Non vuoi morire, vero?

71 6 2
                                    

Accesi la cassa collegando il telefono per mettere un po' di musica e scappare da questa assurda realtà

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Accesi la cassa collegando il telefono per mettere un po' di musica e scappare da questa assurda realtà.
La canzone "Raden" dei Tokyo Hotel rimbomba tra le mura della mia stanza mentre sistemo i miei capelli annodati per colpa di Damon.

Sono indecisa se rischiarla e provocare ancora di più la minaccia da quel idiota e magari mettermi un abito a tubino rosso carminio che mette in risalto il mio seno non troppo pronunciato, scene lungo sino ai piedi e si apre in uno spacco non troppo grande sul lato destro.
Oppure, tengo addosso questo vestitino nero come l'anima di Damon..
Forse opterò per quello rosso.
È più elegante e poi almeno la farò pagare a quell'imbecille.

~~

Appena finì di cambiarmi bussarono alla porta.
«Chi è?» chiesi allacciandomi la mia collana preferita regalatomi da mamma.
«Il tuo peggior incubo».
Simpaticone come il solito.
«Nana da giardino apri la porta o no?» chiese impaziente.
Ancora con questo orrendo e stupido soprannome..
Non lo sopporto più. Si ostina a prendermi in giro sulla mia statura come se fosse colpa mia il fatto che io sia bassa.
«No» risposi con i nervi a fior di pelle.
«Muoviti», sputò acidamente.
Che antipatico.
Andai alla porta e girai la serratura.
Mi squadrò dai piedi alla testa allungando l'angolo della bocca.
«Che vuoi?» cambiai totalmente discorso per sapere cosa vuole così da mandarlo via il prima possibile.
«Sai è più di un'ora che ti stai preparando. Tra 10 minuti partiamo, quindi vedi di muovere il culo».
Senti pulsarmi la vena del collo e quasi ebbi l'istinto di tiragli uno schiaffo per le sue brutte maniere.
«Vattene» dissi secca, stanca della sua presenza nonostante fosse qua da appena qualche secondo.
«E tu cambiati o ti lasciamo qua».
Non posso crederci..
«Ora manco questo vestito va bene?»
«No.»
Uscì dalla stanza sbattendo la porta come un orco appena uscito dalla sua caverna.
La delicatezza non è il suo forte.

~~

«Sei meravigliosa Megan» disse mia madre mentre scesi le scale.
«Meravigliosamente splendente stellina» aggiunse Blake.
Damon si limitò a fissare il telefono dedicandomi un occhiata veloce. Di certo non mi aspettavo complimenti da lui, anzi, è fin troppo tranquillo, a quest'ora avrebbe già tirato fuori una delle sue battutacce o avrebbe sicuramente riso.
Ma sta volta no. Ne mi prese in giro e né rise di me. Rimasi quasi sorpresa, anche se è meglio così.
«Bene, possiamo andare».

Una volta in viaggio la tranquillità regnò sovrana, ma non durò molto.
Damon si avvicinò furtivamente al mio orecchio sussurrando : «Sta sera vedi di comportati bene o non avrai più la mia protezione e appena girerai in giro da sola ti rapiranno per ucciderti.
Non vuoi morire vero?»
La gola mi divenne secca e deglutì faticosamente.
«Rispondi».
Scossi la testa incapace di pronunciare qualsiasi parola.
«Brava ragazzina».
Sentì un tuffo al cuore.
Cosa mi è preso?
Da quando mi faccio intimidire da questo idiota?
Anche se essere intoccabile è l'unica cosa che mi fa stare ancora vicina a lui.
Tutti in città hanno paura di Damon.
Ha fatto cose che una persona come me, Kim o anche Avani, non farebbe.
Ha ucciso tante persone solo perché gli hanno mancato di rispetto.
Non ha paura di perdere perché lui vince sempre.
Sembra il cattivo della storia e, molte volte, il male vince su tutto.
Le donne lo trovano attraente.
Pensando che riescano a salvarlo dai suoi demoni, ma nessuno ci è mai riuscito e nessuno mai ci riuscirà.
Tutte le conquiste che fa le usa come giocattoli e li colleziona come figurine.
Insomma, un vero e proprio schifoso.
Da anni non lo riconosco più.
Era il mio migliore amico e ora quell'immagine di lui è così lontana..

~~

Mia madre e Blake ormai sono già all'interno dell'enorme edificio mentre io e Damon ancora siamo in macchina per colpa dei miei stupidi tacchi.
«Per colpa tua facciamo tardi e pure brutta figura» mi incolpò Damon visibilmente innervosito.
Sbuffai leggermente per non iniziare un'altra guerra.
Non è proprio il momento.
Una volta finito di allacciare di nuovo l'ultimo tacco scesi dalla macchina seguita da Mr. antipatico.

«Stammi vicino» mi sussurrò Damon affiancandomi.
«No» risposi secca.
Non avrei passato un secondo di più con lui.
«Ci sono due ubriachi che ci seguono..» disse prendimi violentemente un braccio tirandomi verso di se, «..se non vuoi morire stammi vicino».
Mi girai leggermente per confermare ciò che Damon mi stava dicendo e li vidi proprio dietro di noi, barcollanti come due navi sul mare.
«Sei proprio una bimba lagnosa», mi ringhiò contro.
Alzai gli occhi al cielo ignorandolo senza mai fermarmi un secondo. Voglio andarmene il prima possibile da questa orribile situazione.
Per un attimo tutto sembrò andare leggermente meglio ma come sempre parlo troppo presto..
«Tesoro, vieni con noi» urlò il primo ragazzo ubriaco.
Il secondo fischiò, «vieni con noi piccola e ti faremo viaggiare nel paradiso».
Vidi la mascella di Damon irrigidirsi.
Brutto segno..
Stanno per uscire gli artigli del demone che è in lui è da cui prende anche il nome.
«Che culo che hai..vieni qua e fammelo provare!»
Un ringhio di lamento uscì dalla bocca di Mr. bel faccino ma brutto carattere.
«Dite anche solo un altro apprezzamento non richiesto e giuro che vi faccio saltare in aria il bruco che avete tra le gambe!» gli ululò contro tirando fuori la sua fedele pistola da cui non si stacca mai.
Mi vennero i brividi per loro, anche se decisamente se lo meritano.
«Dai amico scherzavamo! Solo che è proprio eccitante in quel vestitino rosso, non so come tu stia resistendo» rispose uno dei due tizi sorseggiando un altro po' di birra.
A quel punto Damon non ci vide più.
Notai i suoi occhi cambiare, diventare neri come la pece e non più gialli come il sole.
I tatuaggi sulle braccia lo resero anche più minaccioso di quanto non lo sia già, e il suo ghigno spaventosamente bello fu l'ultima cosa che vidi prima di girare la testa e sentire due spari. Perché sapevo benissimo che non era più lui ad avere il controllo, ma bensì il mostro che governa la sua anima.

Chiusi gli occhi ma sapevo benissimo ciò che stava succedendo in torno a me.
Ormai la violenza e la criminalità sono all'ordine del giorno. Ci sono nata e abituata nonostante mi faccia ribrezzo la vita di oggi.
Degli urli di lamento volarono nell'aria mentre Damon mi prese a mo di sposa correndo verso l'enorme edificio in cui una riunione importante ci sta adottando.

«Datti una calmata e poi raggiungici nel salone» disse mettendomi di nuovo in piedi anche se ormai le mie gambe sono di gelatina.
Senza aggiungere nient'altro e senza preoccuparsi minimamente, se ne andò lasciandomi lì con il cuore in gola e il terrore che mi offusca la vista.
Un vero e proprio stronzo.
Il suo cuore ormai non esiste più. Ora c'è un buco nero che inghiottisce tutto ciò che gli circonda.
Mi ha salvata? No. Gli ha sparati solo per il gusto di farlo.
Ha il dito facile quando lo posiziona sul grilletto.

~~

Dopo essermi recata in bagno ed essermi ripresa, andai nel salone dove tutti stavano prendono il buffet parlando tra di loro.
Vidi mia madre e Blake parlare con Damon molto probabilmente chiedendogli se fosse stato lui a creare quel frastuono di fuori.
Come biasimarli..
È sempre in giro con la pistola senza alcun problema ad uccidere chi alza troppo la voce, chi gli manca di rispetto o chi non fa ciò che dice.
Quindi, se qualcuno muore molto probabilmente è passato lui da quelle parti.
Qua a New York ci sta essere armati con la gente che c'è in giro e il pericolo che ci circonda, ma non puoi sparare al primo che ti manda a fanculo solo per farti rispettare da tutti..
Perché è questo che fa.
Uccide per dimostrare agli altri che lui è superiore, che non ha paura di nulla e che se non vogliono finire sotto terra è meglio se lo temono.
E lui ama essere temuto.

A vederlo da fuori sembra anche quasi un angelo, nonostante i tatuaggi che gli ricoprono le braccia, ma dentro di lui c'è un vero e proprio diavolo che lo comanda quasi a bacchetta.
Insomma, forse l'angelo caduto di cui parlano i libri è lui.

THE CITY OF FEARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora