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× Le ha sempre fatto un certo effetto vederlo così

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× Le ha sempre fatto un certo effetto vederlo così. Sudato, con i capelli spettinati, la voglia di spaccare tutto, l'ambizione negli occhi. Le mette ancora i brividi vederlo così e non solo.

Quando lo vede finalmente calciare il pallone per l'ultima volta e avvicinarsi poi alla borraccia per bere, sedendosi sul muretto, prende un respiro profondo e si avvicina a lui. Fa finta di niente mentre si asciuga il viso e continua a guardare davanti a sé.

"Hey." inizia timidamente, come se avesse perso tutta l'audacia dei giorni passati. "Volevo parlarti."

"Per cosa? Per dirmi che ho torto marcio? Puoi anche farne a meno." si mette in piedi per andare via, ma viene fermato da Melissa stessa che afferra la sua mano.

"Non è per questo.. possiamo parlare un attimo, perfavore?"

Paulo la guarda intensamente, con i nervi a fior di pelle, facendola avvampare di colpo e portandola a distogliere lo sguardo. Molla la sua presa e torna a sedersi sul muretto, aspettando che gli dica che cosa vuole.

"Quindi? Che cosa vuoi?"

"Volevo.. volevo chiederti scusa per ieri, ho sbagliato a dare la colpa a te senza prima capire cosa fosse successo. E mi dispiace che Ginny ti abbia attaccato in quel modo per colpa mia." dondola sui talloni, non riuscendo ad alzare gli occhi da terra.

"Sono abituato a guardare qualcuno negli occhi quando ci parlo." non manca di farle notare infatti, ma sa com'è fatta e non vuole forzarla. "In ogni caso, non m'interessa di quello che è successo ieri."

"Non dire così, Ginny è tua amica."

"Non credo che Leti, Jamie o Ale mi abbiano mai parlato in quel modo, eppure sono anche loro miei amici."

"Anche tu non hai mancato di ricordarle delle brutte cose però." omette il fatto che lei non sia stata compresa nella lista degli amici, anche perché non sa se è una cosa negativa o positiva. "Ma posso capire che tu fossi arrabbiato, solo perché è mia amica non le da il diritto di dirti certe cose, anche perché non mi hai mai obbligato a fare qualcosa che non volevo."

È stupito dalle parole della ragazza, non si aspettava tutta questa comprensione da parte sua.

"Ho capito." annuisce leggermente. "Beh, non mi aspettavo che venissi a parlarmi, ancor meno per dirmi queste cose."

"Già." gioca nervosamente con l'anello che ha al dito. "Jamie mi ha detto che qualcos'altro ti ha infastidito ieri, vorresti dirmi di cosa si tratta?"

"Tu che dici?" ha un sorriso spavaldo in viso e la guarda come per dirle di parlare perché sa che conosce già la verità.

"È per Mateo, lo so, ma vorrei capire cosa ti ha dato fastidio nello specifico."

"Non lo so, forse il fatto che mi abbia trattato come un allocco?" allarga le braccia, dandosi del tono. "E che tu gli sia andata dietro per giunta."

"Non gli sono andata dietro e poi non ti ha trattato come un allocco." ribatte.

"Vuoi anche dirmi come dovrei sentirmi, Melissa?" sbuffa.

"No, ma.. se anche fosse e tu ti sia sentito così, non gli avrei mai dato corda, nemmeno se fossi stata arrabbiata con te, più di quanto non lo fossi in quel momento."

"Hai sottinteso che non abbia mai apprezzato i sacrifici che hai fatto per me, come quando a 19 anni hai lasciato Palermo per venire con me a Torino."

"L'ha sottinteso lui, non io." fa un passo avanti in sua direzione. "So che avevi apprezzato."

Ha un'espressione un po' delusa. Non si aspettava che Paulo credesse questo, forse ha fatto qualcosa che gliel'ha fatto pensare e sospira perché non era il suo intento.

"Non fare quella faccia." si sente in colpa a vederla così, detesta vederla triste.

"Non sto facendo nulla." si giustifica, portando le mani dietro la schiena e guardandolo finalmente negli occhi.

Paulo la osserva da capo a piedi, non potendo credere che una donna così bella possa esistere davvero. Ai suoi occhi, è la più bella del mondo, sia dentro che fuori.

"Ho sempre apprezzato tutto quello che hai fatto per me, dalla più piccola cosa alla più grande. So che non è stato facile lasciare casa tua a 19 anni perché ho fatto lo stesso anche io e per me è stato il gesto più grande e più bello di tutti." magari non gliel'ha mai detto chiaramente, ma è questo quello che pensa.

"Non ho mai messo in dubbio tutto questo."

"Lo so, ma.. ci tenevo a ricordartelo." passa una mano tra i suoi capelli.

Lei lo osserva un po' incerta, confusa, ma anche felice e serena.

"Senti.. non te l'ho mai fatta una domanda così, però.." prende un respiro profondo. "Posso abbracciarti?"

Lui sorride leggermente, non capendo il motivo di tutta questa timidezza e, se non fosse così sudato, l'avrebbe stretta a sé senza pensarci una seconda volta.

"Sono tutto sudato." le fa notare.

"Non mi sembra di essermi mai tirata indietro solo per questo." morde nervosamente il labbro inferiore.

"Questo perché non hai mai chiesto il mio permesso per darmi un abbraccio." sorride. "E non dovresti farlo nemmeno adesso."

Lei incurva le labbra all'insù di rimando e poi si avvicina a lui, stringendosi al suo petto e lasciandosi circondare dalle sue braccia.

"Scusa." sussurra.

"Basta, non c'è bisogno di scusarsi in continuazione." gioca con le ciocche dei suoi capelli e, quando alza lo sguardo in sua direzione, gli viene spontaneo baciare la sua fronte.

Hanno chiarito gli ultimi bisticci ma non ancora quello che riguarda loro due e il futuro che li attende. Sanno entrambi che dovrebbero affrontare il discorso per chiarire una volta per tutte cosa sono l'uno per l'altra, come ha detto Jamison, ma fanno finta di nulla e si chiudono in un silenzio profondo. Si stringono e si guardano ogni tanto, sorridono ed è sempre lei ad interrompere quel contatto visivo per l'imbarazzo, nascondendosi nell'incavo del collo di Paulo.

Se le chiedessero di scegliere un momento in cui far finire tutto, sceglierebbe quello in cui si trova tra le braccia del suo caro Paulo, senza esitazioni.

. . .

÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaWhere stories live. Discover now