CAPITOLO 28

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"Soleee hanno suonato" urlò la voce di Lara dal salotto

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"Soleee hanno suonato" urlò la voce di Lara dal salotto.

"Arrivo" gli dissi infilandomi scarpe e giubbotto. Mi ero vestita comoda per il viaggio in aereo, con una tuta nera e le mie converse bianche. D'altronde dovevo subirmi 11 ore di viaggio. Credo il viaggio più lungo che mi sia capitato di fare.

"Muoviti" mi incitò la mia amica, aiutandomi a prendere i bagagli e iniziando a portarli fuori dalla porta.

"Grazie Lala" la abbracciai per salutarla, prima di uscire dall'appartamento.

"Figurati. Divertiti Sole e mi raccomando fai la brava" mi diede un tenero bacio sulla guancia e poi presi l'ascensore.

Di fretta lasciai il palazzo e presi posto sulla macchina di Ruben Loftus-cheek.
Christian nel frattempo si propose di caricare la valigia nel bagagliaio e poi salí al fianco dell'amico.
L'americano mi aveva raccontato di come Rubén lo aveva spinto a farsi avanti con me e a superare la rottura con Valerie. Era carino che qualcuno facesse il tifo per noi.

Avevamo il volo alle 11 ed erano le 9 del mattino. Fortunatamente l'aereoporto di Milano Linate non era così tanto distante dalla zona in cui vivevo, anzi a volte con il silenzio della notte si sentiva passare qualche aereo, anche se in lontananza.

Arrivati ringraziammo l'inglese e dopo averlo salutato entrammo nell'enorme edificio.

Il frastuono dell'aeroporto cresceva mentre noi attraversavamo il check-in, sentendo l'emozione pulsare nell'aria. I bagagli erano carichi di aspettative e il richiamo di New York danzava nell'atmosfera. Attraversammo i controllo di sicurezza, guardando il panorama dei viaggiatori che si affrettavano verso destinazioni sconosciute. Mentre aspettammo il richiamo del nostro volo optai per un caffè e mentre io ordinavo notai alcuni ragazzini che si avvicinarono a Chris per chiedergli una foto.

Poco dopo, l'annuncio del volo per New York creò un brivido di anticipazione. Corremmo con i nostri bagagli verso il gate e dopo aver mostrato i documenti ci avviammo verso il veivolo. Senza che io me lo aspettassi Christian aveva prenotato due posti nell'area in prima classe. Anzi in realtà un po' me lo aspettavo.
Seguendolo mi ritrovai nell'aereo più bello che io avessi mai visto. Rimasi a bocca aperta: l'interno della cabina di prima classe era un'ode al lusso discreto. Sedili larghi e confortevoli erano rivestiti in pelle pregiata, con spazio abbondante per distendersi. L'illuminazione soffusa creava un'atmosfera rilassante, e ogni passeggero aveva il proprio spazio privato. I dettagli raffinati degli interni, dall'arredamento elegante ai materiali di alta qualità, definivano un'esperienza di viaggio senza pari.

-Sunshine- Christian PuliscOnde histórias criam vida. Descubra agora