Capitolo 33

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Sky si alzó dal letto di scatto, c'era qualcosa che non andava, decisamente. Lanció uno sguardo timoroso alla sveglia che segnava le sette e trenta di mattina.

Merda.

Corse in bagno e si fece una doccia lampo poi, avvolta in un accappatoio bianco con un turbante rosa intorno ai capelli biondi, aprì le ante del suo armadio e scelse un paio di jeans neri, maglia con le maniche a tre quarti rosa salmone e le fidate ballerine (rosa anch'esse).
Si asciugó i capelli lasciandoli vaporosi e mossi come di natura, mascara, eyeliner, poi si precipitó giù dalle scale del suo appartamentino. Sette e cinquanta, alle otto sarebbe dovuta essere davanti all'Hotel Howl, chiamó un taxi nell'esatto momento in cui inizió a piovere.
Sbottonó il giubbino chiaro e scostó i capelli dal viso, frugando nella borsa.

-Hey, ti pago il doppio se riesci a raggiungere l'Hotel Howl entro dieci minuti!-
Sky tirando fuori il portafoglio

-Signorina, con questa traffico almeno quindici minuti.-
Tassista scuotendo il capo

-La prego faccia in fretta! Più presto che puó.-
Sky lasciandosi cadere sul sedile posteriore

-Questioni di lavoro?-
Tassista destreggiandosi abilmente nel traffico mattutino di Boston

-Sì, se non arrivo in tempo posso dirgli addio, non mi hanno ancora assunta.-
Sky

-Tirocinio?-
Tassista

-Sì.-
Sky tamburellando nervosamente sulla borsa

Squilló il telefono e quasi si strozzó con la sua stessa saliva.

-Pronto?!-
Sky leggendo il numero sullo schermo

-Sky, dove ti sei cacciata?-
Grant

-Scusa, Grant, non mi è suonata la sveglia! Sono in taxi, sto per arrivare...-
Sky

-Dai!-
Grant chiudendo la chiamata e Sky buttó il telefono nella borsa

•••••••

Alle sette e un quarto Aaron mosse una mano verso il telefono che trillava come se stesse per scoppiare. Avrebbe ucciso chiunque stesse chiamando... oh, la sveglia:
"Chicago Bears 8:30"

Sorrise, ripensando a quella ragazza bionda e alle performance di quella squadra, che venissero pure, in ventidue (quasi ventitre) anni non aveva mai degnato di uno sguardo quel team. Avrebbe voluto con tutto il cuore essere selezionato dai New England Patriots, ma essendo primi in classifica avrebbero scelto per ultimi, magari con il passare degli anni avrebbe potuto...

Suonó il campanello.

-Mamma?-
Aaron aprendo la porta di casa

-Sei ancora in pigiama?!-
Wendy entrando con un sorriso

-Sono appena le sette e un quarto.-
Aaron

-Sette e venticinque.-
Wendy togliendosi il cappotto umido

-Piove?-
Aaron

-Sì e fa anche fresco...-
Wendy

-Come mai sei qui?-
Aaron uscendo dal bagno con un asciugamano intorno ai fianchi

-Per il colloquio, ci deve essere un genitore e tuo padre non... beh, non ha voluto saperne.-
Wendy

-Strano...-
Aaron sarcastico

Wendy evitó di rispondere, perchè probabilmente non sarebbero usciti apprezzamenti sul suo ex marito.

•••••••

Non scusarti mai per quello che seiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora