Non ci sono gli anelli -Seconda parte

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«Intendi dire che non li trovi?» gli chiesi spaesata.

«Intendo dire che non ci sono mai stati. Sono il testimone e me ne sarei dovuto occupare io. Ma non ci ho pensato. Marzio non me lo ha ricordato» spiegò, cominciando ad annaspare.

Si allentò nuovamente il nodo della cravatta e si sbottonò il colletto della camicia. Ora capivo perché si trovava in disordine fino a qualche secondo prima.

Avrei voluto che quel giorno fosse perfetto. Avrei voluto che la mia amica avesse il matrimonio che non aveva avuto qualche settimana prima. Tuttavia, mancava una delle cose più importanti.

«Va tutto bene» dissi a Mattia, abbracciandolo. «A Daphne non importerà davvero. Non fa che dire che è già sposata con Marzio: non le importerà molto se non potranno scambiarsi gli anelli.»

Non ero sicura di quanto ciò fosse vero. Infatti, sapevo bene che il momento dello scambio degli anelli era il momento che più la emozionava.

Ero certa che non si sarebbe arrabbiata per così poco. Ma ne sarebbe rimasta un po' delusa di certo.

In quel momento, però, Mattia aveva bisogno di sentirsi dire parole di conforto e non la verità.

«Forse potrebbero usare qualcosa simile ad un anello: uno spago legato oppure...»

Mattia sembrò avere un lampo di genio. Mise la mano in tasca e ne estrasse un portachiavi da cui ciondolava la chiave di casa sua.

Lo guardai confusa, ma poi vidi come toglieva la chiave e mi mostrava l'anello di metallo che avrebbe svolto adeguatamente la sua funzione di fede provvisoria.

Mi rivolse un sorriso smagliante, facendo volteggiare quel pezzo di metallo intorno al dito.

Gli gettai le braccia al collo e lo baciai su una guancia.

Non sapevo come faceva a trovare sempre una soluzione per tutto. Raramente andava in panico quando c'era un problema -al contrario di quel giorno- ed era sempre pronto ad escogitare qualcosa per correre ai ripari.

Non mi sorprendeva che Marzio lo considerasse il suo braccio destro, al di là dei motivi che riguardavano la loro amicizia. Mattia era la persona che chiunque avrebbe voluto accanto nella gestione di un'azienda o, più in generale, nella vita.

Era così dolce e carismatico che a volte mi chiedevo come avesse potuto innamorarsi di qualcuno meno intraprendente e più riservato come me. Avevamo due spiriti di iniziativa del tutto opposti.

Eppure, quando entrava in panico come aveva fatto poco prima ed io riuscivo a trasmettergli un po' di serenità, avevo come l'impressione che fossimo due metà che combaciavano perfettamente.

«Se non esistessi, ti dovrebbero inventare» gli dissi, lasciandogli un rapido bacio sulle labbra.

Mattia sorrise e mi baciò di nuovo, continuando quel bacio che non aveva lasciato soddisfatto nessuno dei due.

«Voi piccioncini potreste gentilmente evitare certe effusioni amorose in casa mia? La cosa mi mette a disagio. Andate da un'altra parte» disse qualcuno sulla porta.

Il proprietario di quella voce non avrebbe dovuto essere lì.

Lo avevo cacciato quella mattina.

«Tu che ci fai qui?» chiesi a Marzio. «Ti avevo detto che ci saremmo visti direttamente per la cerimonia!»

Marzio sollevò le mani in aria, ammettendo la sua colpevolezza. «Ho dimenticato qui qualcosa di importante» rispose, sorpassando me e Mattia a passo veloce.

Mi sentivo agitata all'idea che Daphne potesse uscire dalla stanza degli ospiti, dove si stava preparando, e vedesse Marzio. Non era di buon auspicio vedere la sposa prima del matrimonio. E quei due avevano avuto già diverse difficoltà: non serviva sfidare le credenze popolari.

Speciale -Miele nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now