki gli ci volle un po' per iniziare a parlare.

«Sei bravo» mormorò. Izuku sospirò.
«Non abbastanza» probabilmente stava ripensando al fatto che non era stato ammesso alla classe di pianoforte.
«La musica è interpretabile, la tua non l'hanno interpretata bene, ci potrai sempre provare l'anno prossimo» cercò di rassicurarlo Katsuki. Il verdino ridacchiò.
«Facile per te dirlo, sei stato ammesso ad un botto di classi» esclamò mettendosi a gambe incrociate sullo sgabello del pianoforte.

Non sapendo cosa rispondere, Katsuki gli sorrise lievemente.

«Ok, non è giusto che ho dovuto suonare solo io, vieni anche tu e fammi sentire!» esclamò il verdino incrociando le braccia.
«Sul serio? Avrai molte altre occasioni per sentirmi suonare» Katsuki guardò Izuku negli occhi, quel fantastico verde smeraldo che brillava nei suoi occhi lo convinse in poco.
«E oggi è una di quelle occasioni» Katsuki si avvicinò al pianoforte ed iniziò a suonare.

Voleva sorprendere Izuku, così decise di suonare "Sonata V" di Mozart pur sapendo che doveva ancora sistemare alcune cose.

Izuku sembrava incantato, guardava Katsuki suonare con massima attenzione.

Quando lo sentì avvicinarsi per vedere meglio, a Katsuki venne un brivido. Nessuno era mai stato così concentrato su di lui, tutti prendevano per presupposto che lui sapesse fare qualunque cosa e guardavano chi era meno capace.

Ma Izuku.

Izuku proprio no.

Katsuki si sentiva così scombussolato che sbagliò una nota e smise subito di suonare.

Rimase pietrificato davanti al pianoforte, le sue braccia lungo i fianchi, occhi spalancati e guance rossissime.

Non gli era mai successa una cosa del genere, era forse imbarazzato?

«Bakugo? T-tutto ok?» non voleva che Izuku si spaventasse e che la loro relazione tornasse come prima. Doveva calmarsi.
«Sì sì! Ho solo... sbagliato una nota...» si girò a guardarlo cercando di mantenere una faccia almeno normale.

Izuku si allontanò lentamente da lui e guardò il telefono.

«Oddio! È tardissimo! Devo proprio andare adesso!» esclamò Izuku mettendo via il telefono e iniziando frettolosamente a sistemare.

Katsuki rimase ad osservarlo, voleva dire qualcosa ma non riusciva.

Pensava di avere la situazione sotto controllo e invece aveva rovinato tutto per un piccolo errore.

Quando Katsuki si risvegliò dai suoi pensieri, Izuku stava per andare via.

Finalmente Katsuki riuscì a parlare.

«Aspetta...!» sentendo questo Izuku si fermò guardandolo un po' ansioso per il suo possibile ritardo e un po' impaurito.
«Possiamo... vederci di nuovo...» disse. Katsuki si infastidì del suo stesso balbettio, si sentiva timido, ma lui solitamente non lo era.

Solitamente.

Quel ragazzo dai capelli arruffati e verdi lo stava cambiando e non sapeva se in meglio o in peggio.

Sapeva soltanto che la sua presenza nella stanza l'aveva fatto imbarazzare così tanto da sbagliare una nota semplice.

«Sì... penso di sì...» mormorò Izuku per poi andarsene e chiudere la porta dietro sé.

Ciao ragazzə, non scrivo da un po', ma per ora mi sto concentrando sul canale YouTube e il profilo TikTok. A proposito: vi ricordo che sul mio profilo trovate i link, dateci un'occhiata e magari fateci scappare un follow. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Al prossimo capitolo!

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⏰ Last updated: Oct 28, 2023 ⏰

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∆Il suono del respiro∆ (BakuDeku)Where stories live. Discover now