TREY WESTON

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Per tutta la vita non ho fatto altro che mettere il lavoro al primo posto.

Credevo che colmasse ciò che sentivo mancare a livello emotivo, che valorizzasse ciò che ero, o semplicemente che mi donasse l'approvazione da parte degli altri, cosa di cui riconosco di aver avuto un assoluto bisogno.

Come un codardo.

Andando avanti con gli anni, invece, ho realizzato che era l'approvazione di mio padre che ricercavo.

Il mio ruolo mi aiutava a coprire quel senso di colpa per la morte di mia sorella, che mi dilaniava da dentro costantemente, e tramite esso volevo dimostrare a mio padre il mio valore.

Come se avesse davvero potuto capirmi.

Eppure, per quanti sforzi facessi, sembrava che non fosse mai abbastanza.

E' stata lei che inconsciamente ha cambiato il mio modo di vedere le cose.
Nesta Roberts.

Lei non mi vedeva solo per il ruolo che ricoprivo, o per gli errori che avevo compiuto in passato.

Per lei non ero quello che mi portavo dentro.

Ero ben oltre.

Coglieva ogni sfumatura di me con un modo di guardarmi completamente diverso da chiunque altro. Come un caleidoscopio, diceva.

Credevo di averla protetta per tutto questo tempo, anche quando ho preso la decisione di allontanarla da me.

Ma la verità è che sono solo scappato.
Sono fuggito, con la coda tra le gambe, aggrappandomi al primo pretesto disponibile, tutto per non ammettere il fatto che era da me stesso che volevo allontanarla.

Mentre lei era lì a proteggermi.

Ogni volta che scivolavo nel mio baratro, che mi perdevo dentro al dolore e anche che la respingevo... lei c'è sempre stata.

Era lì per me, pronta a tendermi la mano in ogni momento, con un sorriso stampato in volto e qualche cavolata che lasciava uscire all'ultimo minuto.

E' stata lei a proteggere me per tutto questo tempo.

Ed io, come uno stupido, l'ho lasciata andare.

E mi dò ancor più dell'idiota per essermene reso conto solo adesso.

Sarei un egoista se tornassi da lei solo per convincerla a ricominciare daccapo.

Non potrei farlo, non dopo quello che le ho fatto passare.

Non sarebbe coerente.

Però ho bisogno di parlarle.

Perchè, come minimo, delle scuse gliele devo.

E forse mi manderà a quel paese, e avrà tutte le ragioni di questo mondo per farlo.

Ma devo vederla.

Perché mi fa impazzire non sapere come sta.
Non sapere se sta soffrendo per colpa mia, se ha voltato pagina o se appartiene già a qualcun altro.

Questo mi manda fuori di testa.

Ero convinto che sarei riuscito a gestire la situazione come sempre, come fa un vero calcolatore, ma non ero pronto a lei.

Curioso come, per quanto ci si possa sforzare, i sentimenti non si riescano a comandare.

Il cuore non si inganna.

E per quanto anche stasera abbia deciso di dare la priorità al mio lavoro... ho la testa completamente da un'altra parte.

Controllo il display del telefono per farmi un'idea dell'orario, mentre maledico il fatto di essermi proposto come volontario per il turno serale.

MR. POLICEMANWo Geschichten leben. Entdecke jetzt