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Tabitha corse al piano di sotto.

-Sei uno psicopatico del cazzo!- sbraitò dirigendosi verso la porta, ovviamente chiusa a chiave.
L'uomo alzò un sopracciglio, aveva la faccia di uno che sapeva esattamente di essere un pazzo, come se il commento acido che la ragazza gli aveva rivolto non fosse altro che un vezzeggiativo. Sembrava divertito sia dalla sua affermazione che dal suo inutile gesto per provare ad uscire.
-Portami a casa, adesso!-

Sebastian sorrise, ancora intento a sorseggiare il suo whisky.

-Non vai da nessuna parte, ragazzina.-

Lei si lanciò verso la finestra per scappare da lì, tentò di scavalcare, ma una forza invisibile la scaraventò dall'altra parte della stanza.

Sbatté le mani strette a pugno contro il pavimento, la rabbia cieca prese il sopravvento sul buon senso e ritentò solo per essere di nuovo sbattuta a terra.

Sebastian poggiò il viso sulle mani e la guardò stesa a terra.

Tabitha adocchiò le scale, ma l'uomo interruppe il suo piano: -Se pensi che al piano di sopra non ci sia lo stesso incantesimo, ti sbagli.-

Le si avvicinò per afferrarle il polso e farla scattare in piedi.

-Lasciami!- gridò, ma l'uomo tenne salda la presa. Tabitha gli graffiò la guancia e il collo con la mano libera. La rabbia nello scoprirsi in trappola che montava.

Sebastian le girò bruscamente il braccio e, portandosi dietro di lei, le prese l'altro polso.

-Se ti agiti in questo modo- si chinò per bisbigliarle all'orecchio -peggiori le cose.-

Tabitha si ritrovò con entrambi i polsi nella mano dell'uomo all'altezza del suo inguine.

Il soldato non si mosse, furono le dita della strega a cercare il contatto verso quello che sapeva essere il desiderio più sbagliato che potesse provare.

Il suo petto prese a brillare e un brivido di desiderio le percorse la colonna vertebrale.

-Domani chiamerò una strega e ti farò mettere un collare per quei poteri.- dichiarò Sebastian con voce profonda.

Tabitha non riuscì a ignorare un altro brivido quando sentì la parola collare.

Inghiottì la saliva e respirò a fatica quando lui continuò: -Se reagisci così mentre mi sfiori,- con la mano libera, le delineò la mandibola con le nocche per un breve istante e passò il pollice sulle sue labbra -cosa pensi potrebbe accadere quando mi scoperò questa?- le strinse le labbra fra il pollice e l'indice.

Tabitha sgranò leggermente gli occhi, sorpresa sia dalle parole dell'uomo che della sua reazione ad esse; ma quando il petto della strega prese a brillare intensamente lui mollò la presa dai polsi e fece un passo indietro.

Tabitha barcollò in avanti e si girò lentamente verso il soldato.

-Come ti chiami?- domandò col fiato corto.

La luce bianca del petto cominciava a scemare mentre prendeva fiato.

-Sebastian Ignis.- rispose con le sopracciglia corrugate, non capendo il motivo di quella domanda.

-Scapperò, Sebastian.- l'uomo fece un passo avanti per imporsi nuovamente su di lei, ma Tabitha alzò la mano e lo interruppe. -Scapperò- ripeté -e ti prometto che la prima cosa che farò sarà denunciarti.-

Sebastian alzò un sopracciglio e la guardò andare di sopra, lontano da lui.

La porta, di nuovo chiusa davanti a lei, le ricordò il motivo di tanto odio misto a disgusto che aveva provato nei confronti del soldato, spazzando via il briciolo di eccitazione che le era rimasto per quel contatto così inappropriato.
Come aveva fatto a farsi distrarre così?
Era una persona, maledizione, non un animale che viveva di solo istinto!

Shameless - senza vergognaWhere stories live. Discover now