CAPITOLO 83

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BIANCA (seconda parte)

Una lacrima sfuggì al mio controllo, quasi la mia mente avesse già concluso la sua frase, ma non volessi crederci perché la mia volontà si opponeva.

Cercai di staccare la canula della flebo e scansai le lenzuola.

"Devo andare da Omar! Si sarà svegliato" feci con voce stridula.

"Bianca, no! Lui non c'è! Non è qui!" mi bloccò la mano.

Fissai i suoi occhi velati e un formicolio mi strinse le tempie.

"E' nel reparto maschile, lo so..." tentai ancora.

"Bianca... mi dispiace!"

"Che significa mi dispiace, non capisco"

Faticò a parlare.

"C'è stato un problema... la fune che vi teneva entrambi..." non ce la faceva a dire altro.

"La fune cosa? Parla, mamma!" alzai la voce, "Dimmelo!"

Si arrese.

"Non è tornato con te... la corrente lo ha trascinato via... i carabinieri stanno ancora cercando il suo corpo"

La terra sprofondò sotto i miei piedi. Ogni cosa vorticò intorno.

"Non è vero! No!" quella frase mi squartava dentro, "Sarà a casa... devo chiamarlo!" cercai invano con gli occhi il mio cellulare sul comodino che avevo accanto.

Non c'era... come poteva? Era caduto in acqua con me, ma in quel momento cercavo un appiglio per non sentire quello che dentro me sapevo mi avrebbe detto... Avevo intuito conn quel "mi dispiace" che era una notizia terribile che doveva darmi...

La bottiglietta sul piano cadde a terra rotolando sul pavimento.

Mi fermò.

"Bianca, non c'è... non c'è nemmeno lì. Omar non c'è più... è morto!" ogni parte del mio corpo iniziò incontrollabilmente a tremare. Gli occhi si riempirono di lacrime.

"Sei una bugiarda! Non è vero!"

"Non ti mentirei su una cosa del genere"

"Nooo!" urlai piangendo, "Nooo!" conficcai le unghie nel lenzuolo mentre un'infermiera seguita da un dottore allarmata dalle mie grida entrava nella stanza.

Gettai a terra la flebo e provai a scendere.

Mi bloccarono subito prima che rovinassi a terra.

"Stia calma, la prego!"

Dovevo uscire da lì: Omar non poteva essere morto, non era vero!

Mia madre incapace di fare qualsiasi cosa per calmarmi, seguiva la scena ritirata in un angolo con le lacrime agli occhi.

"Lasciatemi! Devo andare da lui!"

Sentii un ago conficcarsi nel braccio trattenuto a forza.

"Devo andare... devo... Omar" quelle furono le mie ultime urla disperate, poi più nulla...

Ancora tu...Where stories live. Discover now