41. Lo voglio se lo vuoi anche tu [Parte 2]

4.4K 379 257
                                    

Calypso gli sistemò il farfallino, con un sorriso da un orecchio all'altro. Will le restituì il sorriso, sentendosi leggermente accaldato. Si trovava chiuso in quella stanza da un'ora, e voleva uscire, fare una passeggiata, cercare Nico e baciarlo. Aveva un disperato bisogno di baciarlo.

«Sei stupendo.» gli disse infine Calypso, facendo un passo indietro, e fissandolo dall'alto in basso. «Sei stupendo.»

«E tuo marito è qui.» aggiunse Leo, fissando torvo la moglie. «Te lo sei dimenticata?»

Lei gli fece un gesto vago con la mano. «Sto solo facendo dei complimenti allo sposo.»

«Voi avete visto Nico?» domandò Will, scrutandosi allo specchio e lisciandosi un ciuffo ribelle.

«Di sfuggita.» ammise Percy, seduto su un pouff, giocando a carte con Frank. «Ho accompagnato Annabeth nella stanza di Nico.»

«Com'era vestito?» domandò Will, con il cuore affranto.

«Era ancora in mutande.» spiegò Frank, lanciandogli un'occhiata.

Will sperò con tutto se stesso che suo marito non intendesse sposarsi in mutande. Certo, sarebbe stato splendido lo stesso, ma i suoi parenti avrebbero avuto come minimo un infarto. Già in parecchi avevano impiegato un po' ad accettare la sua omosessualità, e il fatto che intendeva sposarsi in spiaggia con un altro uomo. Suo padre aveva minacciato la famiglia, e la famiglia era venuta quasi al completo.

Ma a Will non importava di loro. Per lui erano più che sufficienti gli amici semidei, i suoi fratelli mortali e i suoi colleghi di lavoro. E, naturalmente, Nico. Senza di lui, non avrebbe fatto granché.

Lasciò perdere il ciuffo e lanciò un'occhiata a Zen, steso sul divano, intento ad osservare Leo piuttosto guardingo, seduto al suo fianco. Percy si era offerto di tenere il loro gatto fino al ritorno dalla luna di miele. Will era stato sul punto di aprire un bottiglia di champagne, ma aveva cambiato idea. Non voleva che Percy glielo restituisse senza avere almeno avuto un assaggio di quello che sapeva fare il gatto.

«Allora, Zen.» disse Will, attirando l'attenzione del gatto con uno schiocco di dita. «Ti piaccio?»

Il gatto continuò a guardarlo con disgusto, e spostò la sua attenzione su Frank, anche se era allarmato da Leo. Probabilmente lo aveva visto dare fuoco alla tovaglietta mezzora prima.

«Sei bellissimo.» ripeté Calypso, sistemandogli il fazzolettino nero nella tasca.

«Assomigli ad un surfista in pensione.» aggiunse Leo, scrutandolo. «Insomma, capelli biondi, occhi azzurri, pelle abbronzata, tutto quel po' di sorriso...»

«È vero, assomigli ad un surfista.» notò Percy, divertito.

Will spostò lo sguardo al soffitto. «Avrei preferito la squadra di Nico.» borbottò.

Calypso rise. «Nico aveva più bisogno dell'altro staff di preparatori.»

«Sì, saranno pronti a picchiarlo se tentasse la fuga.» ridacchiò Leo.

Will lo guardò confuso. «Perché deve tentare la fuga?»

Nessuno rispose.

Will si mordicchiò il labbro. Doveva aspettarselo. Nonostante le belle parole di Nico, il suo futuro marito doveva essere avvolto dall'angoscia di sposarsi, di unirsi con lui fino alla fine delle loro vite. Poteva benissimo capirlo.

Ma lui non era spaventato. Per lui quella non era altro che una nuova, grandissimo, e stupenda avventura. Finalmente si sarebbe svegliato al fianco di suo marito Nico, avrebbe avuto al dito la fede nuziale per far capire a tutti la sua relazione e poteva baciarlo in pubblico, più o meno.

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora