KIRIBAKU: Due per Due

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"Quindi devo andare... i miei genitori hanno avuto un trasferimento di lavoro ed io dovrò seguirli ma ti prometto che ci chiameremo ogni giorno". Eijiro Kirishima, Alpha fiero e bellissimo di anni 19, gli poggiò la mano sulla guancia con affetto.

I suoi occhi erano rossi, liquidi come la passione che sgorgava nell'Omega Katsuki Bakugo, di 15 anni.

"Ti dimenticherai di me" borbottò con voce bassa.

Erano seduti sul un muretto bianco; la piscina affollata poco distante emetteva fasci di luce colorata nella sera calda di giugno e la musica non lasciava spazio al beato silenzio. I due si erano appartati, con un bicchiere di vodka alla frutta ciascuno.

"E' impossibile, non potrei mai dimenticarmi di te".

"Dimostralo, Eijiro".

L'Alpha smise di sorridere. Lo baciò delicatamente sulle labbra ma per l'Omega quello segnò l'inizio di qualcosa di desiderato da molti mesi. Se lo avvicinò di un orecchio alle labbra rosate e gli sbuffò una risatina bollente.

"Sono in calore. Che vuoi fare?".

"Non posso approfittarmi di te" gli sussurrò languido e roco il rosso crinito.

Katsuki gli si sedette a cavalcioni sulle muscolose gambe ed iniziò a strofinarsi sul cavallo con dei colpetti rapidi del bacino. Eijiro socchiuse gli occhi: cominciava a provare un certo piacere.

"Potrei non fermarmi... e non ho dei preservativi con me".

"Prenderò la pillola. Fammi questo regalo d'addio" gli mormorò contro il collo.

Eijiro gli portò le mani sui fianchi ed inspirò profondamente quell'odore così sublime di arance e foglie autunnali. Era perfetto per il suo di ciliegie, cioccolato fondente e un goccio di rum. Lo baciò con così tanta passione che Katsuki gli si aggrappò di scatto alle muscolose spalle. Il rosso, invece, gli aprì il palmo sulla schiena, con l'altra mano gli arpionò un fianco nuovamente.

"Non mi tratterrò" ripeté Eijiro.

"Ti ho mai dato il permesso di farlo?".

Il rosso sbuffò una risatina, poi riprese: "Katsuki, non è un addio".

"Sì, come no. Ti dimenticherai di me. E butterai nel cesso la nostra relazione di due anni. Forza, scopami come i Kami comandano e tanti saluti".

Eijiro gli baciò affettuosamente la ghiandola odorosa. Quella notte l'avrebbe morsa...


*


"Aizawa, sensei... mi scusi... ma posso accompagnare Bakugo in infermeria? Non si sente bene".

Il moro squadrò acutamente Denki accanto al banco di un Katsuki bianco come la camicia che indossava e con una mano contro la bocca. Acconsentì con un cenno del capo.

"Sono due settimane che non stai bene, Bakugo. Considera di andare in ospedale per un controllo. Ultimamente corre un brutto virus intestinale" suggerì pacato l'uomo Beta.

Quando si allontanarono, Denki condusse il biondo ai bagni e aspettò senza fiatare la fine dei pesanti e rumorosi conati di vomito. Katsuki uscì da uno dei wc con gli occhi arrossati e carichi di lacrime e il volto ancor più cadaverico.

"Forse ci hai già pensato...".

"Non lo sono" replicò di getto il biondo malato.

"I test possono sbagliare" ricordò l'amico. "Mia cugina si è scoperta incinta con un controllo in ospedale e pensa che aveva fatto almeno dieci test di gravidanza".

Non una risposta. Katsuki si stava sciacquando il viso ma le sue spalle tremavano. Denki si sentì male per il suo migliore amico; non l'aveva mai visto piangere apertamente.


**


"Sapevo che ti avrei trovato qui. Ultimamente preferisci startene da solo".
Denki chiuse la pesante porta ignifuga che collegava il tetto del liceo U.A. e gli si sedette accanto sulla panchina. Il bento dell'amico era chiuso ma un profumino buono aleggiava tutt'intorno al fazzoletto di stoffa bianca che lo inglobava.
"Non hai fame?" domandò. "Il mio stomaco non ha fatto altro che brontolare da questa mattina".

Katsuki sospirò e si alzò. I suoi occhi vacui fissavano le nuvole grosse e bianche nel cielo. Denki sollevò un sopracciglio nell'evidente curiosità.

"Sono incinto" ammise infine il biondo dagli occhi rossi.

Denki si alzò con sgomento misto ad incredulità. Senza la benché minima cura gli sollevò la camicia dalla cintura ed osservò attentamente. "Di quante settimane sei?" chiese deciso.

"Nove e tre giorni".

"Noto già una certa pancina. Non ci hai fatto caso?" sorrise l'amico Beta. "Diventerò zietto!" squittì poi mentre accarezzava timidamente. "Lo terrai vero? Non hai intenzione di abortire?".

Nessuna risposta.
Denki lo guardò dritto negli occhi e la sua gioia si sgonfiò. Katsuku ci aveva pensato quando aveva fatto l'ennesimo test prima di venire a scuola ed era risultato positivo... come il secondo, il terzo, il quarto e anche il quinto. Non avrebbe ucciso quella creaturina innocente.

"Non hai intenzione di uccidere il bambino vero?" domandò il ragazzo con gli occhi onice.

Katsuki socchiuse gli occhi, le sue labbra erano ormai divenute una stretta linea orizzontale. Denki gli aveva letto nel pensiero. 

"E' suo figlio?".

"Sì" rispose in un fil di voce l'altro. "Alla fine avevo preso in ritardo la pillola... e ora sono incinto. Anche se lo terrò non ne sono sicuro...". Si sedette pesantemente, con i gomiti che poggiavano sulle ginocchia. "Non sono più sicuro di niente" ammise, e la mano si artigliò con così tanta forza parte della frangia che Denki fu costretto ad abbracciarlo per evitargli di farsi inutilmente male.

"Ti sosterrò. Lo hai detto ai tuoi genitori?".

"Non ancora. Lo farò questa sera".

"Scrivimi o chiamami e fammi sapere" e detto ciò Denki lo lasciò piangere contro il petto.

Per la prima volta in vita sua non c'era lo spavaldo e sboccato Katsuki Bakugo, prodigio nello studio e nel basket. Ma solo un Omega con il cuore straziato che non sapeva cosa fare...

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