Non ci sono gli anelli -Prima parte

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Non era la prima volta che andavo ad un matrimonio.

Tuttavia, era la prima volta che andavo al matrimonio di un'amica che si stava per risposare con la stessa persona per la seconda volta.

Mi aveva raccontato della proposta che Marzio le aveva fatto in quel ristorante, mi aveva detto che avevano deciso di risposarsi, solo simbolicamente, per essere padroni delle loro scelte. Ma io continuavo a trovare tutto incredibile lo stesso.

Quei due si erano dovuti sposare per motivi che non avevano avuto nulla a che vedere con l'amore, si erano innamorati per davvero e, alla fine, si stavano per risposare a distanza di pochi mesi.

Era una storia incredibile e, se non avessi visto tutto con i miei occhi, avrei fatto fatica a crederci.

Osservai emozionata Daphne.

I suoi occhi avevano quella luce che non le avevo visto quando si era sposata la prima volta ed era incredibile che la differenza potesse essere così forte quando si stava per risposare con la stessa persona.

In quel momento, una parrucchiera le stava facendo una morbida acconciatura che le raccoglieva i capelli castani. Solo due ciuffi laterali erano stati lasciati liberi e le incorniciavano il volto, che aveva già un trucco molto leggero che la faceva sembrare più bella del solito.

Indossava ancora una vestaglia bordeaux, ma presto avrebbe indossato quel meraviglioso abito bianco che gli stilisti, che avevano lavorato fino a poco tempo prima per la Grimaldi Corporation, avevano realizzato solo per lei come regalo di nozze.

Il bianco della stoffa le avrebbe fasciato perfettamente il corpo fino alla vita e poi sarebbe sceso più delicatamente lungo le gambe. Avevo visto, quando lo aveva provato, l'effetto che faceva quel vestito su di lei e non vedevo l'ora di vedere la faccia di Marzio quando l'avrebbe vista.

«Stai per piangere?» mi chiese sorpresa Daphne, guardandomi attraverso il riflesso sullo specchio.

Non mi ero resa conto che i miei occhi erano diventati lucidi, ma la voce di Daphne aveva impedito appena in tempo alle mie lacrime di portare con loro il mascara che avevo messo sulle mie ciglia.

«Non posso credere che questo giorno sia arrivato davvero» dissi commossa.

«Caspita!» esclamò Daphne con ammirazione. «Neanche il giorno del matrimonio vero e proprio ti ho vista così.»

«Perché è oggi il giorno del matrimonio vero e proprio! Per me, è come se ti stessi sposando oggi per la prima volta!»

Daphne rise alle mie parole. Era la stessa risata che aveva da giorni ormai, cioè da quando aveva realizzato che quel giorno si stava avvicinando.

«Sai» le dissi, «tutte le spose si commuovono e piangono quando si stanno per sposare. Com'è che tu sei così tranquilla?»

Daphne mi osservò con un sorriso di superiorità. «Perché io e Marzio siamo già sposati» rispose, «non ho più un motivo per piangere. Sono solo felice. Al punto che potrei spiccare il volo.»

Scossi la testa divertita: era evidente che era felice. Non tanto perché non la smetteva di ridere neanche per un minuto, ma perché aveva uno sguardo talmente sereno che chiunque per strada la fissava, chiedendosi se avesse qualche rotella fuori posto.

Vedere la mia più cara amica in quel modo era come un toccasana naturale per me.

In quel momento, qualcuno bussò alla porta. Ci trovavamo nell'appartamento di Marzio, ma ero sicura che non fosse lui. Lo avevo cacciato via affinché non vedesse la sposa prima del matrimonio, quando io e Daphne ci eravamo presentate lì quella mattina, dopo che avevamo passato la sera precedente a festeggiare (di nuovo) il suo addio al nubilato.

«Nadia» disse l'infermiera che aveva accompagnato la madre di Daphne e si sarebbe occupata di lei quel giorno, «c'è un ragazzo qui fuori che ti cerca.»

Le sue parole non erano state per nulla precise, ma io sapevo perfettamente di chi si trattava.

«Di' a Mattia che rivoglio la mia damigella d'onore qui dentro al massimo tra dieci minuti!» scherzò Daphne, intuendo l'identità di chi doveva essere stato a cercarmi.

I nostri sospetti furono confermati quando lo vidi sulla porta d'ingresso.

Indossava già l'abito per quel giorno ed era affascinante come sempre. Solo il nodo della cravatta era un po' lento.

Mi avvicinai con un sorriso e gli sistemai sia la cravatta sia il colletto della camicia.

«Buongiorno» lo salutai, lasciandogli un bacio sulla guancia.

Mattia mi pose le mani sui fianchi e mi attirò a sé, lasciandomi un bacio veloce sulle labbra.

«Sei bellissima» disse dopo, facendomi arrossire.

Tuttavia, notai subito lo sguardo preoccupato che aveva. Non era normale avere un simile sguardo quando si sta per partecipare al matrimonio di quello che per te è come un fratello.

«Qualche problema?» gli chiesi preoccupata.

«Nadia, ho combinato un guaio» disse lui, portandosi una mano sulla nuca. «Marzio non me la perdonerà mai questa» si lamentò, appoggiando la testa sulla mia spalla.

Lo fissai confusa. Non era da lui combinare guai o sviste, soprattutto se erano talmente gravi da far arrabbiare Marzio.

«Non ho gli anelli» spiegò ed io ci misi qualche secondo per capire cosa ciò significava.

Forse, non aveva tutti i torti a preoccuparsi della reazione di Marzio.

Speciale -Miele nei tuoi occhiOnde histórias criam vida. Descubra agora