Ricordi

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Annabeth guardava fuori dalla finestra di casa sua sospirando. Aveva di nuovo finito l'ultimo libro che il padre le aveva dato e non gliene avrebbe comprati per un po', un bel po'. L'unica cosa positiva da quel che aveva capito era che a palazzo c'era un'enorme biblioteca e lei avrebbe dovuto trasferirsi lì domani.

La bambina guardava le foglie d'autunno che riempivano la chioma dell'albero frusciare al vento, muovendosi quasi in una danza di colori aranciati.

La piccola Annie scese un attimo in cucina per controllare se suo padre fosse tornato, ma niente. Tornò su, in camera sua a guardare fuori. Ora sull'albero c'era un ragazzino, ad occhio Annabeth avrebbe giurato che tra i due fosse lei la più alta, anche se solo di pochi centimetri.

Il bambino aveva capelli corvini, e un viso che sembrava scalfito solo dalla più completa delle innocenze. Il ragazzo si girò verso Annabeth e la salutò sorridendo ampiamente. Per la prima volta, Annabeth capì cosa significasse rimanere senza parole. Mai altre volte le era capitato, soprattutto non per degli occhi. Ma qui era diverso, quegli occhi erano verdi, come l'acqua del mare più calmo. Annie ricambio timidamente il saluto.

Il ragazzino sorrise raggiante e sembrò urlare qualcosa. Doveva avere una voce abbastanza stridula perché il suono non passò oltre la finestra.

Annabeth decise di andare fuori anche solo per capire chi fosse quel ragazzo.

Uscì da casa e notò che il corvino era ancora intento ad arrampicarsi. Annabeth lo vedeva, era sicuro di quel che faceva, era anche preciso. Per quanto potesse sembrare inesperto nell' arrampicata, la ragazza dagli occhi grigi notava come a mancargli non era la tecnica, ma la forza fisica. Probabilmente ancora non l'aveva del tutto sviluppata.

Il ragazzino guardò Annabeth e sorrise di nuovo. Scese con un balzo dall'albero e corse verso di lei. Inclinò leggermente la testa, come per divertimento e poi, sorridente come pochi, tese la mano verso Annabeth.

-Io sono Percy, vengo dal paese di Atlantis, tu?- la ragazza sembrò un po' titubante ma strinse timidamente la mano del corvino e rispose. -Annabeth, vivo qui a Nottingham da quando sono nata ma domani mi dovrò trasferire- Percy fece un leggero broncio -Come domani?- chiese triste. La piccola Annie fece un leggero sì con la testa. Il ragazzino sbuffò ma poi il sorriso gli tornò in volto.

-Allora divertiamoci! Non voglio che la prima ragazza con cui io abbia mai parlato si dimentichi di me!- Annabeth ridacchiò -Sono davvero la prima?- -Nah solo che così è più divertente e melodrammatico- la ragazza ridacchiò di nuovo.

-Dai che se faccio in tempo ti insegno una canzone- la spronò Percy iniziando a correre di nuovo verso l'albero. Annabeth scosse leggermente la testa divertita e iniziò a seguire il suo nuovo amico.

-Allora, metti un piede lì e dammi la mano-  (la mia mente in questo momento: ok che vuoi sposarla Percy ma avete dodici anni. Ora mi dileguo) disse Percy provando a spiegare. La ragazza prese se la mano di Percy che la aiutò a tirarsi su. Annabeth riuscì a salire e si mise in posizione stabile vicino all'amico.

Entrambi si sedettero su un ramo dell'albero, quello che sembrava più comodo per loro. Ovviamente scelsero due rami differenti, quando mai i due si troveranno d'accordo in fondo?

-Perché te ne vai domani?- chiese innocentemente Percy. Annie sbuffò leggermente -Vorrei saperlo- -Ma sai dove vai almeno?- -Vado tipo in un castello, non ricordo bene- -Beh vivere in un castello non dovrebbe essere male, no? Ad Atlantis a volte mio padre mi invitava nel suo, era molto grande- disse Percy con occhi rivolti al cielo -Tuo padre vive in una reggia? Perché tu no?- -È una faccenda complicata, se ci rincontreremo forse un giorno te la dirò- disse Percy sorridendo pienamente. La ragazza dagli occhi grigi non poté che esserne contagiata da quel sorriso.

Percy scese con un balzo dall'albero e Annie provò ad imitarlo, il problema fu che cadde addosso al ragazzo. Percy non finì nemmeno di girarsi che la bionda già si trovava sopra di lui.

Annabeth arrossì per l'imbarazzo di essergli caduta addosso mentre Percy si mise a ridere. Trovava divertente tutto ciò.

La ragazza si alzò ancora un po' rossa in viso e tese la mano verso Percy che l'accettò. L'unico pensiero di Annabeth in quel momento era uno "Cambia argomento e togli l'imbarazzo".

-Quindi? Di che canzone parlavi prima?- chiese allora mentre continuava a non voler incrociare gli occhi color del mare. Annabeth si girò un attimo per vedere la reazione alla sua domanda e quello che vide la fece ridacchiare. Gli occhi di Percy sembravano brillare per quanto era felice.

Ok allora
Capitolo un po' più cortino del solito
Ehhhhhh oh vabbè
È anche diverso dal solito
Quindi
Che ve ne pare?

Per chi non lo sapesse
Nel libro di Robin Hood, Marion e  Robin si erano davvero conosciuti da piccoli quindi si, ho preso un po' l'idea da la, sempre di Robin Hood si tratta, no?

Mi spiace per voi
Perché questo era l'ultimo capitolo pronto che ho
Ehhhh succede

Bene
Spero che il capitolo vi sia piaciuto
E Nada
Addei semidei
Byeeee

A colpi di frecce - PercabethWhere stories live. Discover now