Prologo

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Regno di Fuoco

Il camino acceso illuminava parte della stanza.

Sul divano di pelle nera, i due fratelli guardavano la donna in piedi davanti a loro.

I lunghi capelli viola erano legati in una treccia disordinata, l'aveva adornata con dei boccioli di loto, ma aveva lasciato che alcune ciocche le cadessero davanti al viso pallido.

-Delta,- cominciò il primo fratello -sappiamo della sua nascita.-

L'uomo era rilassato sul divano, le gambe accavallate, il busto appoggiato allo schienale.

I capelli neri e folti, gli occhi scuri e il volto scolpito perfettamente rasato.

-Cosa?- domandò la donna con gli occhi vitrei.

-Lascia perdere, Martin. E' andata.- disse l'altro uomo, allungandosi verso il tavolino di mogano per riempire il bicchiere di whisky.

Erano identici, se non fosse per la cicatrice che aveva sulla guancia sinistra e l'evidente differenza di postura.

Il primo dimostrava risolutezza nella sua elegante camicia nera, il secondo dimostrava nervosismo nei jeans strappati all'altezza del ginocchio che fletteva nervosamente.

-Come osi, soldato?- ringhiò lei, facendo esplodere il bicchiere un istante prima che se lo portasse alla bocca.

Martin guardò la scena, malcelando il suo divertimento.

-Sei nel mio regno, nella mia casa.- il corpo del fratello emanava tensione, ma la voce era calma. 

-Ah, sì, certo.- la voce della donna era diventata una carezza soave. -Ora- proseguì -quale dei fratelli Ignis ha bisogno del mio aiuto?- batté le lunghe ciglia, squadrando prima l'uno e poi l'altro uomo.

Era minuta, esile, eppure emanava tanta energia da sembrare che fosse lei stessa ad illuminare la stanza.

-Sebastian il Soldato- sussurrò -o Martin il Re?- si tamburellò le dita sul mento.

Sebastian notò uno smalto rosso acceso su quelle fragili dita.

Letali dita, pensò Sebastian.

Aveva imparato molto presto, nella sua vita da immortale, quanto le apparenze potessero ingannare.

Lui e Martin avevano dinanzi a loro una delle streghe più potenti mai esistite.

La donna, si vociferava avesse circa duemila anni. Nessuno ebbe mai il coraggio di domandarle se quelle voci fossero vere. Nessuno a cui importasse vivere, per lo meno.

Delta la Veggente. Martin si fidava ciecamente di lei e Sebastian non ne capiva sinceramente il perché.

La strega aveva dato segni di squilibrio mentale anche il quel momento.

Mentre Martin le domandava di più su una strega di nome Tabitha, lei aveva detto semplicemente 'Beh, sì, è nata.'

Il re le aveva parlato con pazienza, come si fa a un bambino che ti chiede per l'ennesima volta se può andare a giocare sotto la pioggia, pur sapendo che non avrebbe potuto; Sebastian avrebbe voluto sbatterla fuori.

-Sei una veggente- cominciò Sebastian -diccelo tu.- la schernì.

-Non mi piacciono i tuoi toni, soldato.- gli disse aspra, mentre con la mano tesa verso di lui fece asciugare i suoi vestiti dal whisky. Le dava un piacere perverso usare la sua magia sul soldato. Sebastian era sempre stato un tipo diffidente, con chiunque, ma le streghe lo turbavano in modo particolare. Probabilmente, lo urtava l'idea che ci fossero immortali che avrebbero potuto ucciderlo stringendogli il cuore nel petto, a distanza di chilometri, fino a farlo esplodere.

Shameless - senza vergognaWhere stories live. Discover now