CAPITOLO 14

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I giorni successivi proseguirono lisci

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I giorni successivi proseguirono lisci. I ragazzi di milanello partirono per i vari campionati continentali e quindi mi furono concessi dei giorni di vacanza, almeno finché non sarebbero tornati. Ebbi quindi modo di riposarmi, anche se amavo il lavoro che stavo facendo e non mi pesava per niente. Ormai era parte della mia routine.
Inoltre ebbi diversi giorni per dedicarmi a me stessa e pensare. So che potrei sembrare ingenua, ma vedere Christian parlare e provarci spudoratamente con quella ragazza a Roma aveva provocato in me sentimenti contrastanti, come quasi fossi gelosa. C'era ancora parecchia strada da fare, ma per prima cosa volevo assolutamente chiarire la mia situazione con Tommaso. Era inutile continuare in questo modo. Ormai sempre la solita routine: lui mi invita a cena, pranzo o colazione in posti lussuosi e a pagare chi era? Lui ovviamente. Gli ho pure chiesto della sua famiglia ma ha sviato e quando gli ho mostrato quelle famose foto sulla rivista è rimasto zitto. Solo poco dopo se n'è uscito dicendo "ti posso spiegare".

"Ti ascolto" gli ho detto guardandolo interessata.

"È che non mi piace presentare le ragazze a mio padre, perciò cerco sempre di non far conoscere nemmeno lui"

"Perché potrei non piacergli? Cos'è sono troppo povera?" domandai scocciata.

"Io non ho detto questo"

"Ma pensi che lui lo possa pensare"

"Io..."

"Senti non te ne faccio una colpa. Capisco cosa significhi avere qualcuno che determina le sue scelte, ma sei tu a decidere per te stesso. Non lui. Sei tu a determinare le tue scelte"

"Vorrei fosse così facile"

"E può esserlo. Le difficoltà vanno affrontate"

Ci furono diversi minuti di silenzio nel momento in cui arrivó il cameriere che ci lasciò le nostre portate.

Poi riprese a parlare "hai ragione. Ci parlerò e se lui vorrà conoscerti bene, altrimenti se ne farà una ragione".

E la cena si era conclusa bene. Però poi avevo riflettuto io stessa sulle parole che avevo detto a Tom ed era ingiusto. Io non volevo stare con lui, non perché non mi piacesse, ma perché non era giusto. Stavo cercando solo di riempire un vuoto con lui.
Fu per questo che quando mi invitò a casa sua io non accettai. Dovevo essere prima io ad essere sincera per questo gli chiesi di venire qui quel pomeriggio mentre Lara era a lavoro.
Sistemai la casa, passando l'aspirapolvere sul pavimento e sistemando i soprammobili in sala e cucina. Giusto il tempo di finire che il campanello suonò. Mi catapultai alla porta e senza esitazioni lo feci entrare. Ci salutammo e lo feci accomodare in salotto sul divano. Io presi posto sulla poltrona affianco ad esso. Mi strinsi le mani in pugni e poi parlai prendendo coraggio.

"Tommy mi dispiace aver rifiutato l'invito con tuo padre, ma ci ho riflettuto molto. Volevo appunto parlartene"

"Va tutto bene?" Mi disse poggiando una sua mano sulla mia.

-Sunshine- Christian PuliscWhere stories live. Discover now