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Lunedì mattina, Jillian entrò nel mio ufficio a passo di danza.

"Toc toc" esclamò. Era il ritratto del casual chic: capelli raccolti in una crocchia morbida, abitino nero sul corpo abbronzato, gambe chilometriche che finivano in un paio di décolleté rosse.mche probabilmente costavano come il mio stipendio di una settimana. Lei era la mia mentore in tutti i campi e presi mentalmente nota che un giorno anch'io avrei sfoggiato la tranquilla sicurezza che lei mostrava in ogni occasione.

Sorrise quando vide i fiori freschi sulla mia scrivania. Quella settimana avevo scelto tulipani arancioni, tre dozzine.

"Buongiorno! Hai viato che i Nicholaon hanno aggiunto l'home theatre? Sapevo che avrebbero ceduto." Sorrisi, rilassandomi sulla sedia. Jillian si sedette di fronte a me e si limitò a sorridere.

"Ah, e Niall stasera viene a cena da me. Speriamo di dare gli ultimi ritocchi ai progetti per la nuova sistemazione del guardaroba che sta elaborando. Adesso vuole aggiungere un tappeto." Scossi la testa e sorseggiai il caffè dall atazza sulla scrivania. La mia lingua era quasi guarita.

Jillian continuava a sorridere. Iniziai a chiedermi se avevo un cornflake appiccicato alla faccia. "Ti ho detto che ho convinto la fabbrica del vetro di Murano a farmi uno sconto sul lampadario che ho preso per il bagno?" continuai. "È davvero bellissimo. Credo che mi rivolgerò di nuovo a loro in futuro" aggiunsi, con un sorriso speranzoso.

Lei infine sospirò e sis sporse in avanti, con un ghigno da gatto che ha mangiato il canarino ed è tornato a giocare con le piume.

"Jillian, stamattina sei andata dal dentista? Stai cercando di farmi vedere i tuoi denti nuovi?" chiesi, e lei finalmente si sbottonò.

"Cose se mi servissero dei denti nuovi, figurati. No, sto aspettando che mi parli del tuo vicino, Mr Payne. O dovrei dire Liam Sbatticuore?" rise, appoggiandosi allo schienale e lanciandomi un'occhiata che significava che non avrei avuto il permesso di lasciare l'ufficio finché non le avessi raccontato tutto quello che voleva sapere.

"Mmh, Sbatticuore. Da dove posso cominciare? Prima di tutto, non puoi dirmi che non sapevi che viveva nell'appartamento accanto al mio. Come cavolo è possibile che tu abbia vissuto lì tanto a lungo e ignorassi che era lui a fare quel casino tutte le notti?" chiesi, guardandola con il mio acuto sguardo da detective.

"Sai che non ci dormivo quasi mai, sopratutto negli ultimi anni. Sapevo che viveva nel quartiere, ma non avevo idea che fosse proprio di fronte all'appartamento che stavo subaffittando! Quando lo vedo, c'è sempre anche Benjamin, e di solito usciamo a bere qualcosa o lo invitiamo a casa nostra. A parte questo, è l'inizio di una grande storia, non credi?" mi incalzò, risfoderando quel sorriso furbo.

"Oh, tu e la tua mania di fare le coppie. Liam ha detto che gli avevi parlato di me. Sei proprio fuori di testa."

Lei unì le mani di fronte al viso. "Aspetta, aspetta, non credevo che fosse così, diciamo, impegnato. Non te lo avrei mai proposto se avessi saputo che aveva tanti ragazzi. Benjamin di cero lo sapeva... ma sono cose tra uomini, sai com'è" rispose.

Questa volta fui io a chinarmi in avanti. "Allora, dimmi, come fa lui a conoscere Benjamin?"

"Ecco, Liam non è originario della California. E' cresciuto a Filadelfia e si è trasferito qui solo quando si è iscritto alla Stanford. Benjamin lo conosce da una vita, era molto amico di suo padre. In qualche modo l'ha sempre tenuto d'occhio, una specie di zio prediletto, fratello maggiore, padre surrogato, questo genere di cose" disse, e la sua espressione di addolcì.

"In che senso era molto amico di suo padre? Hanno litigato?" chiesi.

"Oh no, no, Benjamin è sempre stato molto amico del padre di Liam. Era stato lui a fare da mentore a Benjamin all'inizio della carriera. Benjamin era molto affezionato a tutta la famiglia" disse, incupendosi.

"E adesso?" insistetti.

"I genitori di Liam sono morti quando lui era all'ultimo anno delle superiori" mormorò.

Mi misi una mano sulla bocca. "Oh no" sussurai, provando un sincero dispiacere per una persona che conoscevo appena.

"Un incidente d'auto. Benjamin dice che la morte è stata quasi istantanea" rispose.

Restammo un attimo in silenzio, immersi nei nostri pensieri. Non riuscivo nemmeno a immaginare cosa dovesse avere provato Liam.

"Così, dopo il funerale, Benjamin è rimasto per qualche tempo a Filadelfia, e lui e Liam hanno iniziato a parlare del fatto che dopo sarebbe andato a Stanford" continuò dopo un istante.

Sorrisi al pensiero di Benjamin che si faceva in quattro per essere d'aiuto.

"Immagino che fosse una buona idea allontanarsi da tutto" dissi, chiedendomi come avrei affrontato, io, una situazione del genere.

"Mmh. Penso che Liam abbia colto al volo l'occasione. E penso che sapere che Benjamin sarebbe stato vicino nel caso avesse avuto bisogno abbia reso le cose più facili" aggiunse.

"Tu quando hai conosciuto Liam?" chiesi.

"Al suo ultimo anno del college. L'estate prima aveva passato un periodo in Spagna e, appena tornato, quell'agosto era venuto in città per cenare con noi. A quel punto io e Benjamin uscivamo da un po', quindi lui sapeva di me, ma non ci eravamo mai incontrati di persona" disse.

Cavolo, Liam in Spagna. Quei poveri ballerini di flamenco dovevano averne viste di tutti i colori.

"Siamo usciti a cena, e lui ha incantato il cameriere ordinando in spagnolo. Poi ha detto a Benjamin che, se fosse mai stato tanto stupido da lasciarmi, lui sarebbe stato lieti... cosa disse di preciso?... Ah sì, sarebbe stato lieto di scaldarmi il letto" ridacchiò, diventando tutta rossa.

Alzai gli occhi al cielo. Questo corrispondeva al personaggio che conoscevo io. Anche se, con la sfacciatagine con cui io e i miei amici flirtavamo con Benjamin, era il bue che dava del cornuto all'asino.

"Ed è così che ho conosciuto Liam" concluse, lo sguardo perso in lontananza. "È davvero un tipo speciale, Zayn, prestazioni notturne a parte."

"Ecco, prestazioni notturne a parte" osservai, sfiorando con i polpastrelli le corolle dei fiori.

"Spero che avrai occasione di conoscerlo meglio" disse lei con un sorriso malizioso,tornando al suo ruol odi mezzana.

"Non viaggiare troppo con la fantasia. Abbiamo dichiarato un tregua, tutto lì" risi, scuotendo il dito nella sua direzione.

Lei si alzò e andò verso la porta. "Considerando che lavori per me, sei piuttosto insolente" disse, cercando di assumere un'aria severa.

"Be', lavorerei molto di più se mi lasciassi fare e la smettessi con queste cretinate!" Le rivolsi a mia volta uno sguardo severo.

Lei rise e guardò verso la reception.

"Ehi, Ashley! Quando è che ho perso il controllo di questo ufficio?" gridò.

"Non l'hai mai avuto, Jillian!" rispose Ashley dall'altra stanza.

"Oh, vai a fare il caffè... o qualcosa del genere! E tu" disse, girandosi verso di me e puntando il dito "disegna qualcosa di indimenticabile per il seminterrato dei Nicholson."

"Tutte cose che avrei potuto fare mentre tu mi rimbambivi di chiacchere..." mormorai, battendo la penna sull'orologio.

Lei sospirò. "Ti giuro, Zayn, è una persona dolcissima. Sono certa che potreste essere grandi amici" disse, esitando sulla soglia.

'Perché tutti negli ultimi tempi hannao la mania di piantarsi in mezzo alla soglia?'

"Be', certo, un amico in più fa sempre comodo, no?" dissi, mentre lei si allontanava.
amici. Amici che avevano dichiarato una tregua.

Pareti comunicanti - ZiamWhere stories live. Discover now