CAPITOLO 72

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OMAR (terza parte)

Mi scoppiava la testa e l'anima moriva di nuovo. Non potevo fare diversamente da come voleva lei. Mi ero distrutto con le mie stesse mani.

Se soltanto avessi potuto tornare indietro, se solo avessi avuto fiducia in lei e le avessi confessato quello che avevo creduto una mia colpa, un mio inganno nei suoi confronti!

Ed invece...

Quando rientrai a casa ed aprii la porta d'ingresso l'occhio mi cadde sul suo trolley che c'era accanto.

Bianca indaffarata riempiva la sua borsa. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo.

"Che succede?" fu la prima cosa che le chiesi.

Si voltò a guardarmi gelida.

"Ho appena parlato al telefono con un tuo amico..."

A quelle parole sbiancai, sapevo a chi si riferiva. Non aveva risparmiato nemmeno lei...

"Penso che tu sappia di chi sto parlando... ha detto di chiamarsi Claudio"

Chiusi gli occhi.

Dimmi che non l'ha fatto, supplicai invano un'ultima volta. Che non le ha raccontato la sua verità...

"E cosa... sì, insomma... voleva?"

Si fermò la borsa sulla spalla e mi raggiunse.

I suoi occhi bloccarono i miei.

"Voleva parlarmi di te, pensa... di te!"

Abbassai gli occhi, colpevole senza replicare.

"E di me naturalmente, dicendo che sapevi da subito che ero la figlia della De Angeli e che l'avermi avvicinato è stato per te un gioco per avere la tua rivincita con lei... che volevate solo divertirvi un po'... che avete persino fatto una scommessa"

I suoi occhi si riempirono di sofferenza.

Non ce la potevo fare a fissarli. Mi sentivo in colpa, perché anche se per me non era stato così, avevo comunque appoggiata quella scommessa e in un primo momento mi ero lasciato convincere anch'io.

"Non gli avrai creduto spero..."

"Perchè non dovrei? Mi ha anche detto che lo hai preso a botte perché non volevi mi confessasse la verità e a giudicare dalla tua faccia livida direi che aveva ragione anche su questo, o mi sbaglio?"

La mia faccia! Me ne ero quasi dimenticato, ma avevo ancora i segni di lotta disegnati sopra.

"Mi dispiace, Bianca. Mi dispiace tanto... lasciami spiegare almeno..."

"Quindi è vero?!" era sbigottita e delusa, "Ha detto che volevate scattarmi delle foto per poi ricattarmi..."

Attendeva che le dicessi qualcosa in merito, ma cosa potevo dirle? Claudio l'aveva progettato sul serio. Non io, ma lui sì anche se poi non l'avevamo fatto.

"Mi dispiace tanto, Bianca, ma... non è così. Te lo giuro! Non è tutta la verità..."

"E quale sarebbe, eh?"

"Vuoi lasciarmi spiegare?"

Mi porse un palmo come se non avessi parlato.

"Dammi il tuo cellulare e fammi vedere le foto!" ordinò.

"Bianca, non crederai che..."

"Dammelo!" gridò isterica.

Sapevo di averle fatto delle foto a letto, mentre dormiva, ma non era stato per ricattarla che le avevo scattate!

Ancora tu...Where stories live. Discover now