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"Oddio, che delizia" ansimai, chiudendo gli occhi e lasciandomi andare alle sensazioni.

"Sapevo che ti sarebbe piaciuto, ma non credevo così tanto" mormorò, con un sguardo rapido.

"Sta' zitto, altrimenti rovini tutto" gemetti, stiracchiandomi e sentendo che il mio corpo reagiva a tutto quello che lui mi offriva.

"Ne vuoi ancora?" sussurrò, sollevandosi sui gomiti.

"Se continui così, domani non riuscirò nemmeno a camminare."

"Coraggio, fa' il bambino cattivo... te lo meriti. Sai di volerlo, Zayn" mi provocò, avvicinandosi ancora.

"Va bene" farfugliai, aprendomi di nuovo a lui. Chiusi gli occhi e lo sentii armeggiare prima di infilarmelo in bocca. La sensazione mi fece sospirare e chiudere le labbra attorno a quella delizia.

"non ho mai visto un uomo che riuscisse a prenderne uno così grosso in una volta sola" disse stupito, guardandomi mentre di nuovo mi scioglievo.

"Ah, no, eh? Si vede che non hai mai conosciuto un uomo così fanatico degli arancini" mugolai con un altro boccone in bocca. Mi sentivo pieno da scoppiare, ma non volevo che il pasto finisse.

Liam mi aveva appena cucinato quella che poteva essere definita la cena più perfetta della mia vita, stuzzicandomi ogni singola papilla gustativa. Aveva imparato a cucinare degli arancini straordinari da una vecchietta di Napoli,  e giurava che non ne avrei mai mangiati di più buoni. Dopo almeno sette battute sporche sul fatto di avere delle palle in bocca, dovetti ammettere che non ne avevo mai assaggiate di così squisite.

Certo che lui ci sapeva fare le spalle!

Mangiai quasi mezzo chilo di pasta da sola, oltre a tutti i miei arancini, più metà dei suoi. insistetti perché mangiasse l'ultimo, ma lui rifiutò e infilò nella mia bocca avida quella palla perfetta.


Liam era un padrone di casa eccezionale: pretese che mi sedessi a bere vino e rimanessi a guardare invece di aiutarlo. Mi aveva intrattenuto con storie sui suoi viaggi mentre cucinava, e il cibo era semplice ma squisito. "La 'nonna' mi ha fatto promettere che se mi avesse mostrato come cucinare i suoi arancini avrei dovuto servirli con la salsa apposita. Se avessi osato servirli con il ketchup, lei avrebbe solcato l'oceano per spaccarmi in testa il suo cucchiaio di legno."

"Si faceva chiamare 'nonna'?" risi, appoggiandomi alla sedia e sbottonandomi l'ultimo bottone dei jeans. Ero senza vergogna. Mi ero davvero strafogato.

"Sai cosa significa in italiano?" chiese, sorpreso.

"Avevo una bisnonna italiana. voleva che tutti la chiamassero 'nonna'."Scoppiai a ridere quando i suoi occhi si posarono sulle mani con cui mi stavo massaggiando lo stomaco.

"Non è che starai male?" mi chiese, mentre si alzava per sparecchiare.

"Ma no, ho solo bisogno di prendere fiato" borbottai, alzandomi alla tavola.

"No, no, non devi aiutarmi" disse, balzandomi di fianco e strappandomi il piatto.

"in realtà non intendevo farlo. Volevo solo mollarlo nel lavandino e andare a svenire sul divano" dissi, indicando il soggiorno.

"Va' a rilassarti. Chiunque abbia avuto tutte quelle palle in bocca merita riposo" mi stuzzicò, e io gli pizzicai l'orecchio.

"ho detto basta battute sulle palle! Ti sei divertito, adesso lasciami morire in pace." Andai nel soggiorno. Avevo proprio mangiato come un maiale, ma la cena era troppo buona. Mi sdraiai e mi slacciai un altro bottone dei jeans, adagiandomi sui cuscini e ripercorrendo alcuni dei momenti clou di quella serata.

Pareti comunicanti - ZiamTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang